Agricoltura sostenibile nelle terre strappate alla mafia

di Mauro Farina

Libera Terra è una delle cooperative che hanno scelto l’agricoltura biologica anziché pagare il pizzo. Creando così profitti dalle terre strappate alla mafia e alla criminalità in generale.

Libera Terra è un progetto nato nel 2001 con il fine di mostrare che cosa si può fare ridando valore e importanza ai territori confiscati alle mafie. Libera Terra è un marchio che rappresenta la produzione ottenuta dalle materie prime provenienti dalle terre confiscate alla criminalità organizzata, ed ora gestite da cooperative sociali.
Il tutto nasce con l’approvazione della legge di riferimento, la 109/96, che permette di riutilizzare i beni confiscati e donati ad associazioni senza fine di lucro.
Usare metodi di agricoltura sostenibile è una delle missioni di Libera Terra: sono tutte colture biologiche. Rispettare la nostra madre terra e l’ambiente in generale è la prima forma di legalità, oltre che un modo responsabile per gestire i terreni pubblici. Cerchiamo di dare spazio alle colture tipiche della tradizione agroalimentare dei territori dove operiamo” ha affermato Valentina Fiore, 36 anni, amministratore delegato di Libera Terra Mediterraneo, consorzio che raggruppa le 9 cooperative sociali che gestiscono oltre 1300 ettari di terra in Sicilia, Campania, Puglia e Calabria, nonché una fondatrice dello stesso consorzio fin dagli inizi.
Dal punto di vista imprenditoriale Libera Terra dimostra che si può avere un progetto sociale che spossa autosostenere e restare sul mercato di alto livello con impegno, serietà e professionalità. Libera Terra è un progetto imprenditoriale che restituisce le ricchezze ai territori in cui opera creando anche occupazione. Nel 2008 è stato creato il consorzio Libera Terra Mediterraneo, con l’obbiettivo di voler porre a fattore comune le attività delle cooperative sociali e affrontare il mercato in modo unitario ed efficace.
Per i prossimi anni vorremmo controllare il numero maggiore di filiere, coinvolgendo i soggetti sani dei territori. Per questo motivo abbiamo un settore che si occupa di formazione ed educazione: dal 2009 collaboriamo con le scuole con lo scopo di dare valore al turismo alle terre da noi gestite, che possono comunque essere visitate (PROGETTO “LIBERA IL G(I)USTO”)” ha aggiunto sempre Valentina Fiore.

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