Sulla strada di una società più integrata

di Massimiliano Fanni Canelles

Storicamente, il rapporto con Rom e Sinti si configura come uno dei più complessi per la nostra società. Differenze di stili di vita, lingua e cultura non hanno facilitato il contatto. Tuttavia, i tempi sono maturi per superare i pregiudizi e costruire insieme una società multiculturale.
Sebbene gravino ancora molti problemi, alcuni dei quali verranno esposti ed approfonditi in questo numero, la questione non può essere ridotta a semplici stereotipie.
Sicuramente la cosiddetta “emergenza” campi e la facile associazione Rom-criminalità rappresentano criticità evidenti. In alcune zone d’Italia, come a Roma, esse hanno portato i cittadini all’esasperazione e le amministrazioni in grave difficoltà.
Ciononostante, è necessario reagire ai problemi in maniera costruttiva affinché sia possibile, attraverso l’informazione, la conoscenza reciproca e le attività quotidiane procedere sulla strada dell’integrazione. Esistono tante occasioni per percorrere insieme questa strada. Prima di tutte, la scuola, luogo di crescita e formazione. Potrebbe davvero riacquistare parte del suo tradizionale ruolo di plasmare le generazioni future. Insegnare ai bambini, una volta in più, che siamo tutti uguali anche se il colore della pelle, la casa in cui abitiamo o la lingua che parliamo con i genitori sembrano portarci gli uni lontani dagli altri sarebbe un importante passo in avanti.
La scuola permette alla diversità di svanire di fronte ad una lezione e nei piccoli giochi e “complotti” tra compagni di banco. Le stesse complicità si possono, poi, portare fuori, a ricreazione o al campetto.
Lo sport rappresenta una seconda occasione di aggregazione che scavalca la barriera dei pregiudizi. Esistono tanti progetti sviluppati da associazioni non governative orientati in questo senso: nel momento in cui due squadre di calcio si affrontano, la rivalità agonistica prevale sui preconcetti. È quindi possibile estirpare anche le forme residue di razzismo presenti nello sport. Anche la musica serve a questo scopo: l’Orchestra dei Popoli, fondata a Milano, dallo scorso anno raccoglie studenti del Conservatorio vicini al diploma e bambini di tutte le etnie che dimostrino talento musicale. Un altro dei sempre più diffusi esempi virtuosi. I giovanissimi strumentisti vengono seguiti gratuitamente dagli insegnanti dell’Orchestra e godono della possibilità di frequentare un ambiente stimolante e dotato di forte spinta educativa.
Formazione ed educazione, tuttavia, non riguardano solamente le generazioni future. Pregiudizi e discriminazioni fanno parte anche della vita e dell’approccio degli adulti e non è più lecito accampare scuse. Di Rom e Sinti non basta parlare. Le possibili strade rivolte all’integrazione vanno perseguite in maniera efficace. Il presente numero di SocialNews rappresenta un esempio positivo di come siano alla nostra portata gli strumenti utili a comprendere chi siano i 170-180.000 Rom oggi presenti nel nostro Paese. Disponiamo anche dei mezzi per poter superare le incomprensioni e assumerci la responsabilità di vivere in una società non più espressione di una sola nazionalità. Culture, religioni, lingue oggi si fondono in un melting pot che, se siamo disposti ad accettare, agevolerà non solo il nostro benessere, ma anche un miglioramento ed una crescita collettiva. Questi dovrebbero essere proprio gli obiettivi di una società matura.

Massimiliano Fanni Canelles

Viceprimario al reparto di Accettazione ed Emergenza dell'Ospedale ¨Franz Tappeiner¨di Merano nella Südtiroler Sanitätsbetrieb – Azienda sanitaria dell'Alto Adige – da giugno 2019. Attualmente in prima linea nella gestione clinica e nell'organizzazione per l'emergenza Coronavirus. In particolare responsabile del reparto di infettivi e semi – intensiva del Pronto Soccorso dell'ospedale di Merano. 

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