“Luoghi” e “Non luoghi” moderni

Foto: galleriamonteoliveto.it

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La diffusione dell’urbanizzazione e dei mezzi di comunicazione di massa ha sicuramente rotto il tradizionale legame tra il luogo e la situazione sociale che si vive, per cui ad ogni luogo sono associati dei ruoli, delle regole sociali e delle specifiche condotte di vita, confondendo molto le idee legate a vari luoghi: un esempio sono la scuola, la chiesa e la famiglia che definiscono certe identità da assumere, mentre la strada o la piazza diventano non luoghi, cioè luoghi non più legati ad una relazione interpersonale.
Il “Non Luogo” è certo uno spazio attraversato da persone, ma soprattutto uno spazio che non comporta l’assunzione di regole e/o responsabilità, in cui un individuo non può definirsi e tanto meno è capace di costruire trame relazionali, né di raccontare lo scorrere del tempo. Alcuni spazi moderni definiti Non Luoghi dai moderni sociologi sono lo sportello del bancomat in cui si prelevano soldi, il distributore di bevande o di sigarette, una supermercato in cui si va a fare la spesa o anche semplicemente un viaggio in autostrada.
Lo spazio abitato dai giovani è fatto sempre più da non luoghi dove non si sperimentano delle identità, non vi sono particolare richieste situazionali ma solo prescrizioni teoriche (es. “Non si Fuma”, le regole per usare l’ascensore etc…). Ma il Non Luogo può essere utile per offrire al giovane una serie di incontri con la diversità, fuori dalla portata di stereotipi e/o pregiudizi.
Questi Non Luoghi rischiano però di essere spazi in cui vengono costruite delle relazioni basate su una visione dell’altro abbastanza virtuale, senza appunto riconoscere la vera identità delle persone e senza riflettere sulla propria. La struttura urbana che distingue le zone di centro da quelle periferiche distribuisce in modo non omogeneo dei luoghi con funzioni di scambio e socializzazione, i quali sono presenti soprattutto in zone centrali; nelle zone periferiche, invece, i centri aggregativi sono gran pochi, e ciò, come già detto in precedenza, offre pochissime opportunità di auto-realizzazione personale: una conseguenza di ciò è la nascita di gruppi informali di ragazzi, a volte molto giovani, che si ritrovano in luoghi senza particolari caratteristiche utili a qualsiasi cosa.
Si arriva così ad avere dei giovani i cui rapporti sociali sono sempre più poveri, fatti di tempo consumato nell’esclusivo stare insieme: per alcuni giovani questo può essere il momento in cui si manifesta il disagio, in quanto è un momento segnato dalla distruttività dei gesti che vanno dal vandalismo alla microcriminalità, e in alcuni casi all’uso, ma spesso e volentieri fino all’abuso, di alcolici e di droghe di vario genere.

di Mauro Farina

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