Le storie di tre bambini rifugiati:

Marta Vuch

Ismail è un bambino di 13 anni affetto da alcuni problemi di salute. Un difetto di assimilazione dei cibi lo costringerà ad assumere medicinali per tutto il corso della sua vita. Il villaggio dal quale proviene si chiama Kafr Owayed e si trova nella parte rurale di Idlib. La città ha sofferto molto a causa della guerra: sono stati commessi orribili massacri e molte case sono state distrutte dai bombardamenti. Ismail è sfollato con alcuni membri della sua famiglia, purtroppo non tutti. Oggi vive ad Atma, il campo profughi situato al confine con la Turchia. La sua casa è una tenda. Lui vorrebbe andare a scuola o raggiungere l’infermeria, ma le sue condizioni fisiche molto spesso non glielo consentono. Scrive poesie e la sua voce risuona spesso tra le tende quando canta una canzone popolare intitolata “Ataba”. Ha tre desideri: trovare una cura per la sua malattia, rivedere sua sorella e il resto della famiglia che vive ancora nel villaggio, veder finire la guerra.

Iman Al Saleh
è una signorina di 13 anni originaria di Kafr Sajnah, un villaggio situato nel nord della Siria. Ricorda la fuga con la sua famiglia, con quattro sorelle e sette fratelli. La sua famiglia è molto povera, ma era sempre riuscita a sopravvivere. Suo padre era infaticabile: faceva il contadino stagionale lavorando nei campi a seconda delle necessità, ma la guerra ha cambiato tutto. La vita di Iman è sempre stata difficile e segnata da episodi molto tristi, ma quello che ha cambiato per sempre la sua vita è stata la morte di suo padre, caduto mentre portava aiuto ai feriti del bombardamento di Kafr Sajnah. Oggi la casa di Iman è il campo profughi di Atma. La vita si è trasformata in una lotta per la sopravvivenza.

Maram Touman ha oggi cinque anni. Tutti ricordiamo il suo sorriso. Proviene da Al Bara, un villaggio risalente all’età romana situato presso Idlib, nel nord della Siria. Viveva con la mamma ed il fratello Najib, di tre anni, nella casa del nonno. Suo padre è stato catturato e imprigionato all’inizio della rivoluzione. Di lui non si hanno più notizie. Un giorno Maram stava giocando sul balcone della sua casa quando un colpo di mortaio l’ha colpita. È rimasta gravemente ferita. Trasportata all’ospedale vicino alla frontiera turca, è stata poi trasferita ad Antalya a causa delle sue condizioni. Nonostante sia stata sottoposta a molti interventi chirurgici, non potrà mai più camminare, correre o giocare come gli altri bambini. Maram è una bambina coraggiosa e brillante. Oggi vive a Reyhanli, in Turchia, sempre con la madre ed il fratello.

di Marta Vuch
Responsabile Progetti Umanitari Auxilia Onlus

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