Federico Consoli
Insegnare è ascoltare, insegnare è donare. L’allievo necessita d’esser portato per mano alla scoperta di tutto il bagaglio tecnico ed interpretativo di cui ha bisogno per eseguire i brani più disparati.
Qualcuno ha detto “Insegnare è toccare una vita per sempre”: nulla di più vero.
Se lo rapportiamo alla musica, poi, il processo si fa delicatissimo, da subito.
Insegnare a suonare uno strumento musicale, nel mio caso il pianoforte, è innanzitutto ascoltare.
Il gioco è sottile e la creazione ha inizio nell’immediato: quando l’allievo si siede al pianoforte, ogni tasto premuto parla di lui, ogni battuta eseguita racconta il suo vissuto concedendoci in tempo reale frammenti della sua esistenza tradotti in suoni.
È da questo peculiare tipo di ascolto che bisogna partire per intraprendere un rapporto autentico con l’allievo: ciò implica primariamente il concetto di riconoscimento.
Chi abbiamo davanti? È un maschio o una femmina? Sembra scontato ma è importantissimo; riconosciamo dal principio la persona come essere sessuato per consentirle di esprimersi appieno in quanto uomo o donna e ricordiamo che la sua modalità di guardare, di parlare, di muoversi si rifletterà di continuo nel suo modo di suonare.
L’arte sta nel cogliere tutto ciò anche quando vi sono apparentemente delle incongruenze: l’allievo esuberante che suona con grande timidezza o quello riservatissimo che fa incendiare la tastiera… ogni volta lo stupore è notevole: osserviamo che dinnanzi al pianoforte ci si pone disarmati, è come se ci si dicesse “d’accordo, mi arrendo, almeno per questi brevi momenti non metto veli ai miei limiti, alle mie debolezze, ma anche alle mie compensazioni. Ascoltami e guardami. Neppure se lo volessi potrei fingere, mi rivelo per ciò che sono stato fin’ora e ciò che sono in questo istante”.
Se riusciamo a connetterci con questa zona dell’anima così pura il dialogo fluirà sereno: l’allievo percepirà poco alla volta che è possibile aprirsi all’espressione autentica di se stessi qualsiasi siano le circostanze, scoprirà che il pianoforte da severo oggetto sonoro può diventare il vigoroso alleato nell’esplorazione del suo mondo interiore, la sua seconda voce che parla diretta al cuore di chi è disposto ad ascoltare.
Insegnare è ascoltare, insegnare è donare.
Partendo sempre dalla base dell’ascolto e dell’accoglimento, l’allievo necessita d’esser portato per mano alla scoperta di tutto il bagaglio tecnico ed interpretativo di cui ha bisogno per eseguire i brani più disparati.
E qui la donazione del maestro non ha limiti: tutta la sua esperienza dev’esser messa a disposizione come strumento di crescita non solo musicale. Nell’insegnare uno strumento non vi dev’essere indicazione posturale, tecnica o interpretativa che non possa essere sperimentata: ogni input musicale ed ogni suggerimento didattico vanno avvalorati da un riscontro effettivo sulla tastiera.
Nulla rimane nell’aria altrimenti il dono privo di terra non germoglia.
Ed è attraverso questi canali che l’allievo apprende l’arte della disciplina e del rigore nello studio privo di sforzo qualora vi sia presente una solida volontà e prima ancora un grande amore per il pianoforte.
Un grande amore che va alimentato giorno dopo giorno, accettando tutti gli incidenti di percorso, le oscillazioni, i picchi d’euforia e le cadute: va portato continuamente lo strumento nella vita oltre a portare la vita nello strumento.
Insegnare è ascoltare, insegnare è donare, insegnare è creare.
Forte della comprensione nell’accoglimento ed arricchito dal dono, l’allievo può avere la strada aperta alla creazione.
Se il suo viaggio nell’arte dell’imparare a suonare è stato fruttuoso, egli in ogni nota prodotta al pianoforte porterà una parte di sé viva, vibrante e destinata a cedere il posto ad un’altra e ad un’altra ancora, ognuna recante una piccola scintilla del suo essere unico, in una strepitosa danza del divenire in cui si muovono armoniosamente il dare ed il ricevere.
Svelare una parte del tuo intimo sé alla musica ed assistere incantati al miracolo di come questa stessa parte possa esser restituita arricchita di nuove informazioni.
Il mistero della musica nella vita e della vita nella musica:
una crescita infinita.
Federico Consoli
Professore di pianoforte