Con la continua diminuzione di investimenti e finanziamenti nel campo delle politiche sociali, si rende sempre più necessario un coordinamento ed una maggiore valorizzazione delle risorse informali presenti in ogni comunità.
La situazione mondiale è grave e le ricadute sul piano politico, sociale, economico e finanziario sono pesanti. Cresce l’esigenza di elaborare risposte efficaci e di costruire modalità operative che, oltre ad affrontare l’emergenza socio-economica contingente, pongano le basi per nuove politiche di sviluppo che assumano la dimensione della cooperazione e della partecipazione attiva della società civile quale componente imprescindibile per promuovere lo sviluppo socio-economico nel lungo periodo. Tale percorso di sviluppo necessita di un rinnovato orientamento strategico delle politiche socio-economiche che sia frutto di un continuo confronto tra i soggetti promotori ed i soggetti destinatari degli interventi. Deve, inoltre, essere in grado di incidere sul miglioramento della qualità dei servizi in termini di efficacia, economicità ed efficienza. Il coinvolgimento di tutti gli attori della società civile favorisce l’attivazione di un canale di dialogo e cooperazione in un processo partecipativo, una migliore coesione ed una maggiore condivisione delle politiche stesse. Nell’era della globalizzazione, che pervade ogni campo della vita dell’uomo, lo sviluppo di reti di solidarietà diviene elemento posto sempre più spesso al centro dell’attenzione delle politiche sociali. Nel processo di trasformazione e frammentazione della società, l’elemento della partecipazione assume un’importanza sempre crescente tra tutti i sistemi e le reti. Implica di porsi nell’ottica del riconoscimento di una pluralità di soggetti agenti nella realtà sociale e dell’acquisizione della nozione di reciprocità come elemento fondamentale e strategia di intervento. La necessità di collaborazione tra tutti gli attori che compongono il variegato mondo dei servizi sociali pubblici e privati è ormai da tempo assodata da parte degli operatori del settore e costituisce una grande opportunità per il diritto dei soggetti deboli. Porta però con sé anche molte incognite relative alla sua concreta realizzazione. Basti solo ricordare che anche la “semplice” tutela dei diritti fondamentali dell’universalismo, della solidarietà, dell’eguaglianza, è condizionata dalle sempre più limitate risorse economiche disponibili, indispensabili per affermare i diritti delle persone socialmente più svantaggiate.
Con la continua diminuzione di investimenti e finanziamenti nel campo delle politiche sociali, si rende sempre più necessario un coordinamento ed una maggiore valorizzazione delle risorse informali presenti in ogni comunità. Il problema dell’economicità sorge a causa dello squilibrio, qualitativo e quantitativo, tra le scarse risorse disponibili e gli illimitati bisogni da soddisfare. La risposta più efficiente al superamento delle situazioni di bisogno è rappresentata da una presa in carico integrata, idonea a sfruttare i principi del lavoro di rete per organizzare o riorganizzare i servizi. Questa richiede un profondo mutamento culturale. La partecipazione attiva della società civile nei processi di creazione di valore pubblico può certamente essere considerata uno strumento a favore dell’economicità e dell’efficacia dei servizi e rappresenta una risorsa che, se valorizzata, permette un accrescimento dello sviluppo socio economico generale, promuovendo una nuova forma di Democrazia. In essa si crea un maggiore scambio per la costruzione di risposte collettive alla soluzione di problemi complessi e per la ricerca di risposte globali alle situazioni multiproblematiche in cui il risultato prodotto diventa un risultato globale in un continuum di interventi. L’approccio della partecipazione attiva della società civile mira, pertanto, ad una ridefinizione degli interventi che integrino in un unico sistema le risorse formali e quelle informali. Il fine è quello di massimizzare l’efficacia nei confronti dei bisogni e riqualificare la prospettiva di lettura dei fenomeni e dei problemi sociali. Fra servizi pubblici e privato sociale sono necessari rapporti di collaborazione e sinergie che manifestino la presenza di una volontà comune.
Questa deve essere indirizzata verso la costruzione di una mentalità del lavoro sociale che superi le barriere tra il formale e l’informale, in un’ottica di integrazione e concertazione. I progetti di sviluppo dovrebbero pertanto essere finalizzati a promuovere e sostenere un approccio partecipativo mediante la creazione di una rete di relazioni partnerariali stabili con il coinvolgimento degli attori chiave nei processi di sviluppo economico e sociale. La sfida al cambiamento è rappresentata dal superamento di un orientamento settoriale e frammentario attraverso la partecipazione coordinata e sinergica di soggetti differenti e complementari per l’attuazione di progettualità congiunte in una logica di sistema e cooperazione. In questo modo, la società civile può diventare protagonista della propria crescita sociale e contribuire così al miglioramento della qualità della vita, alla crescita delle opportunità ed alla valorizzazione di tutte le risorse necessarie ad uno sviluppo socio-economico armonico e sostenibile. Tali obiettivi si ispirano a modelli di sviluppo territoriale promossi in forma associata da organismi pubblici e privati – Stato, libero mercato, terzo settore – attraverso il sostegno dei processi di rafforzamento della società civile. L’impostazione strategica di fondo si dovrebbe basare sull’ascolto attento e sul confronto tra le parti istituzionali e la società civile, anche per favorire lo scambio ed il trasferimento di esperienze significative, maturate in contesti diversi, e delle migliori prassi, volte ad incrementare e migliorare la qualità dei servizi. Il ruolo delle amministrazioni pubbliche si sta gradualmente trasformando da organizzazioni orientate all’erogazione di servizi ad organizzazioni deputate allo stimolo ed al coordinamento delle reti attraverso modalità operative contraddistinte dalla reciprocità. I soggetti della società civile divengono in tal modo co-decisori delle politiche pubbliche, co-produttori di beni e servizi pubblici e co-valutatori degli effetti economico-sociali dei servizi sul livello di benessere collettivo. La collaborazione civica può infatti considerarsi una determinante fondamentale nel contribuire alla creazione di valore pubblico. Lo sviluppo attuale del welfare state ha portato a considerare la società civile nella sua nuova veste di utente, consumatore e stakeholder, modificando il rapporto con le amministrazioni pubbliche con l’apertura dei processi decisionali politici ai diversi portatori di interesse. Si favoriscono, così, le condizioni per uno sviluppo economico e sociale sostenibile e condiviso.
Attualmente, le esperienze di Democrazia partecipativa si stanno sempre più diffondendo nelle diverse parti del mondo, dalle Nazioni più sviluppate e storicamente democratiche a quelle meno sviluppate o in via di democratizzazione. In esse si assiste all’avvio di un processo lento e graduale in tale direzione. Ciò richiede un costante impegno in termini di supporto e sostegno attraverso interventi comuni di educazione ed accompagnamento allo sviluppo anche a livello globale.
Laura Boy
Funzionario di Servizio Sociale UEPE – Cagliari, Ministero della Giustizia
Responsabile Cooperazione Internazionale Auxilia Onlus