Tutti a Valencia!

Mentalia Puerto è una comunità, aperta e flessibile, in cui si svolgono diversi interventi interdisciplinari di natura bio-psico-sociale. E’ finalizzata alla riabilitazione ed al recupero di persone con gravi disturbi mentali.

E’ passato quasi un anno da quando alcuni professionisti della salute mentale hanno incontrato un gruppo di persone con malattia mentale cronica e una rappresentanza delle loro famiglie, tutti impegnati nell’obiettivo dell’inclusione sociale. Eravamo felici perché l’Unione Europea aveva approvato il nostro progetto “Make-Able”, un’iniziativa innovativa che rispondeva al nostro forte impegno per l’educazione non formale quale chiave per l’empowerment delle persone con malattia mentale cronica. Andavamo a creare uno spazio internazionale di apprendimento per gruppi di persone con disabilità mentale insieme alle loro famiglie e, naturalmente, con dei professionisti. Eravamo tutti molto eccitati. Inoltre, siamo stati scelti per essere i padroni di casa in occasione della prima visita. Abbiamo affrontato una grande sfida: preparare al meglio la visita a Valencia per i nostri nuovi amici. Eravamo consapevoli che stava iniziando un grande progetto comune. Mentalia Puerto è una comunità, aperta e flessibile, in cui si svolgono diversi interventi interdisciplinari di natura bio-psico-sociale. E’ finalizzata alla riabilitazione ed al recupero di persone con gravi disturbi mentali. L’obiettivo è il miglioramento personale e sociale, volto ad acquisire autonomia nel lavoro, al fine di conseguire una vita normale, integrata nella comunità. Abbiamo voluto esplorare, sviluppare, condividere, promuovere e diffondere un nuovo modello positivo di cittadino disabile, un’alternativa costruttiva nella preparazione ad un ruolo più attivo nella società in cui queste persone vivono. Ci concentriamo sulla dimensione educativa attraverso interventi interdisciplinari che prevedono due campi d’azione: il primo si preoccupa di intervenire sulla persona, l’altro agisce nel gruppo svantaggiato che ha bisogno di essere integrato nella società. Ci siamo messi tutti al lavoro per preparare la visita a Valencia. Il primo dei contributi riflette la volontà di far vedere la verità: chi siamo veramente, senza complessi. Abbiamo sviluppato un programma per condividere la nostra vita quotidiana: i nostri interventi e le nostre attività dovevano corrispondere ai nostri pensieri ed ai nostri sentimenti. Esisteva il rischio che lo sforzo richiesto potesse alterare la raggiunta stabilità di certi utenti. Abbiamo dovuto impegnarci per non creare preoccupazioni, né eccessiva euforia. Non abbiamo mai obbligato nessuno alla partecipazione.

La nostra azione socio-educativa è ispirata all’emersione dei valori umani. Gli utenti ed i professionisti, ma anche i membri delle famiglie coinvolte fin dall’inizio, hanno colto che abbiamo dovuto mettere in azione la nostra risorsa più preziosa: l’amore. Il risultato è stato meraviglioso: la visita al nostro centro di Valencia dei partner provenienti da Regno Unito, Italia, Repubblica Ceca, Belgio e Slovacchia ha comportato un apprendimento unico e prezioso per tutti. I professionisti sono stati incoraggiati e motivati ancor di più nel loro lavoro e gli utenti hanno acquisito fiducia in se stessi ed hanno superato le barriere linguistiche con la comunicazione attiva non verbale, attraverso un apprendimento multisensoriale. Si sentivano molto bene. Tutte le famiglie coinvolte si sono dimostrate molto attive, consapevoli della ricaduta positiva. Il nostro motto è stato: ‘Imparare ad imparare” ed è stato splendidamente riportato in un poster creato per l’occasione. Il secondo appuntamento si è tenuto a Udine: quattordici i nostri partecipanti. L’Università Senza Età di Campoformido, il nostro partner italiano, ci ha accolti con la “pasta per tutti” preparata dalle famiglie con tanta gioia ed affetto. Non dimenticheremo mai gli studenti dell’ISIS Percoto, in particolare l’amicizia sviluppatasi in quei giorni. Va sottolineata la partecipazione degli studenti, i quali hanno voluto affrontare una realtà per loro lontana e difficile, il contatto diretto con la malattia mentale come momento di riflessione in un percorso educativo in materia di istruzione. Un esempio di buona prassi da esportare. Per molti nostri utenti questo era il loro primo viaggio. C’era chi ci aveva chiesto: “Perché all’estero si prendono sul serio dei malati di mente? Ci apprezzano o ci vogliono destabilizzare?” E’ valsa la pena? Assolutamente si. Come ignorare il modo in cui un ambiente accogliente è in grado di trasformare le cose? Ora siamo più forti, più uniti, vantiamo obiettivi comuni come lo sradicamento dello stigma e l’integrazione sociale. “Ci sentiamo nuovi, ci siamo messi in gioco in un ambiente sconosciuto, ci siamo sentiti accettati e amati”. E’ sufficiente raccontare che il gruppo di studenti udinesi che ha vissuto con noi questa esperienza ha chiesto di sostituire il viaggio d’istruzione a Lisbona con uno stage a Valencia per condividere la vita della nostra comunità ancor più da vicino, trasformando la stigmatizzazione delle vittime in un bellissimo rapporto tra pari sulla base di vera amicizia. Questo fa parte dell’impatto sociale di Make-Able. Abbiamo sempre optato per l’integrazione della e nella nostra comunità. Oggi andiamo oltre, viaggiamo liberamente, come veri cittadini europei. A Valencia, i giovani studenti udinesi hanno anche rappresentato il loro pezzo teatrale “L’Alienista”, in cui si parla di un mondo senza ospedali psichiatrici, nel quale ogni persona possiede un valore e la vita è degna di essere vissuta.

Guillermo Elvira Vallejo
Direttore Centro Mentalia Puerto, Valencia

Massimiliano Fanni Canelles

Viceprimario al reparto di Accettazione ed Emergenza dell'Ospedale ¨Franz Tappeiner¨di Merano nella Südtiroler Sanitätsbetrieb – Azienda sanitaria dell'Alto Adige – da giugno 2019. Attualmente in prima linea nella gestione clinica e nell'organizzazione per l'emergenza Coronavirus. In particolare responsabile del reparto di infettivi e semi – intensiva del Pronto Soccorso dell'ospedale di Merano. 

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