Le banche delle cellule

In Italia l’attività di conservazione per se stessi del sangue cordonale non è autorizzata. Questo anche perché spesso le cellule proprie non hanno l’effetto terapeutico di quelle provenienti da un donatore. Il Governo, insieme alle Regioni, ha stanziato 10 milioni di euro al fine di razionalizzare e implementare la rete di 18 biobanche pubbliche per la raccolta delle cellule staminali emopoietiche del cordone ombelicale

RocellaIl cordone ombelicale contiene cellule staminali importantissime, perché in grado di replicarsi e dare origine a globuli bianchi, globuli rossi e piastrine. Le staminali emopoietiche del cordone sono utilizzate con successo nei trapianti finalizzati a sostituire un “midollo malato” oppure danneggiato da chemioterapia. Al contrario di quanto accaduto con la ricerca sulle cellule staminali embrionali (per la quale è necessario utilizzare e distruggere embrioni), che nonostante le grandi aspettative della comunità scientifica non ha dato i risultati sperati. Al punto che è stato abbandonato ogni tentativo di arrivare alla clonazione terapeutica, ovvero alla creazione di una “riserva” di cellule da utilizzare al bisogno. Eppure la scienza consente di trovare soluzioni efficaci che non forzino i limiti etici. In Giappone Shinya Yamanaka ha scoperto che è possibile ottenere cellule staminali pluripotenti – con potenzialità applicative che si avvicinano molto a quelle immaginate per le staminali embrionali – da cellule somatiche adulte fatte “ringiovanire”: questa procedura non crea né distrugge embrioni e in più funziona. Anche riguardo alle staminali cordonali, però, esiste un mito da sfatare: è quello secondo il quale rappresentano un patrimonio personale a proprio uso e consumo. Si è infatti diffusa la convinzione errata che sia necessario tenere unicamente per il proprio bambino le cellule del cordone, nell’illusione che rappresentino una sorta di risorsa magica personale, l’assicurazione di dare al proprio figlio maggiori possibilità di risolvere eventuali problemi di salute che dovessero colpirlo in futuro. In Italia l’attività di conservazione autologa, cioè per se stessi, del sangue cordonale non è autorizzata. Al contrario invece di quanto accade in banche private istituite in altri Paesi europei ed extraeuropei, presso le quali è possibile esportare e conservare il proprio sangue cordonale a uso “personale”.

Secondo le più importanti autorità scientifiche nazionali e internazionali, però, la conservazione autologa del sangue cordonale è inutile, se non controproducente. Molti effetti terapeutici non possono essere infatti ottenuti se il sangue cordonale utilizzato è quello del paziente stesso: le cellule generate dalle staminali del paziente, per esempio, molto spesso possono non essere in grado di riconoscere come estranee le cellule malate, visto che provengono comunque dallo stesso organismo. Per questo motivo donare il proprio cordone non rappresenta soltanto un gesto di generosità, ma è soprattutto l’azione più giusta da compiere nell’interesse del proprio figlio e di tutti coloro che possono trarre beneficio dall’uso possibile delle cellule emopoietiche del cordone. Nelle nostre banche ci sono circa 20.000 unità di sangue cordonale. Le cellule staminali del cordone ombelicale sono una necessità primaria del nostro Sistema Sanitario Nazionale ed è molto importante che si arrivi a garantirne una disponibilità il più possibile uniforme su tutto il territorio nazionale. Abbiamo voluto modificare la normativa precedente, varata dal Governo Prodi in finale di legislatura, che consentiva l’ingresso delle biobanche private nel nostro Paese. Questo ingresso avrebbe aumentato ulteriormente la confusione e le possibilità di interpretazioni sbagliate, perché i privati rispondono a logiche di mercato e fanno pubblicità, ma non sempre i messaggi lanciati sono supportati da evidenze scientifiche. Gli effetti dell’attività di soggetti privati in questo settore si possono constatare in molti Paesi europei, dove si è diffusa l’idea sbagliata che conservare il cordone per utilizzo personale serva a garantire al proprio figlio una possibilità in più di curarsi in futuro. Mentre l’unico modo per agire nell’interesse della salute del proprio figlio è unicamente donare le cellule del cordone perché si accresca il patrimonio a uso di tutti. Per questo il nostro Governo, insieme alle Regioni, ha stanziato 10 milioni di euro al fine di razionalizzare e implementare l’ottima rete di 18 biobanche pubbliche per la raccolta delle cellule staminali emopoietiche del cordone ombelicale. E recentemente il nostro ministero ha lanciato una campagna per diffondere un rapporto che offre le informazioni essenziali sull’argomento e spiega l’uso appropriato di queste cellule. Soltanto attraverso una conoscenza seria e corretta si può fare una scelta davvero libera e comprendere che il proprio cordone ombelicale può rappresentare un’enorme risorsa per la collettività.

Eugenia Roccella
Sottosegretario di Stato al Lavoro, Salute e Politiche Sociali

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