Se un delitto o una violenza sono motivate dall’odio nei confronti di un omosessuale o di un transessuale, la pena aumenta rispetto a quella che sarebbe stata applicata se lo stesso delitto avesse avuto altri moventi.
La proposta di legge contro l’omofobia di cui sono relatrice è in discussione in Commissione Giustizia: si tratta dell’estensione della legge Mancino. E questa proposta non è l’unica: dopo qualche mese, si è aggiunta anche quella di Di Pietro, correlata alla mia. Dopo una lunga discussione e diverse audizioni, ho proposto un nuovo testo unificato. Sono convinta che argomenti come questo debbano avere l’approvazione di tutti, o almeno della maggioranza. Negli ultimi mesi, però, c’è stato il decreto sicurezza ed una serie di altri provvedimenti urgenti che ne hanno rallentato l’iter. Entrando nel merito, il testo unificato introduce l’aggravante. Che cosa vuol dire? La proposta di legge prevede l’introduzione di un’aggravante per i reati di omofobia e transfobia: se un delitto o una violenza sono motivate dall’odio nei confronti di un omosessuale o di un transessuale, la pena aumenta rispetto a quella che sarebbe stata applicata se lo stesso delitto avesse avuto altri moventi. E non esistono le circostanze attenuanti o sconti di pena. La gente deve capire che reati come questi aggiungono alla violenza altra violenza, la violenza della discriminazione e del pregiudizio. In Italia non esiste il reato di omofobia e transfobia, a differenza di tutti gli altri Paesi. In Europa ci sono solo 4 o 5 Stati che non hanno ancora legiferato in tal senso: tra questi, Malta, Cipro e la Grecia. La carenza legislativa per quanto concerne la lotta all’omofobia e transfobia è stata ammonita dai molti richiami dell’Unione Europea. Quello che mi consola è che qualche settimana fa le associazioni nazionali omosessuali sono state ricevute dal Presidente della Camera Gianfranco Fini in occasione della giornata internazionale contro l’omofobia. Gli abbiamo chiesto di sostenere come Presidente della Camera la proposta di legge che abbiamo presentato come deputati del Pd, e gli abbiamo chiesto di farsi mediatore per portarla avanti. Speriamo che questa legge venga condivisa da tutti: io sto facendo un grande lavoro per costruire una maggioranza parlamentare, perché le leggi come questa, che sono leggi di civiltà, devono venire approvate trasversalmente. Il mio sforzo è quello di fare in modo che la maggioranza dei parlamentari dia al Paese questa opportunità di crescita culturale, non solo affinché noi omosessuali e transessuali non dobbiamo più sentirci oggetto di discriminazione, ma perché possiamo finalmente sentirci cittadini, a tutti gli effetti, di questo Paese. La legge contro l’omofobia e transfobia potrebbe essere un primo passo, come tutte le leggi di civiltà, per cambiare la cultura italiana. Ma per me la vera grande rivoluzione nel nostro Paese è la normalità dell’omosessualità. Si tratta di un percorso ancora lungo e le Istituzioni dovrebbero occuparsene con più forza: il Parlamento dovrebbe dare un segnale di civiltà agli italiani affinché essi possano crescere. Naturalmente l’accettazione sociale non passa solo attraverso le leggi, ma queste sono importanti perché stabiliscono dei principi di convivenza e di civiltà ai quali tutti dobbiamo sottostare. La prima proposta di legge che ho presentato è stata quella sull’omogenitorialità, che puntava al riconoscimento della figura del cogenitore. In Italia, infatti, esistono 100.000 figli di genitori omosessuali: questi bambini, in genere, hanno soltanto un genitore naturale mentre il genitore non-naturale, in base alla legge, non ha nessun diritto e nessun dovere nei confronti del bambino. Se il genitore naturale muore il bambino perde qualsiasi continuità affettiva e rischia di essere adottato senza considerare che si tratta di un bambino che è cresciuto ed ha già riconosciuto due figure genitoriali! La proposta di legge, quindi, vuole sanare questo vuoto a tutela esclusiva del minore. Una legge del genere creerebbe un dovere da parte del cogenitore nei confronti del bambino: egli verrebbe equiparato all’altro genitore, pur non essendo un genitore naturale. Io sono anche assolutamente favorevole all’adozione da parte delle coppie gay: ci sono studi, compiuti nei Paesi che consentono tale scelta, che dimostrano come i bambini adottati da genitori omosessuali vivano esattamente come tutti gli altri, in un contesto in cui non ci sia discriminazione. Una legge per favorire tali adozioni ci vorrebbe anche in Italia: dire che in questo Paese non c’è ancora una cultura di accettazione nei confronti degli omosessuali è vero, ma rallentare leggi di questo tipo rischierebbe di bloccare un percorso sociale e culturale che va nella direzione di una piena accettazione dell’omosessualità. In questo contesto aggiungo che la legge contro l’omofobia aiuta anche i genitori omosessuali: tutto è importante al fine di creare un contesto culturale di accettazione. Noi omosessuali siamo tutti cresciuti in famiglie eterosessuali, quindi non è vero che chi cresce in una famiglia omosessuale diventa a sua volta gay. Inoltre, il necessario confronto tra il bambino e una figura maschile e una femminile avviene quotidianamente negli ambienti sociali, come la scuola. L’importante è che i genitori omosessuali abbiano una grande attenzione nei confronti dell’educazione dei figli, e che i bambini crescano in un clima di amore e di affetto.
Anna Paola Concia
Parlamentare, Commissione Giustizia, proponente della legge “Misure contro gli atti persecutori
e contro la discriminazione e la violenza determinate dall’orientamento sessuale o dall’identità di genere