Gli effetti sociali di un sisma

L’Istituto di Sociologia Internazionale di Gorizia e gli studi sul terremoto.

Nei giorni immediatamente successivi al terremoto del Friuli del 1976, i ricercatori dell’ISIG hanno svolto sondaggi etnografici, qualcuno ha partecipato alle attività di soccorso, altri sono stati impegnati in attività di sostegno psico-sociale a parenti o amici. Una riflessione su queste prime esperienze, sotto forma di annotazioni impressionistiche, è stata la prima pubblicazione dell’ISIG sul tema dei disastri. Nella fase di ripristino, l’Istituto ha promosso una serie di incontri e consultazioni con esperti di diversa estrazione disciplinare, al fine di fornire ai decisori politici alcune indicazioni potenzialmente utili per il processo di ricostruzione. Contemporaneamente, si è cercato un contatto con gli scienziati sociali che si occupavano della tematica dei disastri ed è iniziata l’acquisizione di materiale bibliografico. I ricercatori dell’ISIG sono stati uno dei primi gruppi in Italia ad occuparsi sistematicamente degli aspetti sociologici dei disastri. Un rapporto privilegiato è stato presto istituito con il Disaster Research Center (Drc, prima all’Università dell’Ohio, successivamente quella del Delaware) che ha formato generazioni di ricercatori, facendoli intervenire sul campo al momento del manifestarsi di disastri di varia origine, prevalentemente negli Stati Uniti, ma anche altrove. Le prime letture e i primi contatti scientifici hanno consentito di formulare una prima griglia di ipotesi sulla risposta sociale al disastro, sottoposta ad una verifica preliminare tramite l’osservazione partecipante e l’analisi di documentazione massmediale. Durante il periodo dello sfollamento, quando molti abitanti delle zone terremotate sono stati trasferiti sull’alto litorale adriatico (Grado e Lignano in particolare), l’Istituto ha collaborato in due indagini sul problema dei ragazzi e sulle aspettative degli adulti. Un’attenzione particolare è stata anche riservata alla tematica dell’animazione comunitaria. È stata prestata consulenza anche per ricerche di tipo socio-economico, promosse da organizzazioni regionali e nazionali sui bisogni delle imprese produttive in diversi settori di attività. Nel 1978, un volume curato da R. Strassoldo e B. Cattarinussi ha raccolto i risultati di numerose ricerche dell’Istituto e le riflessioni scaturite. Tre anni più tardi, un secondo volume è stato dedicato alla valutazione degli effetti sociali del disastro, a distanza di un quinquennio (Cattarinussi, Pelanda e Moretti 1981). Nello stesso anno, un volume ad orientamento maggiormente teorico, non circoscritto alla catastrofe friulana, ha fatto il punto sui diversi approcci allo studio dei disastri, raccogliendo i contributi di sociologi, psicologi, economisti, politologi e urbanisti (Cattarinussi, Pelanda 1981). Fin dalle origini, uno dei punti qualificanti dell’impostazione data allo studio dei disastri da parte dell’Isig è stata la ricerca di competenze internazionali e pluridisciplinari, al fine di sviluppare una prospettiva ampia ed il più possibile articolata sulle fenomenologie oggetto di studio al fine, altresì, di fornire una consulenza non settoriale ad amministratori, operatori, decisori. Un risultato non secondario di tale impostazione è stata la creazione di una vasta rete di contatti con studiosi di tutto il mondo, sia nel campo delle scienze sociali, sia in quello delle scienze fisiche, contatti che si sono ampliati e consolidati nel tempo. Due volumi hanno raccolto i contributi di numerosi studiosi, italiani e stranieri, proponendosi di fare il punto sullo stato dell’arte e di stimolare, anche in Italia, l’interesse per un approccio pluridisciplinare allo studio dei disastri (Di Sopra, Pelanda 1984; Dynes, De Marchi e Pelanda 1987).

Massimiliano Fanni Canelles

Viceprimario al reparto di Accettazione ed Emergenza dell'Ospedale ¨Franz Tappeiner¨di Merano nella Südtiroler Sanitätsbetrieb – Azienda sanitaria dell'Alto Adige – da giugno 2019. Attualmente in prima linea nella gestione clinica e nell'organizzazione per l'emergenza Coronavirus. In particolare responsabile del reparto di infettivi e semi – intensiva del Pronto Soccorso dell'ospedale di Merano. 

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