In ogni parte del mondo ci sono donne che tra difficoltà e repressione crescenti e mettendo a rischio la loro stessa vita svolgono un ruolo importante per migliorare la situazione dei diritti umani delle donne e quelli dell’intera società in cui vivono.
In occasione della Giornata internazionale delle donne, Amnesty International ha scelto di rendere omaggio alle donne che lottano per la promozione e la difesa dei diritti umani in tutto il mondo. In quanto madri, sorelle, figlie, mogli e, prima ancora, cittadine e attiviste, le donne sono spesso in prima linea nella lotta alla violenza di genere e alle altre violazioni dei diritti umani. L’8 marzo rappresenta il momento per celebrare l’impegno delle donne a favore della libertà e della giustizia per tutti: in quest’occasione, Amnesty International intende sottolineare l’azione di tutte quelle donne che, in ogni parte del mondo, tra difficoltà e repressione crescenti e mettendo a rischio la loro stessa vita, svolgono un ruolo importante per migliorare la situazione dei diritti umani delle donne e quelli dell’intera società in cui vivono. Shahla, un’attivista afgana che dirige una casa rifugio per donne a rischio di violenza domestica, sessuale e matrimoni forzati, è un esempio dell’impegno profuso dalle donne, che spesso vengono spaventate affinché abbandonino la loro attività in favore dei diritti umani. “Sto ricevendo minacce di morte e hanno tentato di rapire mio figlio di nove anni” – confida – “Le persone che mi minacciano dicono chiaramente che dovrei chiudere la casa rifugio e che se non lo faccio ne pagherò le conseguenze.” Come Shahla, anche le altre coraggiose attiviste afgane che osano sfidare la discriminazione subiscono frequentemente intimidazioni e attacchi dai leader locali, alcuni dei quali sono membri del governo centrale, dai talebani e altre forze anti-governative e, a volte, anche dalle loro stesse famiglie. In Iran le donne subiscono una grave discriminazione legale. Sono escluse dai ruoli chiave nell’amministrazione dello stato e non possono svolgere alcune professioni. Non hanno pari diritti nel matrimonio, nel divorzio, nella custodia dei figli e nella successione; un atto criminale viene punito meno severamente se a subirlo è una donna. Negli ultimi anni, in concomitanza con un ulteriore irrigidimento della situazione, le attiviste che lottano per porre fine alla discriminazione legale nei confronti delle donne sono diventate sempre più numerose. Esse hanno dato vita ad un movimento, la Campagna per l’eguaglianza, attualmente al centro di un duro attacco da parte delle forze di sicurezza e della magistratura: queste donne sono state pubblicamente accusate dal ministro dell’Intelligence di partecipare ad una cospirazione nemica volta a provocare una “sovversione” nella Repubblica islamica dell’Iran e hanno subito gravi limitazioni alla loro libertà d’opinione e personale, fino alla detenzione arbitraria o senza possibilità di difesa. In Afghanistan come in Iraq, in Sudafrica e in molti altri Paesi, il ruolo delle donne nel determinare un cambiamento nella situazione dei diritti umani è ed è stato fondamentale. Le donne sono in prima linea nell’affermare, tra gli altri, i diritti delle popolazioni indigene, delle minoranze etniche e religiose, degli omosessuali e degli appartenenti ai sindacati. Le donne si oppongono all’impunità e al silenzio che circondano ancora la violenza di genere e in particolare lo stupro. Supportano e offrono aiuto alle numerose vittime di violazioni dei diritti umani ed ai loro familiari nel chiedere giustizia; sono impegnate in progetti per la protezione delle sopravvissute alla violenza sessuale e, in quanto vittime in prima persona, testimoniano nei processi contro i responsabili delle violenze. Come sindacaliste, hanno difeso i diritti dei lavoratori; come avvocate, si sono attivate nel cercare riparazione per le vittime di violazioni dei diritti umani. In molte parti del mondo, le donne hanno fondato movimenti per i diritti umani. Proprio per il loro impegno, sono molto più a rischio e doppiamente vulnerabili, perché donne e perché attiviste. La loro credibilità e la legittimità del lavoro che svolgono sono spesso minate e messe in dubbio perché affrontano temi come i diritti sessuali e riproduttivi o la libertà di espressione, considerati minacciosi o potenzialmente distruttivi nei confronti di alcune tradizioni culturali e religiose e usanze sociali. Per queste ragioni, le donne sono oggetto di reazioni fortemente negative da parte delle forze conservatrici. Sfidare le regole della tradizione, della cultura e della religione comporta spesso alti livelli di marginalizzazione, pregiudizio ed ostilità nei confronti delle attiviste; in alcuni casi, si arriva alla violenza vera e propria, anche da parte dei membri delle loro comunità di appartenenza. Ciò avviene a maggior ragione proprio perché la condizione delle donne è considerata, in molte società, un marcatore della cultura e della religione. Amnesty International chiede che il contributo delle donne attiviste sia adeguatamente riconosciuto e supportato e sollecita gli Stati a proteggerle, in quanto giocano un ruolo fondamentale nel generare cambiamento sociale e nel rivendicare diritti umani per tutti. Amnesty International sottolinea con forza il ruolo di agenti di cambiamento delle attiviste per i diritti umani e lancia alcuni appelli a supporto e difesa della loro azione in Sudafrica, Haiti, Grecia, Venezuela e Messico. Per aderire alle azioni è sufficiente andare alla pagina degli appelli sul sito www.amnesty.it e firmare on-line.
Alessandra Gerbo
Coordinamento donne, Amnesty International – Sezione Italiana