L’Italia porta avanti progetti volti al recupero ed al reinserimento sociale dei minori ex-combattenti e delle vittime dei conflitti nei settori dell’istruzione, dell’educazione, del recupero delle disabilità fisiche, della formazione professionale.
La difesa dei diritti dei bambini nelle situazioni di conflitto armato ha ricevuto in questi ultimi anni una crescente attenzione in ambito Nazioni Unite, attenzione che ha portato all’istituzione da parte dell’Assemblea Generale dell’Ufficio del Rappresentante Speciale del Segretario Generale per i bambini e i conflitti armati e la creazione di un apposito Gruppo di Lavoro del Consiglio di Sicurezza.
L’Italia è sempre stata sensibile a questo tema, ed ha realizzato un’ampia ed efficace azione a favore dei bambini coinvolti in conflitti armati, sia in quanto membro non permanente del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite nel biennio appena conclusosi, sia come principale donatore dell’Unicef e con progetti della nostra Cooperazione.
E’ stata italiana, ad esempio, l’iniziativa che ha condotto all’inserimento di specifiche clausole, relative alla protezione dei bambini nei conflitti, nei mandati delle Missioni ONU approvate dal CdS.
La Cooperazione Italiana porta avanti progetti in questo settore ormai da diversi anni, a partire dall’organizzazione nel 2004 a Freetown della Conferenza “From War to Classroom. From Crisis to recovery”. Si tratta di interventi realizzati in Paesi quali Sierra Leone, Niger, Liberia, Senegal, Mali e Colombia, volti al recupero ed al reinserimento sociale dei minori ex combattenti e delle vittime dei conflitti nei settori dell’istruzione, dell’educazione di base, del rientro assistito in famiglia e nelle comunità di appartenenza, del recupero delle disabilità fisiche, della formazione professionale accompagnata da forme di sostegno psicologico per superare i traumi e nel settore della giustizia minorile.
In coincidenza con la Giornata Universale del Fanciullo, l’Italia ha poi organizzato quest’anno, insieme all’UNICEF ed al Segretariato ONU, un programma di eventi dedicati al tema dei bambini nei conflitti armati.
Tra questi spicca un’iniziativa da tempo oggetto di discussioni in ambito ONU ma mai concretizzatasi: radunare a Palazzo di Vetro un gruppo di ex-bambini soldato ed oggi affermati attivisti internazionali su questo tema. Il gruppo, che si è riunito presso il Palazzo di Vetro, ha deciso di dare vita al “Network of Children Formerly Affected by War”, che agirà sotto l’egida delle Nazioni Unite e della cui nascita il nostro Paese è stato vero e proprio “padrino”.
L’Italia ha sponsorizzato inoltre una mostra fotografica dal titolo “Children of War: Broken Childhood”, allestita presso il Palazzo di Vetro, che raccoglie foto di bambini soldato scattate da noti fotografi di guerra.
Si tratta di iniziative che servono anche a sensibilizzare l’opinione pubblica internazionale su questo tema. Nonostante alcuni progressi e gli sforzi della comunità internazionale, infatti, decine di migliaia di minori sono purtroppo ancora impiegati in conflitti e restano esclusi dai programmi di disarmo e riabilitazione. E le bambine soldato sono le più penalizzate e invisibili.
In ottemperanza agli impegni assunti in sede internazionale, il nostro Paese certamente continuerà ad impegnarsi per porre fine all’arruolamento illegale dei bambini, proseguendo la sua azione in favore dell’adozione non solo di interventi di recupero, ma anche di programmi sociali efficaci in grado di contrastare le cause che alimentano questo tragico fenomeno.
Franco Frattini
Ministro degli Affari Esteri