Perchè anche sulla scuola… non facciamo gli americani…

Ormai è scontato che la moda che amiamo di più è quella di sentirci un pò tutti Barack Obama. In particolare la malattia ha coinvolto i nostri politici di destra e di sinistra. Ed anche sulla scuola tutti giurano che il modello da applicare è quello del nuovo Presidente degli Stati Uniti funziona. Nel senso che come ha scritto giustamente Giuliano Da Empoli su Il Riformista qualche giorno fa e s’ispira a quello tracciato dalla brava manager pubblica Michelle Rhee che su incarico del sindaco di Washington, Adrian Fenty, ha messo a posto conti e personale. Nei primi sei mesi di attività ha licenziato 98 funzionari, 24 presidi, 22 vicepresidi, 250 insegnanti e 500 supplenti. Ha poi detto che avrebbe chiuso 23 scuole sottoutilizzate e ne avrebbe ristrutturate altre 26.Pensate una rivoluzione del genere in Italia dove i veti incrociati non avrebbero permesso alla Rhee nemmeno di iniziare questo costruttivo lavoro. Il patto che lei ha fatto con gli insegnanti è di tenerli a tempo indeterminato con lo stesso stipendio o a contratto con stipendio raddoppiato. Alcune ed alcuni di loro hanno accettato la sfida ed i risultati non si sono fatti attendere. Da Empoli nel suo articolo si chiede se davvero nel nostro Bel Paese politici e sindacati sarebbero capaci di reggere l’urto di un terremoto simile. Nel senso che la Rhee ha recluatato per le scuole di Washington i migliori docenti, ricercatori, giornalisti professionisti e li ha assunto al posto di quelli che riteneva non idonei.Ha assunto e licenziato. Migliorato la qualità della scuola ed ottenuto risultati brillanti.Ecco l’Italia se vuole veramente obamizzarsi e quindi “abbronzarsi” deve fare scelte dolorose, ma non soltanto in termini di tagli, ma anche di promuovere la qualità a discapito di altro. Diversamente continueremo a vivere in uno pseudo-ambiente. Si, come quello dell’individuo nella concezione dello studioso Walter Lippmann, giornalista di professione ma attento agli orientamenti di filosofia, sociologia e psicologia.
Egli, non considera i suoi problemi personali come campioni parziali del mondo in genere.
Considera invece i racconti del mondo in genere come ingrandimento momento della sua vita personale”.
Noi continueremo a rilevare come il mondo di Obama è quello che ci vuole per noi. Nel frattempo andremo da un’altra parte. Però in compenso continueremo a tagliare, scioperare, litigare, previsare, stigmatizzare sempre nel dubbio di Giorgio Gaber su che cosa è di destra o sinistra.
E la scuola, come le stelle, resta a guardare, incredula, attonita…così.

Francesco Pira*
Sociologo, Docente Di Comunicazione e Relazioni

Pubbliche Università Degli Studi Di Udine 


Massimiliano Fanni Canelles

Viceprimario al reparto di Accettazione ed Emergenza dell'Ospedale ¨Franz Tappeiner¨di Merano nella Südtiroler Sanitätsbetrieb – Azienda sanitaria dell'Alto Adige – da giugno 2019. Attualmente in prima linea nella gestione clinica e nell'organizzazione per l'emergenza Coronavirus. In particolare responsabile del reparto di infettivi e semi – intensiva del Pronto Soccorso dell'ospedale di Merano. 

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