Quando la malattia mentale colpisce un minorenne

Spesso si tende a pensare ad un malato psichiatrico adulto lasciato solo a se stesso, in un centro o tutelato dai servizi e dalle asl, ma i malati psichiatrici non sono solo adulti ci sono anche i bambini e i ragazzi che una famiglia ce l’hanno e che si trovano da un giorno all’altro a scontrarsi con una realtà sconosciuta e distruttiva; la malattia mentale fa paura, il bambino viene a volte marchiato e con lui la famiglia, si ha paura dell’anormalità figuriamoci se nel mondo d’oggi dove tutto è rivolto alla più assoluta apparenza non può preoccupare o nella migliore delle ipotesi far pena un ragazzino in preda a crisi , ma i genitori di questi ragazzi non hanno bisogno della pena, né della compassione, né dell’ignoranza ma di strutture, di supporto, di amore. In Italia ci sono pochissime comunità per bambini con malattie comportamentali e psichiche, nessuno lo sa fintanto che un giorno si trova costretto a cercare un centro dove poter curare il proprio figlio e scoprire che dovrà mandarlo come minimo a 500 km dal produttivo nordest o, come è capitato a me, dall’altra parte dell’Italia, dove ci sono buone strutture ma tu non puoi stare vicino a tuo figlio, stringergli la mano, fargli coraggio, dirgli che tutto finirà presto; un genitore ha bisogno di trovare principalmente dentro di lui il coraggio e la forza, ha bisogno di aiuti importanti da parte dei servizi, di parlare con qualcuno che possa capirlo, che capisca cosa vuol dire da un momento all’altro veder cambiare tuo figlio e perderlo perché qualcosa è scattato nella sua mente, o forse c’e’ sempre stato ma non sei mai stato in grado di leggerlo, quanti genitori anche di fronte alla realtà della malattia pura si addossano colpe, si assumono responsabilità per non voler vedere la malattia mentale pur di esorcizzare questo male feroce che in molti casi entra nella vita dei pazienti e delle loro famiglie senza più trovare la via d’uscita. L’altro giorno ho letto un libro di Simone Cristicchi sulla malattia mentale e sui vecchi manicomi, mia figlia non crescerà in quei posti, mia figlia vedrà ancora il sole e amerà la vita perché a me il buio della sua mente non fa paura ma se un giorno qualcuno ci chiederà grazie a chi saremo libere e felici potrò solo rispondere grazie a noi stesse che ci siamo aiutate, sostenute, amate, rincuorate guardandoci negli occhi e sconfiggendo senza un male che ancora fa così tanta paura

A. P.

Massimiliano Fanni Canelles

Viceprimario al reparto di Accettazione ed Emergenza dell'Ospedale ¨Franz Tappeiner¨di Merano nella Südtiroler Sanitätsbetrieb – Azienda sanitaria dell'Alto Adige – da giugno 2019. Attualmente in prima linea nella gestione clinica e nell'organizzazione per l'emergenza Coronavirus. In particolare responsabile del reparto di infettivi e semi – intensiva del Pronto Soccorso dell'ospedale di Merano. 

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