Se l’operatore di ultima istanza è più efficiente, allora anche i venditori liberi, che con esso devono competere, saranno spinti, in un circolo virtuoso, verso la ricerca di un maggiore livello di efficienza, al fine di attrarre il maggior numero possibile di consumatori verso le proprie offerte commerciali.
La Direttiva Europea 2003/54/CE, recepita in Italia con il decreto legge 18 giugno 2007, n. 73[1], ha fissato al primo luglio 2007 la scadenza per il completamento del processo di liberalizzazione della vendita al dettaglio di energia elettrica. Il perfezionamento della riforma si è concretizzato nell’estensione della qualifica di “cliente idoneo”, ossia libero di acquistare energia da un fornitore di propria scelta, a tutti i clienti finali, inclusi i domestici[2]. Durante tutto il processo di modifica dell’assetto del mercato elettrico, è stato privilegiato un approccio graduale, in grado di garantire una transizione armonica verso le nuove regole e le nuove logiche disciplinanti il funzionamento del settore. Ciò è servito da una parte a stimolare, anche nell’opinione pubblica, una maggiore consapevolezza delle conseguenze derivanti dall’introduzione di meccanismi di mercato e dall’altra a proteggere i consumatori dai possibili contraccolpi derivanti dal naturale assestamento del nuovo sistema.
Tale logica, attentamente declinata a seconda del segmento di clientela di riferimento, è riscontabile pienamente nell’istituzione del servizio di salvaguardia[3]. Il servizio di salvaguardia è stato creato per tutti i clienti di grandi dimensioni[4] che non vogliano e/o non riescano a trovare un fornitore di energia elettrica nel libero mercato che soddisfi le proprie esigenze di consumo (si pensi, ad esempio, alle imprese localizzate in zone particolarmente disagiate oppure a quelle che sono caratterizzate da un alto rischio di controparte). L’esercente il servizio di salvaguardia agisce come un fornitore di ultima istanza, a cui è attribuita la responsabilità di offrire un servizio universale su tutto il territorio nazionale, inteso come un servizio di una qualità prestabilita, accessibile a tutti ad un prezzo ragionevole. Il principale elemento di novità che differenzia il servizio di salvaguardia dagli strumenti tradizionalmente utilizzati per assicurare la continuità della fornitura sta nel fatto che gli esercenti sono individuati mediante procedure concorsuali, definite per macroaree territoriali: si supera in questo modo il tradizionale legame tra i clienti e le imprese di distribuzione (o le società di vendita ad esse collegate), che storicamente hanno ricoperto il ruolo di fornitori di ultima istanza. Per la prima volta, non solo a livello nazionale, ma anche a livello europeo, un sistema di tutela dei consumatori viene costruito utilizzando un meccanismo di mercato come l’asta, che, dal punto di vista economico, presenta il vantaggio di trasferire sul consumatore tutti i benefici derivanti dalla concorrenza per il mercato messa in atto dagli operatori che partecipano alla gara. Con la salvaguardia viene quindi realizzato un ragionevole trade-off tra l’esigenza di protezione del consumatore e la necessità di garantire lo sviluppo e il funzionamento efficiente del mercato concorrenziale.
D’ora in avanti, per i clienti di grandi dimensioni, sono dunque sanciti l’abbandono del sistema di valorizzazione dell’energia elettrica basato su tariffe e l’approdo ad un sistema basato su prezzi di mercato, il cui andamento ricalca, in una struttura concorrenziale, quello dei costi effettivamente sostenuti per il servizio. Tali consumatori possono scegliere, infatti, se acquistare l’energia alternativamente da un operatore “libero”, che, come tale, disegna le offerte commerciali sulla base dei propri costi, oppure dall’esercente la salvaguardia attivo nella zona di riferimento. Tale fornitore è tenuto ad offrire un prezzo dell’energia elettrica pari alla media mensile dei prezzi di borsa nelle ore appartenenti a ciascuna fascia oraria (Prezzo Unico Nazionale-PUN per fasce), sommato ad un parametro economico Ω espresso in €/MWh. Il valore di quest’ultimo è commisurato all’ammontare dei costi che l’esercente il servizio sostiene per l’attività commerciale, per la copertura dei crediti in caso di morosità del cliente, nonché per seguire il profilo di prelievo specifico dei propri clienti. Esso è inoltre la variabile in grado di determinare la vittoria o la sconfitta degli operatori che partecipano alla gara: ciascuna macroarea sarà, infatti, servita per un periodo di due anni dal venditore che per quella specifica zona ha offerto il valore più basso del parametro. E’ possibile notare che, in entrambi i casi, acquistando da un operatore libero o accedendo al servizio di salvaguardia, i consumatori pagano l’energia a prezzi di mercato.
La prima asta per l’assegnazione della salvaguardia, a cui hanno partecipato 9 operatori, si è conclusa nel febbraio 2008 con il seguente esito:
Anche se non sono stati ancora resi pubblici i dati sullo switching (cambiamento del fornitore) dei clienti serviti in salvaguardia, nella presentazione della Relazione Annuale dell’Autorità per l’energia elettrica e il gas del 10 luglio scorso, si è parlato di 180.000-200.000 punti di prelievo che sono stati trasferiti verso gli operatori aggiudicatari della gara. L’eterogeneità del valore del parametro Ω offerto in sede d’asta non deve sorprendere: esso riflette, da un lato, il diverso livello di costo che l’esercente la salvaguardia sostiene per servire i consumatori e, dall’altro, il diverso valore attribuito ai clienti dai partecipanti all’asta. Rimandando al futuro un’analisi puntuale delle singole determinanti dell’Ω, in questa sede è possibile fare almeno una considerazione preliminare sul risultato dell’asta, analizzando i dati sulla morosità dei clienti in salvaguardia, raccolti dall’Acquirente Unico. Un dato è particolarmente significativo: la percentuale delle imprese morose operanti nel nord e servite in bassa tensione è, in media, meno di 1/3 di quella delle imprese con le medesime caratteristiche di consumo, localizzate al centro-sud e nelle isole; ciò significa che, da questo punto di vista, chi esercita il servizio di salvaguardia al nord sostiene minori costi rispetto a chi lo esercita al centro-sud e nelle isole, in quanto è in grado di recuperare più velocemente i propri crediti nei confronti dei clienti. I minori costi sostenuti dall’esercente il servizio si riflettono nel valore dell’Ω, traducendosi immediatamente in prezzi inferiori per i consumatori (al nord, infatti, il valore dell’Ω è inferiore di più di 4 €/MWh rispetto al centro-sud e alle isole), con un impatto complessivamente positivo sia sul livello di efficienza, sia su quello di trasparenza del sistema. TASSO DI MOROSITÁ[5] DEI CLIENTI IN SALVAGUARDIA (%) (febbraio 2008, elaborazione IEFE su dati AU)
Il sistema dell’asta favorisce, dunque, il conseguimento dell’obiettivo di efficientamento del settore, poiché incoraggia e semplifica l’ingresso nel mercato di nuovi operatori, i più efficienti appunto, che possono utilizzare la salvaguardia anche come mezzo per farsi conoscere al grande pubblico, superando le diffidenze dei consumatori: ne è un esempio Exergia, che, grazie alla competitività delle sue offerte, è riuscita ad accaparrarsi il servizio in tutte le regioni del nord, aumentando, in questo modo, anche le probabilità di essere scelta in un momento successivo dalle imprese che decideranno di abbandonare il servizio tutelato. L’ingresso di nuovi operatori nel segmento della vendita è peraltro l’obiettivo ultimo della liberalizzazione: più venditori significano più concorrenza, quindi prezzi inferiori e/o servizi migliori. Il servizio di salvaguardia erogato secondo le modalità poc’anzi descritte è entrato in operatività l’1 maggio 2008. Durante il periodo intercorso tra il recepimento della Direttiva e l’espletamento delle procedure concorsuali, è rimasto in vigore un servizio transitorio, erogato dalle imprese di distribuzione o dalle società di vendita ad esse collegate, a prezzi e condizioni previamente resi pubblici e autonomamente definiti dalle stesse imprese esercenti sulla base di meccanismi di mercato. Data l’impossibilità di prevedere l’andamento futuro dei prezzi di borsa, per valutare la bontà degli esiti dell’asta, una prima analisi è stata realizzata dallo IEFE[7] attraverso il confronto tra le condizioni economiche offerte da Enel Energia (società di vendita collegata ad Enel Distribuzione) nel periodo transitorio compreso tra gennaio ed aprile, con le condizioni che la medesima società sarebbe stata tenuta ad offrire in quanto aggiudicataria della gara se l’asta fosse già stata attiva in quel periodo[8]. Per rendere possibile il confronto, è stato calcolato in corrispondenza di ciascuno dei quattro mesi considerati un prezzo medio ponderato ipotizzando una certa distribuzione dei consumi tra le fasce orarie. I risultati sono riportati nel grafico sottostante. Come è possibile notare, per tutto il periodo considerato, i prezzi d’asta stimati risultano più convenienti di quelli definiti sulla base delle regole adottate durante il regime transitorio, con una forbice che inizia ad allargarsi in corrispondenza del mese di febbraio per raggiungere il suo massimo a marzo, quando la differenza media supera i 20 €/MWh (pari al 17,4% in termini percentuali), per poi chiudersi, ma non completamente, ad aprile con un gap medio che si attesta intorno ai 3 €/MWh (il 3%). I risultati dell’analisi sono dunque positivi anche se, è bene ricordarlo, l’andamento del prezzo di borsa dell’energia elettrica, che rappresenta la variabile principale all’interno della struttura dei prezzi, non è prevedibile con certezza a priori. CONFRONTO PREZZI DI SALVAGUARDIA In conclusione, è utile notare che, con la scomparsa del sistema tariffario per i clienti di maggiori dimensioni, le condizioni economiche proposte nell’ambito del servizio di salvaguardia incidono indirettamente anche sui contratti conclusi nel mercato libero, in quanto diventano l’unico riferimento per la valutazione della convenienza delle offerte degli operatori di mercato. In questo senso, è probabile che i benefici derivanti dall’introduzione di un meccanismo d’asta per l’assegnazione del servizio di salvaguardia si propaghino anche nel mercato libero: se l’operatore di ultima istanza è più efficiente, allora anche i venditori liberi, che con esso devono competere, saranno spinti, in un circolo virtuoso, verso la ricerca di un maggiore livello di efficienza, al fine di attrarre il maggior numero possibile di consumatori verso le proprie offerte commerciali. Silvia Concettini |