Quali regole e come accettarle

Le norme hanno senza dubbio limitato il rischio infortuni nei cantieri edili ma sono rispettate soprattutto nei grandi cantieri. Questo perché solo qui i Coordinatori per la sicurezza sono quasi sempre professionisti incaricati di gestire esclusivamente quest’aspetto dell’opera

Eevidente per tutti che qualsiasi settore lavorativo presenta diversi potenziali di rischio correlati sia al tipo di lavoro svolto sia ai macchinari impiegati. Ci sono però delle categorie maggiormente a rischio infortuni rispetto ad altre, l’edilizia è una di queste. La maggior parte degli incidenti, anche mortali, che avvengono in campo edile sono da attribuirsi alle inadempienze delle aziende rispetto alla normative vigenti. Talvolta, però, anche alla negligenza dei lavoratori che sottovalutano i pericoli e tendono ad evitare le misure di protezione (accorgimenti che disgraziatamente vengono visti come un rallentamento del lavoro e non come un mezzo da adoperare per preservare la propria incolumità). Sono sempre più numerosi gli obblighi di legge il cui scopo è quello di garantire la sicurezza, prevenire gli incidenti ed assicurare un luogo di lavoro sano ai dipendenti. Ciononostante gli infortuni continuano a verificarsi con una certa regolarità. Nel 1994 fu promulgato il D.L. n. 626, non ancora specificatamente dedicato al cantiere edile. Fece proprie otto direttive C.E.E. sul perfezionamento delle procedure per migliorare sicurezza e salute dei lavoratori, introducendo nuovi modelli organizzativi. Furono inserite due nuove figure giuridiche: il Responsabile del servizio di prevenzione e protezione dai rischi (SPP) e il Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza (RLS). Con il D.L. n. 494 del 1996, si è cercato di porre regole precise anche al cantiere edile, reputato come luogo di produzione temporanea e mobile. Sebbene fosse stata individuata la figura del Responsabile dei lavori e quella del Coordinatore della sicurezza in fase di progettazione ed esecuzione ed al tempo stesso assegnata maggiore responsabilità all’assuntore dei lavori, Il D.L. n. 494 lasciava ancora spazio a troppe incertezze interpretative. Successivamente, con il D.L. n. 528/1999 sono stati precisati i doveri e obblighi del Committente, del Coordinatore in fase di progettazione e in fase d’esecuzione, dei lavoratori autonomi ed i contenuti del piano di sicurezza e coordinamento. Qualche anno dopo, con il D. L. n. 222/2003, sono stati ulteriormente precisati i contenuti minimi dei piani di sicurezza e coordinamento e dei piani operativi di sicurezza che le imprese sono tenute a presentare. Infine, il D. L. n. 276/2003 (legge Biagi, all’Art. 86 comma 10) ha posto fra gli obblighi del Committente o del Responsabile dei lavori, la richiesta del certificato di regolarità rilasciato da Inail e Inps con conseguente obbligo di trasmetterlo prima dell’inizio dell’attività all’Amministrazione concedente. Le norme hanno senza dubbio limitato il rischio infortuni nei cantieri edili, ma rimane il problema che purtroppo, sono rispettate solo nei grandi cantieri delle opere pubbliche. Questo perché i Coordinatori per la sicurezza sono quasi sempre professionisti incaricati di gestire esclusivamente quest’aspetto dell’opera. Nei piccoli cantieri, ed in particolare nei subappalti, le cose sono molto diverse e decisamente più complicate. L’apparato legislativo viene affidato al capomastro, che al contrario dei professionisti impiegati nei grandi cantieri, ha il compito di svolgere tutta una serie di mansioni pratiche. Proprio per questo motivo, quando messo davanti alle normative si vede costretto a fare qualcosa che non solo non reputa di sua competenza, ma che dal suo punto di vista gli fa persino “perdere del tempo”. In effetti, oggigiorno il capomastro è tenuto a consultare il Piano operativo di sicurezza, predisposto dal suo datore di lavoro, nel quale sono presenti tutte le prescrizioni per il lavoro della giornata. Prescrizioni che vanno dal come realizzare il ponteggio del cantiere, a come posare i mattoni su di esso, al tipo di scarpe e guanti da adoperare. Tutto questo non sempre viene visto di buon occhio perché la tendenza è quella di lavorare in maniera concreta, veloce perché ci sono sempre dei termini di scadenza che impongono uno svolgimento incalzante dei lavori. Il punto è che le norme devono essere seguite, altrimenti ridurre il rischio di incidenti nei cantieri diventa difficile. Di questo devono prendere atto tutte le persone coinvolte nel processo di costruzione.

Davide Bordon
Architetto e titolare dell’impresa genercos

Massimiliano Fanni Canelles

Viceprimario al reparto di Accettazione ed Emergenza dell'Ospedale ¨Franz Tappeiner¨di Merano nella Südtiroler Sanitätsbetrieb – Azienda sanitaria dell'Alto Adige – da giugno 2019. Attualmente in prima linea nella gestione clinica e nell'organizzazione per l'emergenza Coronavirus. In particolare responsabile del reparto di infettivi e semi – intensiva del Pronto Soccorso dell'ospedale di Merano. 

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