In un video game giapponese, “ Rule of rose “ una bambina viene attirata da suoi coetanei in un orfanotrofio per essere sottoposta ad una serie di torture come il seppellimento e la coabitazione forzata con topi, insetti e piccoli mostri. La tecnica della diffusione on-line e il contenuto di tali giochi non può non farci ricordare alcuni reality-show, dove i concorrenti per aspirare alla vittoria si devono sottoporre a prove umilianti
Secondo una recente indagine del Telefono Azzurro Eurispes il 27% dei ragazzi ha dichiarato di aver subito atti di bullismo nelle aule scolastiche. Ma sarebbe sciocco pensare che il bullismo sia un fenomeno solo di oggi. Anche nel mio passato ho assistito e subito atti di bullismo per il mio essere transgender. Già ai tempi della scuola elementare, i miei compagni mi facevano la pipì nelle scarpe quando, dopo essermi cambiata, frequentavo l’ora di educazione fisica. Un atteggiamento che mi costrinse a restare in aula a ripassare le lezioni delle ore successive e mi impedì di partecipare alle lezioni di ginnastica.
Le classi single-sex sono state volute per lo più dalle scuole private di matrice religiosa, ma in tutta Italia le classi miste erano rese possibili già dalla Riforma Scolastica dal 1963. Tuttavia le classi elementari, ed alcune medie, negli anni passati sono state spesso divise in maschi e femmine con evidente aumento del clima cameratesco e violento nei gruppi solo maschili e riduzione del bullismo nelle classi miste.
Oggi però il fenomeno del bullismo si è arricchito di nuove sfaccettature grazie ai sistemi di diffusione mediatica quali internet e la videotelefonia. I recenti episodi che hanno visto la diffusione sul motore-portale “google” del pestaggio di un ragazzo diversamente abile dimostrano che nei ragazzi la cultura violenta , nel tentativo di eguagliare l’espressione televisiva, si esprime con forme approssimative, ma già efficaci, di sceneggiatura, regia e di videoripresa.
Altro fenomeno da prendere in considerazione, sempre legato alle nuove espressioni di violenza fra adolescenti, è quello caratterizzato dall’uso e l’abuso di video-game dove, come in certi film horror, bambini apparentemente innocenti si trasformano in soggetto terrificanti anche alla visione di un adulto. Ricordo a tale proposito un video game giapponese, “ rule of rose “, dove una bambina, Jennifer, viene attirata da suoi coetanei in un orfanotrofio per essere sottoposta ad una serie di torture come il seppellimento e la coabitazione forzata con topi, insetti e piccoli mostri.
La tecnica della diffusione on-line e il contenuto di tali giochi non può non farci ricordare alcuni reality-show noti soprattutto negli Stati Uniti come “l’isola dei famosi” o” la Talpa” dove i concorrenti per aspirare alla vittoria si devono sottoporre a prove umilianti. E’ la bieca legge del mercato: l’interesse dei Network a cavalcare la morbosità del telespettatore in continua ricerca di stimoli violenti e degradanti. Un sistema di televisione sempre più spazzatura che ha portato alla produzione di un nuovo reality-show che si chiama “miracle workers” dove i concorrenti, persone affette da gravi patologie, tentano affannosamente di battere l’avversario per potersi aggiudicare il premio che consiste nella cura migliore del momento alla loro malattia.
Fenomeno nuovo è anche quello delle ragazze terribili “bad girls”: gang di ragazzine adolescenti artefici di episodi di violenza spropositata ed incomprensibile. Il campanello di allarme in Italia lo abbiamo avuto lo scorso novembre quando una ragazza adolescente ha picchiato a sangue la rivale in amore. Le Baby gang sono però un fenomeno sociale diffuso in tutto il mondo da Londra a New York ed anche in sud America dove i bambini che violentano e rubano sono chiamati “piranias”.
Purtroppo bambini portantini di droga sono un fenomeno anche italiano e bambini che imbracciano un’arma “ i bambini soldato”sono un’immagine così diffusa da rischiare da diventare normale in molti stati dall’Africa al Medio Oriente. Per fortuna in Italia si sta cercando di arginare il fenomeno della violenza infantile ed adolescenziale ed il Ministro Fioroni ha già istituito un gruppo di lavoro sul bullismo che terrà aperte le aule scolastiche anche il pomeriggio per dare alternative alla strada e alle sale da gioco.
Sempre dall’America abbiamo però importato in Italia una soluzione pericolosa per i ragazzini e conveniente solo alle multinazionali farmaceutiche: quando alcuni ragazzini esprimono un’eccessiva aggressività viene sbrigativamente diagnosticata un’ADHD ovvero disturbo da deficit dell’attenzione e iperattività, patologia da curare con psicofarmaci. Nella scorsa legislatura il Ministro della Sanità ha purtroppo riconosciuto questa discutibile terapia approvando da parte della Commissione Unica del Farmaco l’uso di sostanze chimiche in certi soggetti. Io credo che l’utilizzo dei psicofarmaci nei bambini non sia corretto, negli Stati Uniti il 27% dei ragazzi sottoposto a tali trattamenti ha avuto allucinazioni, convulsioni e depressioni con spinte al suicidio, e considero altrettanto scorretto abbassare a 8 anni l’età per assumere psicofarmaci per rendere possibile la trasformazione chimica di un bambino “cattivo” in un bambino “ubbidiente”.
Anche se non ho una bacchetta magica credo che le soluzioni possano essere varie:
1- Agire su certe trasmissioni televisive che sono fonte di emulazione soprattutto per molti bambini per i quali si usa il piccolo schermo come babysitter.
2- Classi con meno bambini perché rendano possibile un’attenzione più mirata al singolo alunno.
3- Abolire il precariato dell’insegnamento (che per fortuna è stato recepito nell’ultima Finanziaria) perché focalizza una maggiore conoscenza reciproca a lungo termine tra corpo docenti e alunni.
4 -Più fiducia negli insegnanti da far supportare anche da esperti in neuropsichiatria infantile
5- Costruire una società dove l’idea del capo-branco sia meno vincente.
Machismo e bullismo vanno paripasso, il bullo è colui che crede che la propria normalità sia l’unica norma, e che tutti i diversi, sia i diversamente abili che i gay, siano da punire con la violenza.
Bambini vivaci in aula, spesso piccoli CASSEUR, che rompono materiale didattico, buttano dalle finestre librai stracciati, rubano nelle cartelle dei propri compagni, sono elementi di disturbo da rieducare. Non si può però condannare un bambino violento come se fosse già un futuro assassino o un bambino molesto come se potesse già essere un maniaco sessuale. Non bisogna neanche dimenticare che il bullo non opera da solo anche se è spesso è il solo autore di violenza: Le dinamiche di gruppo sono le vere matrici del suo comportamento, un bambino compie atti di bullismo quasi sempre istigato da altri bambini che restano nell’ombra.
Mi piacerebbe vivere in un mondo dove le tappe dell’infanzia non vengano bruciate, dove i bambini possano usare il gioco pacifico come strumento di simulazione degli adulti e dove quegli adulti responsabili di un mondo violento siano più da considerare come orchi da cui fuggire che non supereroi da imitare.
Vladimir Guadagno detto Luxuria
Parlamentare della Camera dei Deputati componente-VII Commissione (Cultura, Scienya e Istruzione)