Il nucleo familiare moderno bigenitoriale, monogenitoriale, a componente unico, allargata, ricostruita, a componenti singoli non conviventi, eterosessuale, omosessuale o transessuale, ecc. fa i conti con una grande frammentazione ed instabilità. Il matrimonio quale legame giuridico fra un uomo e una donna allo scopo di formare una famiglia, nella quale crescere ed educare i figli è una opzione
L’occasione della presentazione del progetto di legge regionale del FVG su Interventi regionali a sostegno della famiglia e della genitorialità ci spinge ad una riflessione intorno alla famiglia d’oggi, alle sue forme, ai suoi problemi ed al suo futuro. Con l’aiuto della Psicoanalisi freudiana e lacaniana si focalizzerà una questione centrale della famiglia e cioè il tramonto, nella famiglia moderna, della funzione del Padre quale perno simbolico intorno al quale un tempo ruotavano i ruoli tradizionali ( nonni, padre, madre, figli), le identità di genere (uomo e donna) e la distribuzione del lavoro (dentro e fuori la famiglia).
Per la Psicoanalisi la famiglia coincide con l’Edipo e cioè con l’organizzazione di una struttura quadrangolare composta dalla Madre, dal Padre , dal Figlio e dal Fallo, quale simbolo del desiderio, struttura che modula la canalizzazione delle pulsioni sessuali ed aggressive, fonda i processi di identità di genere e garantisce la sublimazione delle pulsioni in risorse sociali. In questo quadro il Complesso freudiano di Edipo (e cioè l’orientamento del desiderio sessuale del bambino maschio nei confronti della madre e la sua proibizione paterna e lo spostamento dall’amore materno al padre nella bambina femmina), svolge una funzione normativa operando un taglio simbolico, una castrazione separativa impossibile senza una funzione paterna.
Per Jacques Lacan, la funzione del padre identificata nel significante Nome-del-padre , che non coincide con il padre reale in carne ed ossa, né con il padre immaginario costruito dal bambino, ma bensì con una dimensione simbolica che possiamo avvicinare antropologicamente alla Cultura, normalizza il Desiderio della madre liberando il bambino dalla sua cattura simbiotica e permettendogli di realizzarsi, a suo rischio e pericolo, come soggetto nei sentieri della vita.
L’operazione di castrazione-separazione del Nome-del-padre ha come effetto istitutivo di fondare la Cultura e la Famiglia sul divieto dell’incesto, da intendersi non solo come divieto reale, ma come limite e regolamentazione del godimento assoluto.
Il Padre Eterno, i Padri fondatori, i Padri della Chiesa, i Padri Costituenti, i Padri Famiglia, in una parola le funzioni simboliche del Nome-del-padre sono i sembianti che dall’origine dell’uomo fondano i principi su cui si basa la Legge, la Morale, l’Etica e la vita sociale. Infatti, anche da un punto di vista antropologico al Matriarcato mitico ed originario è seguito un Patriarcato con al centro, nell’orda primitiva, un padre-padrone a cui fanno riferimento tutte le forme storiche di esercizio maschile del potere dal Faraone al Re, dall’Imperatore al Sultano, dallo Zar al Dittatore.
Oggi il Nome-del-padre non opera più da solo! Il principio normativo del Potere del Padre è definitivamente tramontato. Viviamo in una società dove la Morte di Dio e la decadenza della sua sembianza plurima (Dio, Patria e Famiglia) non fondano più, almeno come prima, l’agire dell’uomo moderno. Oggi i principi , i valori e le direttive di vita si costruiscono intono ad una soggettività individuale, ad ricerca del benessere della persona, alla sua realizzazione, alla sua individualità, alla sua visibilità e riconoscibilità oltre il collettivo. I valori guida sono gli affetti, i sentimenti, le relazioni amicali e sessuali, il valore primario è la realizzazione individuale mentre la sua insegna è il denaro, sotto tutte le latitudini e dietro ogni bandiera.
Tutto ciò non è né un bene né un male. È l’esistente! Sarebbe del resto del tutto illusorio guardare nostalgicamente ad un passato che non abbiamo vissuto e che risulterebbe una mitica costruzione salvifica. Siamo tutti nella modernità e non certo per la nostra volontà individuale ma per le trasformazioni del collettivo che ci precedono e ci accompagnano.
Il tramonto del Nome-del-padre come unica funzione normativa espone però il soggetto moderno alla fragilità del suo essere individuale e sociale: nascono problemi nuovi del resto modulati dai nuovi sintomi del malessere: l’AIDS, le droghe, l’anoressia, la bulimia, la depressione, la distimia strisciante soprattutto nel mondo femmine,la solitudine generalizzata, il bullismo nelle scuole, la pedofilia e lo sfruttamento delle nuove schiavitù, il commercio degli organi ed ancora molto altro, per ricordare sole le punte dell’iceberg.
In questo scenario la famiglia moderna bigenitoriale, monogenitoriale, a componente unico, allargata, ricostruita, a componenti singoli non conviventi, eterosessuale, omosessuale o transessuale, ecc. fa i conti con una grande frammentazione ed instabilità. Il matrimonio quale legame giuridico fra un uomo e una donna allo scopo di formare una famiglia, nella quale crescere ed educare i figli è una opzione non certo generalizzata, mentre le separazioni ed i divorzi sono in costante aumento.
Di fronte alle nuove forme di famiglia moderna la psicoanalisi non ha una posizione unidirezionale, ideologica o preconcetta. Infatti l’Etica della psicoanalisi non coincide con le Etiche storicamente realizzate o realizzabili, in quanto l’unica Etica fondativa della psicoanalisi è l’Etica del Desiderio ( da non confondersi in alcun modo con le etiche edonistiche del godimento generalizzato, al contrario!)che comporta l’estrema responsabilità soggettiva dei propri sintomi nevrotici, psicotici o perversi sino all’assunzione totale della divisone del soggetto e della caduta inevitabile di ogni ideale immaginario.
La proposta di legge regionale, con l’ Art. 1(Principi e finalità) ”1.La Regione Friuli Venezia Giulia riconosce la famiglia, così come definita dalla Costituzione e dai trattati internazionali in materia, quale nucleo fondante della società e ambiente naturale fondamentale per la cura, il benessere e la crescita di tutti i suoi componenti, in particolare dei figli” apre il sipario a tutte le forme di famiglia, omettendo deliberatamente il riferimento al matrimonio, esso sì voluto dai Padri Costituenti quale fondamento della famiglia[1]
La psicoanalisi in sé (ma ogni psicoanalista si riserva un’opzione personale) accoglie tutte le versioni possibili delle famiglie moderne fondate sul matrimonio o sulle coppie di fatto e, per principio non si oppone alle famiglie omosessuali, né alla adozione di bambini da parte di coppie lesbiche o transessuali ben sapendo però che ciò ha (per i noti processi di costruzione della soggettività attraverso l’identificazione) un costo per i figli e si chiama polimorfismo sessuale, e bisessualità generalizzata ed agita . Siamo pronti a sostenere nella famiglia, nelle coppie e nella società una simile trasformazione? Di quali nuovi Nome-del-padre abbiamo bisogno? Parliamone!
( Prima parte. Continua)
Dr. Gelindo Castellarin
Psicoanalista della Scuola Lacaniana di Psicoanalisi
e-mai: gelcaste@tin.it