Stress e malattia

E’ esperienza comune come il nostro umore e stati d’animo possano venire turbati da esperienze significative, toccanti o inquietanti. Un giorno qualsiasi diviene speciale se ci giunge la notizia di un nostro riconoscimento, se invece veniamo a conoscenza della morte di un congiunto sprofondiamo nel dolore; una serie di insuccessi ci porta a scoraggiarci, se il nostro innamorato/a preferisce a noi un’altra persona veniamo divorati dalla gelosia. Ognuna di queste esperienze emotive, se sufficientemente intense, ci farà battere il cuore più velocemente, le pupille si dilateranno, le mani diverranno fredde e sudate ed il respiro affannoso. E’ su questo che si basano le “macchine della verità”, strumenti che registrano graficamente la frequenza cardiaca, la pressione arteriosa e la risposta elettro-dermale (la cosiddetta “pelle d’oca”). La macchina della verità fa questo mentre il soggetto risponde a delle domande e quando dice una non verità può mostrare delle risposte fisiologiche autonome particolari e non controllabili.

L’emozione è quindi una reazione psico-biologica in quanto coinvolge reazioni viscerali  e mentali. Talora l’emozione, a motivo delle sue specifiche caratteristiche o alla luce delle peculiarità della persona che le esprime, può divenire causa o concausa di malattia organica: sono questi i cosiddetti disturbi psicosomatici.

E’ evidente nella nostra società l’esistenza di uno stretto rapporto tra stress e malattia; le condizioni di sovraccarico emozionale vengono considerate cause di vaghi disturbi che chiamiamo comunemente “esaurimento nervoso” o “stress della vita moderna”. In realtà questo rapporto non è lineare ne è di stretta causalità: lo stress, modificando alcune funzioni organiche, può rendere più probabile l’insorgenza di una malattia la quale ha comunque altre concause. Nell’ottica attuale lo stress si accompagna a modificazioni che fungono da precursori bio-fisiologici della malattia.

Il concetto principe è però che lo stress non è di per se patogeno, bensì consente di adattarci alle richieste esterne. Una vita senza stress sarebbe troppo noiosa e non degna d’esser vissuta e contrariamente a quanto si pensa non dobbiamo, ne tra l’altro è possibile, evitare totalmente lo stress, ma affrontarlo in maniera efficace. E’ dimostrato come modelli di vita privi di eventi stressanti siano a rischio di insorgenza di malattie neoplastiche. E’ così che molti di noi, sebbene istintivamente cerchino di mantenere il quieto vivere, altrettanto istintivamente ricercano periodicamente avventure pericolose, pratiche sportive rischiose o altre fatiche altrimenti ingiustificabili.

Quando allora lo stress diviene fattore negativo e causa di malattia? Di notevole aiuto è l’osservazione del comportamento degli animali i quali quando vivono nel loro ambiente in stato libero presentano unicamente malattie infettive o traumatiche e mai quelle malattie di maggior riscontro nell’uomo quali ipertensione arteriosa, coronaropatie, ulcere gastriche, asma, chiamate da alcuni studiosi “malattie specificatamente umane”. La situazione però cambia quando gli animali vivono in cattività: essi sviluppano proprio quelle malattie esclusivamente umane che sono la principale causa di morte nella razza umana. Così il topo costretto all’isolamento o alla contenzione sviluppa ipertensione arteriosa e cardiopatia.  Queste osservazioni possono essere con cautela trasferite all’uomo indicando come è lo stress “non naturale” ad avere potenzialità negative sulla nostra salute. L’uomo dovrebbe ritrovare il proprio habitat naturale, di cui ha perso però anche il ricordo. Inoltre, tra tutti gli eventi stressanti, i più strettamente correlati all’insorgenza di malattia sono quelli di perdita di persone affettivamente importanti, anche rispetto a eventi di perdita di altro genere come il pensionamento. Bisogna notare come gli eventi di perdita che precedono e che “con”causano malattie somatiche sono sostanzialmente gli stessi che danno malattia psichiatrica come la depressione: sia la malattia somatica che il suicidio sono infatti più frequenti nei mesi successivi all’evento luttuoso. Di fronte ad uno stress si assiste sia ad una risposta biologica che ad una psicologica ed il prevalere dell’una o dell’altra dipenderebbe dalla struttura psicologica dell’individuo. Il consiglio magico è quindi quello di non evitare gli eventi stressanti ma di riuscire a gestirli in un obiettivo da raggiungere evitando che siano essi a pilotare la nostra esistenza.

Cristina Sirch

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