MATELDA BORTA

Uno degli atteggiamenti più importanti dei genitori nei confronti dei propri figli è quello di dare a quelli, che mostrano talenti innati, la possibilità di tentare la strada della creatività. Matelda Borta figlia di Gianni sin da piccola è vissuta abbracciata da ciò che il padre produceva, da un mondo ricco di colori e da insegnamenti di rispetto e ammirazione nei confronti della natura. La risposta a queste stimolazioni non tarda ad arrivare tant’è che Matelda avanza i suoi studi diplomandosi in Grafica Pubblicitaria e Fotografia e in seguito si diploma anche presso la Scuola dei Mosaicisti del Friuli di Spilimbergo. La tecnica del mosaico a lei era ben nota, in quanto il padre tra gli anni ’70 e ’90 fece realizzare innumerevoli opere in mosaico dalla Scuola dei Mosaicisti di Spilimbergo. Ottenuti questi primi risultati Matelda intesse molteplici collaborazioni con architetti, design, artisti e mosaicisti e accresce sempre più la propria esperienza e competenza nell’ambito musivo.

Grazie a queste svariate collaborazioni e sempre sotto l’occhio affettuoso del padre, Matelda acquisisce maturità sia dal punto di vista formale che concettuale. Ora è artista matura e le sue steli come i mosaici d’appoggio, riepilogano una sintesi apprezzabile data da forma, segno e colore. Le opere così concretizzate sono vera glorificazione del colore, in un tripudio di gialli squillanti, rossi e azzurri brillanti, che sfumano delicatamente nella composizione celestiale ed emozionale. Lo spunto preso talune volte dalle tele del padre è manifesto nelle sue creazioni, ma durante il work in progress il soggetto in esame si sviluppa autonomamente e andrà a seguire il sentire soggettivo dell’artista.

L’arte è l’unica forma umana che può mantenere intatta la purezza di una visione e di un’idea e, proprio per questo, non è ripetibile, in quanto è legata ad un preciso momento e alla propria esperienza.

Le tessere, tagliate e personalizzate dall’ingegno dell’artista sono composte da smalti veneziani opachi, ottenuti dalla fusione del vetro che  seguono, accompagnano, a mo di pennellate, l’andamento dell’idea. Passo passo l’artista cerca una dimensione dell’astrattismo Concettuale, una forma di surrealismo metaforico, ed in oltre ella adotta una nuova ed inusuale maniera di altorilievo prospettico. Le tessere colorate di vetro hanno una propria trasparenza, riflessi che attirano e ipnotizzano il lettore della composizione, iniettandogli direttamente nell’anima un fluido vivificatore e rigeneratore. Ed è sempre l’elemento della natura che offre spunto all’iniziale elaborazione dell’opera in cui domina imperiosa la scena fatta da singolari intrecci di arbusti, fili d’erba, petali e fiori, rielaborati, modificati, in base al sentire e al divenire emozionale dell’artista, sempre alla ricerca di un proprio stile e di una personale espressione.

Le tessere, lavorate, levigate, rese brillanti o opacizzate richiedono tempo per la loro realizzazione, dedizione, costanza, sacrificio e conoscenza. Matelda ricerca i materiali, li conosce e li taglia uno ad uno, dando forma e dimensione propria al tassello, che sarà introdotto non a caso in una texture predisposta e accuratamente analizzata. La sfida più grande, durante l’assemblaggio, è quella di riuscire nell’intento di elargire armonia all’unione de materiale diverso, costituito dall’interazione tra forme e colori del marmo, ciottoli, smalti della ceramica e pietre naturali. L’alternanza del materiale opaco e lucido e il gioco dello spessore e delle dimensioni delle tessere conferiscono l’effetto tridimensionale all’opera e accolgono in sé la carezza della luce, creando punti di luce e di ombra atti a sottolineare ed evidenziare la forma nascente.

Non facile è il lavoro percorso dall’artista e rivolto principalmente alla ricerca dell’armonia e dell’equilibrio generale nelle singole opere. Uno degli interessi principali di Matelda è quello di staccarsi dalla forma tipica del mosaico su pannello e individua nella stele, un’opera tridimensionale in continuo movimento, posizionabile, in base al proprio sentire, nelle nostre abitazioni. L’attenzione di Matelda è dunque rivolta alla fruibilità di questa forma artistica anche nel nostro quotidiano, e la offre come alternativa alle classiche forme artistiche come: pittura e scultura, nei complementi d’arredo.

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