Orgoglio e pregiudizio

Vittorio Mapelli

Gli Italiani non amano il Servizio sanitario nazionale per l’eccesso di burocrazia, la disorganizzazione endemica dei servizi, le lunghe liste d’attesa, le code in ambulatorio, la mancanza di informazioni. Se si guardano i dati si scopre, invece, che il Ssn è un sistema che garantisce una speranza di vita tra le più alte al mondo ed un tasso di mortalità standardizzato tra i più bassi in assoluto.

Pronti soccorsi affollati, sprechi, tangenti ai politici, liste d’attesa lunghissime. È questa la Sanità italiana? Nell’immaginario collettivo è senza dubbio questa, ma la Sanità vera, per fortuna, è altra cosa. Gli Italiani danno un giudizio severo sul Servizio sanitario nazionale e da sempre ne hanno un’immagine negativa. Ma conoscono solo mezza verità.

LA SANITÀ SECONDO GLI ITALIANI
Secondo un sondaggio dell’Unione Europea, gli Italiani soddisfatti per la qualità dei servizi sanitari sono appena il 54%, rispetto all’87% degli Inglesi ed al 91% dei Francesi. (1)  Solo in Portogallo, Grecia (25%) e nei Paesi dell’Est europeo si riscontrano percentuali più basse. Secondo un altro sondaggio della Gallup tra i Paesi Ocse, solo il 53% degli Italiani ha fiducia nel sistema sanitario, peggio che in Turchia (67%) e Messico (74%), e ben lontano da Francia (83%) e Regno Unito (73%). La disistima degli Italiani è tale che solo il 15% giudica il proprio servizio sanitario migliore di quello altrui, contro il 55% dei Francesi ed il 53% dei Tedeschi. Anzi, il 37% ritiene che sia peggiore di quello di altri Paesi. Gli Italiani non sembrano entusiasti della qualità dei servizi pubblici, anche se li promuovono. Solo il 34% giudica di buona qualità l’ospedale ed il pronto soccorso, il 43% il medico di famiglia, il 32% gli ambulatori ed i consultori. (2) Le percentuali superano il 90% includendo i giudizi di sufficienza. Secondo un’indagine Eurispes, l’insoddisfazione degli Italiani per i servizi sanitari pubblici è molto alta (61%), in particolare per i tempi di attesa e la qualità dell’assistenza ospedaliera. (3) Eppure, tra le persone che hanno fatto esperienza diretta dei  servizi, la percentuale di chi è soddisfatto è molto elevata: 88% per l’assistenza medica ed infermieristica ricevuta durante il ricovero, 68% per il vitto, 78% per i servizi igienici. (4) E, nonostante tutto, l’85% degli Italiani oggi – dopo trent’anni – non vorrebbe un sistema diverso dal Ssn. (5) Gli Italiani non amano il loro servizio sanitario per l’eccesso di burocrazia, la disorganizzazione endemica dei servizi, le lunghe liste d’attesa, le code in ambulatorio, la mancanza di informazioni. Sul servizio sanitario pubblico pesa ancora l’ombra della “malasanità”, delle truffe antiche e recenti che periodicamente emergono, degli episodi di “malpratica” medica, fino a pochi anni fa tenuti nascosti, ma oggi denunciati al Tribunale dei diritti del malato. Non amano la doppia morale dei medici e degli ospedali, che a pagamento permettono di aggirare le code e ottenere all’istante una prenotazione che richiedeva mesi. Non amano l’ingerenza dei partiti nella nomina dei direttori e nella gestione della Sanità.

I DATI OGGETTIVI
Il quadro cambia radicalmente, però, se si guarda ai dati oggettivi del sistema, non alle percezioni degli intervistati. Il Ssn è un sistema che garantisce una speranza di vita tra le più alte al mondo (81,8 anni nel 2009, al terzo posto dopo Giappone e Svizzera) ed un tasso di mortalità standardizzato tra i più bassi in assoluto (483,3 per 10.000 abitanti, al quarto posto). (6) La speranza di vita aggiustata per la disabilità (Hale) è la terza al mondo (74 anni nel 2008) e gli anni persi per morte prematura o svalutati per la disabilità (Daly) sono i più bassi (8.985 per 100.000 abitanti), dopo il Giappone. (7) Anche se i più perfidi possono insinuare che sia merito della geografia, del clima e della dieta mediterranea, la mortalità attribuibile (amenable) al sistema sanitario smentisce questa tesi, confermando che l’Italia ha un sistema sanitario di eccellenza, collocato al terzo posto al mondo, dopo Francia e Islanda, secondo i criteri di Nolte e McKee (65 decessi evitabili per 100.000 abitanti). (8) La Germania figura al sedicesimo posto, il Regno Unito al diciannovesimo e gli Stati Uniti al ventiquattresimo posto. L’Italia è sempre ai primi posti nelle classifiche internazionali. Dunque, di che cosa si lamentano gli Italiani? Pochi conoscono queste statistiche, che ci dovrebbero rendere orgogliosi e fare amare il nostro servizio sanitario pubblico. Una grande conquista di civiltà ed un crogiolo di identità nazionale. Certo, c’è la Sanità del Nord e del Sud, ma ogni Paese ha il suo Mezzogiorno. E ogni Paese ha i suoi scandali, i suoi sprechi, la sua malasanità. Compresi gli Stati Uniti, dove tutto è anche più grande (da 500 a 800 miliardi di sprechi all’anno). (9) Eliminare sprechi, inefficienze e tangenti è sacrosanto e va fatto subito. Ma, forse è il momento che ci riconciliamo con noi stessi e impariamo ad apprezzare le nostre eccellenze.

(1) European Commission (2010), Patient safety and quality of healthcare, Special Eurobarometer, 327, Brussels
(2) Ministero della Salute (2010), Cittadini e salute. La soddisfazione degli Italiani per la Sanità (Indagine del Censis), Quaderni del Ministero della Salute, n. 5
(3) Eurispes (2011) Rapporto Italia 2010, Roma
(4) Istat (2010) La vita quotidiana nel 2009, Roma
(5) Sondaggio effettuato da Salute-La Repubblica, 11 dicembre 2008
(6) Oecd 2011 Oecd Health Data 2011, Paris
(7) Rispettivamente, Oecd 2011 Family Database, Paris; e World Health Organization (2008), The global burden of disease: 2004 update, Geneva
(8) Gay J.G., Paris V., Devaux M., de Looper M. (2011), Mortality amenable to health care in 31 Oecd countries, Oecd Health Working Papers, n. 55
(9) M. Fox, Healthcare system wastes up to $ 800 billion a year, Health and Science Editor, Washington, Oct 26, 2009

Pubblicato su www.lavoce.info
il 3 maggio 2012

Vittorio Mapelli
Professore Associato di Economia Sanitaria presso l’Università degli Studi di Milano.
Già Presidente dell’Associazione Italiana di Economia Sanitaria.

Massimiliano Fanni Canelles

Viceprimario al reparto di Accettazione ed Emergenza dell'Ospedale ¨Franz Tappeiner¨di Merano nella Südtiroler Sanitätsbetrieb – Azienda sanitaria dell'Alto Adige – da giugno 2019. Attualmente in prima linea nella gestione clinica e nell'organizzazione per l'emergenza Coronavirus. In particolare responsabile del reparto di infettivi e semi – intensiva del Pronto Soccorso dell'ospedale di Merano. 

Tags:

Rispondi