Miles Gloriosus…*

Antonello Taurino

Anche a me, autore/attore, la delicatezza della vicenda, lunga vent’anni, ha imposto una ricerca estesa e dettagliata su libri, sentenze, interviste a soldati e parenti delle vittime, documenti ufficiali di Commissioni Parlamentari e del Ministero della Difesa.

“Mal di stomaco ce l’avevo, ma per la mensa… Eh, “il ciclo alimentare”. Oggi bistecca. Non te la mangi? Domani polpettone… dopodomani ragù… e l’insalata ti qua, nera…”
“Ce abbiamo fattu, lu solitu… “ripristino delle linee telefoniche bombardate” …Ca poi sti Americani: “No, noi non antare, ezzere troppo pericoloso, troppo ficino a bombardamento… noi fa con pinze”… Abbiamo detto: Mena dai, scemo!… (pausa) No, Americani, no Tedeschi… e no lu sacciu fare l’Americanu.. Alla fine, noi le abbiamo prese, a mani nude. Per quello qua la gente ci vuole bene.”
“La Lucia? Io alla femmina mia no n’aggiu dire nienti, poi capesce male, ti la dice e ti preoccupi. Non è successu nienti allu cane, Billy… è statu sulu nu picca debole. Gli avranno dato na purpetta ti la mensa. Comunque, tinne alla Lucia ca quai nienti femmine!”
“No, i guanti ce li abbiamo. Ti lana. Miei sono.” (Colpo di tosse)
“Eh ma’, prendiamo tre milioni e otto al mese, si può rischiare un raffreddore!” (colpo di tosse, MIMMO suona il “Silenzio” col il kazoo)
“Ciao, devo andare a coricarmi adesso. E tardu? Mà, suonano il Silenziu! Fai te.. ciao” (chiude il telefono)

L’arrivo di una circolare molto “blanda”, insufficiente, ai soldati in Kosovo. Legge il capitano (Mimmo), commenta il soldato (Pasquale):
MIMMO, passeggiando avanti e indietro in proscenio, legge la lettera.
MIMMO – “Uaglio’ sveglia, sacchi di merda! Attenti!.. (PASQUALE si alza e fa il saluto, a centro scena, in fondo) Riposo. (PASQUALE abbassa il braccio). Devo leggervi sta circolare chi è arrivata dall’Italia, così ci tranquillizziamo ‘na volta pe’ tutte cu ‘sta storia. E’ di ieri, vedete (mostra): “26 maggio 2000”. Oggetto: “Precauzioni in caso di ritrovamento di proiettili all’uranio impoverito o di frammenti di essi”. Viene dalla “Commissione sul monitoraggio dell’inquinamento chimico-fisico-radioattivo nell’area balcanica”, del Ministero, che a sua volta l’ha ricevuta dalla Nato. “La NATO ha comunicato di aver impiegato in Kosovo proiettili con penetratore da 300 g di uranio impoverito, tossico se il proiettile è entrato in collisione con un blindato.”
PASQUALE – “Quindi niente più calcetto vicino al carro armato, no!”
MIMMO – “Non raccogliere i proiettili. Segnalarli alle forze armate più vicine.”
PASQUALE – “Siamo noi le forze… Le più vicine? Ah, agli altri colleghi!”
MIMMO – “Se necessario, raccogliere i proiettili affinché la popolazione locale non ne venga in contatto. Ma non tenerli in mano per tempi prolungati.”
PASQUALE – “Ce li passiamo tipo giocolieri?”
MIMMO – “Usate pinze o guanti di plastica e conservate i proiettili in involucri di metallo.”
PASQUALE – “Capita’, ma prima non erano pericolosi? E poi do’ stanno sti involucri?!… Ah, vicino alle maschere antigas…”
MIMMO – “Per limitare rischi di inalare polvere proteggere le vie respiratorie con qualsiasi tessuto, pure un fazzoletto.”
PASQUALE – “Me lo dice sempre mia madre: “Copriti!””
MIMMO – “Non mangiare, non bere, non fumare. Lavare le mani dopo ogni operazione.”
PASQUALE – “Lavare le mani, non fumare… Ma sta cosa l’ha scritta la Nato o mia madre?”
MIMMO – “E soprattutto: evitare di sollevare polvere…” (MIMMO butta foglio e cappello e va a suonare il valzer de “Il bel Danubio Blu”)
PASQUALE – “L’ha scritta mia madre! (PASQUALE comincia a muoversi come un astronauta) Niente polvere? Colle pattine in guerra! (PASQUALE mima di avere in mano una bomba a mano, ma prima di lanciarla la pulisce) Oh, non saranno bombe intelligenti, però so’ pulite!”

Durante la prove, Pasquale non ricorda il testo. I due scommettono l’ennesima birra sul fatto che Pasquale riesca a ricordare tutto il monologo:
PASQUALE – (chiude il telefono) Scusa… dove eravamo?
MIMMO – E che ne so.
PASQUALE – Non mi ricordo…La ‘Ustica degli anni 2000’, le storie dei soldati mandati a morire senza protezione, delle alte sfere dell’Esercito che per imperizia, pur sapendo, non hanno fatto niente per proteggerli. La tipica storia italiana. Una storia di indifferenza, superficialità, colpe, e morte.
E poi, la storia di due teatranti un po’ malmessi, alle prese con le loro vicissitudini: questa cornice ha man mano acquisito esistenza autonoma, benché, all’inizio, impostata solo per raccontare, quasi con ironia, lo sconcertante dramma dei soldati italiani nel momento stesso in cui essi provano, si documentano, apprendono aspetti inspiegabili della vicenda e litigano su quale scena provare. I due (drammaturgo il primo, musicista il secondo) vanno avanti, preferendo questo progetto ai richiami delle sirene: una ben pagata produzione per uno, tanta redditizia musica da matrimoni per l’altro. Nonostante una serie di minacce – vere – subite da chi, della faccenda, ha provato ad interessarsi. Anche perché, su questo tema, ‘nessuno ci ha mai fatto uno spettacolo’ e, visto che ‘le tragedie italiane se l’è già fregate tutte Marco Paolini, se ce n’è una libera, bisogna approfittarne…’.
Anche a me, autore/attore, del resto, la delicatezza della vicenda, lunga vent’anni, ha imposto una ricerca estesa e dettagliata su libri, sentenze, interviste a soldati e parenti delle vittime, documenti ufficiali di Commissioni Parlamentari e del Ministero della Difesa, e che continuerà, visto il lavoro di una Commissione tuttora in attività. Si tratta di ‘caduti di serie B’ rispetto ad altre vittime più celebrate della nostra storia recente, vedi Nassiriya (ai cui parenti è stato celermente riconosciuto l’indennizzo). Il costante aumento del numero dei morti stride con il mancato accertamento pieno, a tutt’oggi, delle responsabilità. Recentemente, è stato inoltre emanato un decreto legge che conferirebbe impunità penale ai vertici dell’Esercito coinvolti nella vicenda. L’Osservatorio Militare ed il sito ‘Vittime Uranio’ parlano di 190 morti e 2578 malati.
Per il Ministero della Difesa, queste cifre vanno ridotte ad un terzo.

Di seguito, un breve estratto dell’opera teatrale ‘Miles Gloriosus…ovvero: morire d’uranio impoverito’. Lo schema è quello del meta teatro: due teatranti desiderano mettere in scena uno spettacolo sull’uranio impoverito. Di fatto, il pubblico assiste alle prove. Ma, in queste, vengono esposte le notizie sulla tragedia reale, attraverso i divertenti siparietti tra i protagonisti.

Una storia di soldati, misteri, morti, colpe. Di malati, Tribunali ed assurdità. Ma proprio perciò, chi meglio di due cialtroni può raccontarla?
Anzi, no: due storie.
La prima: una delle pagine più oscure e incredibili della recente cronaca italiana, ricostruita dopo lunga e dettagliata documentazione. Eppure, si stenta a crederci. Soldati che tornano dalle missioni e muoiono, poco a poco, senza assistenza. Tanti, tantissimi morti. Dimenticati. Di serie B.
Che cosa è successo? Solo superficialità?
Poi, due teatranti “scapocchioni”. Buttano lì idee sul loro nuovo spettacolo:
“Dovremmo fare qualcosa d’impegno civile… qualcosa di cui non parla nessuno!”
“E certo, senò, che lo fai a fa’ il teatro civile?”
“Si, ma che storia scegliere, se ogni tragedia italiana è già stata raccontata a teatro da qualcun altro? O, meglio, se già se l’è prese tutte… LUI! …Lui … lui…

I due personaggi dello spettacolo, i teatranti cialtroni sono Pasquale, l’attore e Mimmo, il musicista.

Telefonata di un soldato in Kosovo alla mamma:
La musica suona da MIMMO… PASQUALE tira fuori una cornetta dalla tasca.
“Pronto… (colpo di tosse) No, tranquilla mamma, solo un po’ di tosse, sto bene. Non lo metto il giubbotto… Eh, ti danno lo stesso del sergente di prima. Troppo piccolo.”
“Basta cu sta storia, i giornali dicono cazzate, non c’è nienti! Pure il Capitano m’ha detto “Tranquillo, sti Americani stannu cu sti tute, sti scafandri tipu marziani picché so’ fanatici”. Manco st’estate, a quaranta gradi, se li so’ tolti.”

MIMMO – (stizzito) E poi so’ io quello che non fa niente, tu manco ti ricordi ‘u testo!
PASQUALE – (sorpreso) …No, adesso c’è il monologo delle date, ma siccome è il più ostico…
MIMMO – Senti Einstein, hai dittu tu ca l’hai studiato!
PASQUALE – (sempre sorpreso) Vabbè, scommettiamo che me lo ricordo? Una birra? Dai? (si stringono la mano) Andata. Controlla.
(MIMMO controlla il foglio con il testo. PASQUALE si siede in proscenio sulla sedia, con lo schienale verso il pubblico. Per tutto il monologo tenterà di ricordare il testo).
PASQUALE – Non mi aiutare, non dirmi niente… “Già nel ‘78 al Poligono di Eglin, Florida, fu appurato che solo l’uranio esplodendo può generare quelle particelle letali. Nel ‘90 un rapporto dell’americana SAIC descrive i rischi della loro inalazione: “l’organismo le isola in un conglomerato infiammatorio che può diventare un tumore, pertanto l’uranio è sconsigliato perfino per la salute di chi lo spara”. Per il Los Alamos Laboratory l’uranio è “politicamente inaccettabile”. Ma il Pentagono adotta le dovute precauzioni solo nel ‘91, dopo la “Sindrome del Golfo”: un malato ogni sei reduci…” (pausa, non ricorda…)
MIMMO – Nu te lo ricordi, paga la birra!
PASQUALE – “Perciò, dal ’93, gli Americani avranno sempre speciali tute protettive, le uniche efficaci. Gli Italiani, invece, mai. Anche se, dimostra Falco Accame, quelle stesse disposizioni furono inviate a tutti i Paesi NATO, Italia compresa. La prima, il 16 agosto ‘93, del Dipartimento Militare USA, poi il 14 ottobre ‘93 per le truppe in Somalia. Anche se a tutti gli Stati Maggiori NATO arrivarono, nel ’95, un video informativo, e nel ’96, un “Manuale sui rischi dei proiettili all’uranio”, entrambi da trasmettere ai soldati, per tacere di una prima informativa dell’84… Insomma, la Nato ha insistito fin quasi allo stalking, come avrebbe fatto qualunque mamma apprensiva “Copriti, copriti, copriti!”
“Ma il 17 aprile ‘99 il Generale Marani dichiara che “i proiettili all’uranio non comportano rischi, essendo radioattivi quanto un orologio”. Il ministro Giovanardi aggiunge: “E’ solo una falsità creata dalla Stampa”. E Veronesi: “E’ innocuo, potremmo mettercelo in tasca.”
E allora, perché ai soldati italiani in Kosovo arrivano delle Circolari, il 22 Novembre ‘99… (non ricorda)
MIMMO – Quella che leggo io nella prima scena… (sottovoce)
PASQUALE – (allibito) Cioè, scommettiamo, e mi suggerisci? Ma sei un cretino…“ …poi, il 26 maggio 2000, con un minikit protettivo sconosciuto ai soldati e l’invito ad usare tute e guanti che non ci sono?
Aspetta, non capisco. Delle due l’una: o l’uranio fa male, ma allora non ti limiti a circolari superficiali, dopo anni che t’hanno avvisato, dopo mesi che i soldati son là senza addestramento specifico né protezioni; oppure non fa male, secondo Giovanardi, e allora ai soldati non dici proprio niente e in missione li mandi in pareo. Tutti a sminare! (Si alza, canta e balla su quest’ultimo verso) Ma certo: (si ferma, come colto da un’illuminazione) compromesso all’italiana!
MIMMO – Questo int’a u testu non c’è…
PASQUALE – Mimmo! Infatti lo aggiungo adesso… ieri leggevo che in Italia puoi dare ai soldati speciale attrezzatura protettiva solo se è in vigore il codice di guerra, ma allora devi chiamarla così, non “Missione di pace”. Ed è impossibile, ma non per la Costituzione… è che le mamme italiane preoccupate non ci mandano più i figli. Però qualcosa la devi di’: e allora una circolare blanda, lavacoscienze, la mandi almeno… dici, generico: “Attenti…” “Non alzate polvere…” Manca solo: “Non sudate.”
MIMMO – (indifferente) Vabbè, tu ricordi comu continua? O mi stai cugghiunandu?
PASQUALE – “Se il Ministero ha comunque deciso l’impiego senza precauzioni, allora si configura il reato di omissione del datore di lavoro: l’Esercito, che per legge deve assicurare l’incolumità dei dipendenti. Se non lo fa e ne segue danno alla salute deve risponderne sia in sede civile, articolo 2087, che penale, e, secondo la sentenza sul caso analogo della Thyssen-Krupp, con pene superiori anche a dieci anni” (urla esultando)
Ma vieni! Toh! Paga la birra! Suca!

Buio

* ovvero: morire d’uranio impoverito

Antonello Taurino
Scrittore, attore e regista dello spettacolo teatrale ‘Miles Gloriosus…ovvero: morire d’uranio impoverito’

Massimiliano Fanni Canelles

Viceprimario al reparto di Accettazione ed Emergenza dell'Ospedale ¨Franz Tappeiner¨di Merano nella Südtiroler Sanitätsbetrieb – Azienda sanitaria dell'Alto Adige – da giugno 2019. Attualmente in prima linea nella gestione clinica e nell'organizzazione per l'emergenza Coronavirus. In particolare responsabile del reparto di infettivi e semi – intensiva del Pronto Soccorso dell'ospedale di Merano. 

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