Parlare al cervello della pancia

Nuove possibilità di convincere l’intestino a funzionare

Per milioni di persone nel mondo convivere con la sindrome dell’intestino irritabile (Ibs) rappresenta una sfida quotidiana. Dolore e gonfiore addominale, fasi alternate di diarrea e stipsi sono i tratti distintivi di una condizione tanto comune quanto difficile da trattare. Una quota significativa di pazienti non risponde infatti alle terapie convenzionali, rendendo importante l’identificazione di nuove soluzioni terapeutiche. Ma una scoperta scientifica apre una prospettiva del tutto inedita: un ormone intestinale finora poco studiato potrebbe cambiare le regole del gioco.

Si tratta dell’INSL5, una molecola appartenente alla famiglia degli insulin-like peptides, prodotta dalle cellule enteroendocrine del colon-retto. Questo ormone svolge un ruolo cruciale nella regolazione della motilità intestinale attraverso la stimolazione del recettore RXFP4 localizzato nei neuroni del sistema nervoso enterico, i principali responsabili del controllo della peristalsi.
L’intestino è spesso considerato il nostro secondo cervello: grazie a una fitta rete neuronale autonoma è in grado di elaborare informazioni e regolare la digestione indipendentemente dal sistema nervoso centrale. Questa capacità sembra derivare proprio dall’interazione INSL5/RXFP4 che, oltre a regolare la motilità intesti-nale, interviene nella modulazione dell’appetito e dell’omeostasi metabolica, con possibili effetti anche sul sistema immunitario.

Una ricerca dell’Università di Cambridge, pubblicata lo scorso luglio sulla rivista scientifica “Gut”, ha studiato proprio questa particolare funzione ormonale. Sono stati analizzati pazienti affetti da diarrea cronica, in particolare da bile acid diarrhea (Bad), un disturbo funzionale/metabolico legato al mal assorbimento degli acidi biliari. Gli scienziati hanno osservato che l’INSL5 viene rilasciato in risposta alla presenza di acidi biliari nel colon e nel retto ed è direttamente associato alla gravità dei sintomi. Ciò suggerisce un potenziale doppio utilizzo clinico: come biomarcatore diagnostico e come bersaglio terapeutico per nuovi trattamenti.
Parallelamente un gruppo di ricercatori cinesi ha sperimentato su modelli animali con transito intestinale alterato un analogo sintetico dell’ormone INSL5, denominato INSL5-A13. I risultati, pubblicati a luglio sulla rivista accademica “Biochemical and Biophysical Research Communications”, sono promettenti: il composto è riuscito a ripristinare la normale motilità intestinale in topi con stipsi indotta farmacologicamente, mostrando un’efficacia superiore persino a quella della serotonina, da tempo studiata in questo ambito.

L’Ibs è una sindrome complessa e multifattoriale in cui interagiscono aspetti psicologici, immunologici, dietetici e ambientali. Tuttavia, il potenziale di questa scoperta è significativo: per la prima volta si apre la possibilità di intervenire in modo selettivo sul sistema nervoso enterico, affrontando non soltanto i sintomi ma anche le cause funzionali del disturbo.

Massimiliano Fanni Canelles

Viceprimario al reparto di Accettazione ed Emergenza dell'Ospedale ¨Franz Tappeiner¨di Merano nella Südtiroler Sanitätsbetrieb – Azienda sanitaria dell'Alto Adige – da giugno 2019. Attualmente in prima linea nella gestione clinica e nell'organizzazione per l'emergenza Coronavirus. In particolare responsabile del reparto di infettivi e semi – intensiva del Pronto Soccorso dell'ospedale di Merano. 

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