Migranti, ospiti in hotel a 4 stelle?

Hotel di lusso, ville, piscine. Cacciati i turisti per i migranti, tra terme e natura incontaminata. Mare, campi da calcio e wi-fi. Quante se ne sono sentite in questi ultimi anni: bufale sui migranti, anzi sui richiedenti asilo, frutto di cattiva informazione e scorretta propaganda politica.

Sì, i migranti vengono ospitati in strutture ricettive. Ma per quale motivo?

Dopo aver formalizzato la richiesta di asilo, uscito cioè dal percorso di prima accoglienza, il migrante è in attesa del riconoscimento dello status di rifugiato o di protezione sussidiaria. Entra, in questo momento, nel sistema di seconda accoglienza: SPRAR o CAS.

I CAS, Centri di Accoglienza Straordinaria, rappresentano una risorsa di “emergenza” e, di conseguenza, possono essere alberghi o ex alberghi, individuati dalle prefetture e nati per far fronte alla mancanza di posti nelle strutture ordinarie di accoglienza. Più del 76% delle persone che si trovano nel sistema di accoglienza, infatti, vive in strutture che dovrebbero essere straordinarie.

I gestori stipulano una convenzione volontaria con la prefettura, impegnandosi ad assistere i richiedenti asilo, in cambio di  un compenso di circa trentacinque euro al giorno per ciascuna persona accolta. Soldi che, quindi, non finiscono nelle tasche dei migranti e che provengono da uno specifico fondo europeo, il Fondo asilo, migrazione e integrazione, FAMI. Ai richiedenti asilo viene corrisposto il pocket money, ossia circa due euro e cinquanta giornalieri. Lo scopo è che possano essere utilizzati per le piccole spese quotidiane, ad esempio per comprare una scheda telefonica o un pasto. È una piccola somma che li aiuta a gestire il denaro e a prendere familiarità con l’euro. I trentacinque euro, invece, devono essere impiegati per alcuni servizi diretti a favorire l’integrazione dei migranti. La parte restante può essere trattenuta dai gestori.

Marco Riva, titolare di un hotel in provincia di Brescia, ha dichiarato che uno dei motivi per cui ha iniziato ad ospitare i richiedenti asilo è il guadagno che si riesce ad ottenere grazie al rapporto con le prefetture che, naturalmente, si raggiunge solamente con i grandi numeri. I costi sono tanti, e l’unico modo per ammortizzarli è accogliere un alto numero di persone. È proprio grazie a questa attività che i titolari riescono a far sopravvivere i loro hotel colpiti dal calo del turismo degli ultimi anni. “Ospitare i migranti, continua Marco Riva, è stato un naturale adattamento ai cambiamenti del mercato.    

migranti hotel 4 stelle 

Ma è davvero lusso?

Diversi siti riportano nome e indirizzo di fantomatici hotel in cui i migranti sarebbero ospitati a fare una vita da vacanza. IlPost ha visitato ciascuna di queste strutture cercando di smentire le varie notizie che si possono trovare in rete. L’idea di fondo, come riportato, è che i migranti vivano come fossero in vacanza, ma a spese degli italiani che pagano le tasse.

Prima di tutto, alcune strutture non hanno mai ospitato migranti e molto probabilmente mai lo faranno a causa dell’elevato costo che ciò comporterebbe. Altre, invece, sono strutture fatiscenti ormai chiuse da diverso tempo, e non più adatte ad ospitare turisti. Ne è un esempio il Plaza Hotel di Varese, chiuso nel 2012.

Camere con letti a castello di ferro accolgono i migranti, i quali si occupano anche della pulizia delle camere. Se stravolgiamo l’arredamento, togliamo la piscina, eliminiamo il personale e i tipici servizi offerti da un hotel, dov’è lo sfarzo? Vogliamo davvero considerare, nel XXI secolo, televisione e wi-fi, negli spazi comuni, un lusso?

Dove, al contrario, continuano a soggiornare clienti, la struttura viene ben divisa in due parti. Di nuovo, camere quadruple con letti a castello in ferro e  tavoli di legno.

Tante volte, inoltre, le strutture si trovano lontano dai centri abitati, in zone isolate, e nemmeno collegate con mezzi pubblici. I richiedenti asilo vengono così lasciati in balìa di loro stessi a vivere ogni giorno la stessa monotonia. In queste condizioni, come sarebbe possibile crearsi una nuova vita?

“Ma protestano perchè la sistemazione non è di loro gradimento” potrebbe obiettare qualcuno. Sì, manifestano perché mancano i beni di prima necessità e i documenti, non il servizio in tavola. Manifestano, come avvenuto in provincia di Parma, per la mancanza di cure mediche adeguate e di corsi di italiano, non per la mancanza di una piscina.

Proteste anti accoglienza

Non mancano le proteste di chi ritiene che l’arrivo di richiedenti asilo nel proprio paese possa minare la quotidiana tranquillità. Tra gli ultimi casi, si possono ritrovare i cittadini di Castel d’Azzano in provincia di Verona. Dopo la notizia del possibile arrivo di un gruppo di migranti da accogliere in una struttura ricettiva locale, sono scesi in piazza. Il gruppo “Verona ai Veronesi” ha avuto la meglio, l’albergo è stato preso in carico dalla questura, ma nessun migrante è stato ospitato.

Allo stesso modo, le manifestazioni anti-immigrati hanno vinto a Goro e Gorino, nel Ferrarese, dove gli abitanti hanno eretto delle vere e proprie barricate impedendo l’accesso al pullman con le 12 donne che erano state destinate all’ostello del paese.

C’è invece chi cerca chiarezza sulla situazione dei CAS. Oltre agli alberghi, vi rientrano altre tipologie di strutture. Non esiste però un elenco pubblico che riporti in maniera trasparente la questione, fatto che sarebbe necessario visto che parliamo di appalti pubblici.  

Non mancano nemmeno casi di centri fatiscenti privi di condizioni igieniche e di sicurezza adeguate: pareti ammuffite, muri che si sgretolano, ragnatele e sporcizia in ogni angolo. A Castelfiorentino 36 persone sono state ospitate in maniera disumana in un casolare in aperta campagna. Vogliamo ancora chiamarla “vacanza”?

No, gli albergatori non stanno guadagnando a scapito dei turisti e il governo non è divenuto un’agenzia di viaggi. Il problema sta alla base, ben oltre la presenza di migranti negli alberghi, che, con gli altri centri, dovrebbero rappresentare una risposta temporanea a una situazione di emergenza, ma che sono finiti per diventare l’ordinaria accoglienza italiana. Il problema si trova nella mancanza di strutture governative adeguate ad accogliere un certo numero di richiedenti asilo che siano in grado di ridare loro la giusta dignità.

 

Alice Pagani

Alice Pagani, nata a Verona il 21/06/95. Attualmente studente di Scienze Politiche, Relazioni Internazionali, Diritti Umani presso l'Università degli Studi di Padova. Da sempre lettrice accanita, amante di lingue, culture e nuovi posti da scoprire. SocialNews mi permette di coltivare la passione per la scrittura, applicando, allo stesso tempo, gli studi universitari. Cosa sono per me i diritti umani? Tutti quei diritti che spettano a ognuno in quanto essere umano presente sulla Terra, non sono ammesse discriminazioni. 

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