Cos’è l’operazione Condor

di Martin Almada

L’avvocato Martin Almada racconta la cospirazione contro una società basata sull’istruzione in America latina

almadaL’operazione Condor fu un patto criminale, stretto negli anni ’70 tra i Governi militari di Argentina, Brasile, Bolivia, Cile, Paraguay e Uruguay, che provocò 100.000 vittime. Chi furono queste vittime? Più della metà furono sindacalisti, studenti, professori, giornalisti, religiosi, rappresentanti politici delle formazioni proletarie, esponenti della “Dottrina della Liberazione”, artisti, militari fedeli al Governo legittimo, intellettuali. Di fatto, le classi culturalmente più elevate furono eliminate nel decennio 1975-1985. All’epoca andava di moda la “Teoria della Dipendenza”. Si trattava di un movimento intellettuale che riconduceva l’origine dei problemi dell’America latina non all’arretratezza economica, ma al ruolo svolto sul territorio dal capitalismo. Si diffuse anche la “Dottrina della Liberazione”, grazie alle idee di Paulo Freire, secondo il quale l’istruzione rappresentava la strada per cambiare il mondo. Fu lui che aprì le porte alla “Pedagogia degli Oppressi”. Ed erano anche gli anni in cui, sulla scena latinoamericana, irrompeva l’educatore austriaco Ivan Illich, che proponeva “La società non scolarizza” (1971), il suo libro di maggior successo, una critica ai sistemi educativi moderni.

I precedenti dell’operazione Condor.
Il progetto Camelot
Il progetto Camelot fu un’attività di spionaggio mirata a prevedere eventuali crisi politiche ed economiche valutandone le ricadute in termini di ribellione contro i Governi amici degli Stati Uniti. Secondo Patrice McSherry, il progetto Camelot fu varato in Cile nel 1965. Venne attuato un controllo massivo di tutta la popolazione, in particolare sulla vita personale e sociale, venendo meno così al rispetto delle libertà personali e del diritto alla privacy dei cittadini. Il progetto fallì in Cile, ma fu un successo in Paraguay nel 1970. Io lo denunciai nel mio libro “Paraguay Educazione e Dipendenza” (Università Nazionale de La Plata, 1974). Venne organizzato un sondaggio tra i Paraguaiani appartenenti a tutti i settori della società per conoscere le opinioni politiche, il credo religioso, la fiducia nella Democrazia, ecc. Ciò avvenne durante la dittatura di Alfredo Stroessner.

Il golpe in Brasile del 1964.
I militari lo chiamarono “rivoluzione”…
Nel 1964 venne varata in Brasile la dottrina della Sicurezza Nazionale; attore principale il Generale do Couto y Silva, formatosi negli Stati Uniti. Cominciò cosi la dittatura che si protrasse fino al 1985. In seguito al colpo di Stato, l’America Latina divenne uno scacchiere della Guerra Fredda ed il Brasile recitò un ruolo di primo piano. Per questo motivo Jair Krischke* afferma, a ragione, che il Condor nacque in Brasile. Io direi, anzi, che il Condor depose le sue uova in territorio brasiliano, per poi allargarsi tramite la cooperazione bilaterale. L’operazione Condor fu fondamentale per la nascita di tutta una serie di Governi illegittimi sostenuti dagli Stati Uniti per conservare l’egemonia nella Regione. Esistevano Paesi disciplinati ed altri da sottoporre a disciplina. I Paesi disciplinati, con una sinistra in ginocchio, erano Brasile, Bolivia e Paraguay. In questi, i crimini negli anni ‘70 furono limitati. Prima, però, negli anni ‘60, vi furono barbarie di estrema crudeltà. La detenzione, la tortura e la sparizione forzata furono gli strumenti per stroncare le organizzazioni della società civile. Un immane genocidio. Nei Paesi disciplinati si istaurò la cooperazione con gli Stati Uniti, dopo il rovesciamento dei Governi legittimi. Il Condor fu il simbolo delle terribili sofferenze inflitte ai loro popoli dai militari di Paraguay, Brasile e Bolivia. Esistevano, poi, i Paesi da sottoporre a disciplina perché caratterizzati dalla presenza di una sinistra molto forte: Argentina, Cile e Uruguay. Franck Gaudichaud interpretò in modo interessante il contesto storico. Negli anni, ‘50, ’60 e ‘70, vi furono una forte mobilitazione sociale ed un profondo senso politico, l’aumento dei partiti e delle organizzazioni rivoluzionarie. La classe dei lavoratori vide la possibilità di avviare un progetto solidale. I venti della rivoluzione centroamericana e l’ascesa al potere di Governi nazionalisti ostili al capitalismo determinarono che, in Uruguay, Argentina e Cile, si considerassero seriamente la competizione economica come “lotta per il pane”, il dibattito politico come “lotta per la pace”, e la dialettica ideologica alla stregua di “difesa della libertà”.

* Jair Krischke – Fondatore del Movimento per la Giustizia e i Diritti
Umani in Brasile (MJGH)

La paura, la nostra seconda pelle
Come affermò Gaudichaud, l’energico intervento militare americano diede come risultato un arretramento del movimento operaio. Iniziò l’era del terrorismo di stato, della distruzione degli spazi di partecipazione democratica, dell’eliminazione fisica, ad opera dei militari, dei leader dei movimenti rivoluzionari. Si attuò il controllo della società civile e la disarticolazione di quella politica. Si stabilirono relazioni privilegiate con il settore imprenditoriale nazionale e internazionale, liquidando le aziende dello Stato, distruggendo il sistema educativo e perdendo il controllo delle riserve nazionali. Questo processo arrivò al suo culmine con l’instaurazione del modello economico neoliberale, selvaggio e criminale. Per proteggere gli investimenti stranieri, si legalizzò l’intervento dei militari per risolvere i conflitti sociali e si fecero venir meno i diritti di riunione e libera manifestazione. Il neoliberalismo fece passare l’idea che tutti i problemi economici, sociali, educativi potevano essere risolti attraverso il mercato. L’operazione Condor consentì ai militari di eliminare, anche attraverso la sparizione fisica, le classi sociali culturalmente più elevate della società. Il rumore di manganello orchestrato da Washington fece spuntare come funghi le scuole primarie private, le scuole secondarie private e le Università private, sull’idea di un libero mercato e facendo venir meno la sicurezza sociale. Il punto di partenza fu quello di considerare l’istruzione una merce. Il Ministero dell’Istruzione si limitò al ruolo di assistenza tecnica per il nuovo mercato che Pinochet impose a partire dal 1973. Era ben diversa la politica del Presidente Salvador Allende: istruzione pubblica, gratuita e di qualità a tutti i livelli, assistenza sanitaria gratuita e di qualità, pensioni degne di questo nome, prezzi dei prodotti alimentari protetti, libertà di espressione e manifestazione. Un famoso politico italiano nato in Argentina, Arrigo Cervetto, scrisse un importante libro “La difficile questione dei tempi” in cui sosteneva che non era possibile, in America Latina, una rivoluzione del proletariato negli anni ‘60 e ’70: “Non c’era una crisi generale del sistema capitalista mondiale; invece, dopo la Seconda Guerra Mondiale, nel periodo di forte espansione, questi limiti non esistevano”. Ma quello che Arrigo Cervetto non disse è che la vita degli imperi è effimera in relazione al tempo e che arrivano sempre tempi straordinari, come confermò la giornalista argentina Stella Calloni, autrice di diversi reportage sull’operazione Condor. Fu lei a scrivere con chiarezza che l’operazione Fenice fu un programma dei servizi segreti americani contro i Vietcong,
condotto fra il 1967 ed il 1972, per bloccare la ribellione. Questo si rivelò un precedente importante dell’operazione Condor.
La mia esperienza personale sull’operazione Condor in ambito accademico ebbe luogo all’Universidad Nacional de la Plata, Argentina, nell’aprile del 1972. Svolgevo il dottorato in Scienze dell’Educazione grazie ad una borsa di studio. Discussi la mia tesi: “Paraguay: Educazione e Dipendenza” e sostenni, allora, e continuo a farlo adesso, ispirato dall’educazione liberatrice di Paulo Freire, che in Paraguay beneficia dell’istruzione soltanto la classe dominante, e che essa è al servizio del sottosviluppo e della dipendenza. Quando tornai ad Asuncion, nel novembre del 1974, venni sequestrato e condotto direttamente in un Tribunale Militare composto da militari di Argentina, Brasile, Bolivia, Cile, Paraguay e Uruguay. Dopo mille giorni di prigione, i militari identificarono il mio reato come “terrorismo intellettuale” e mi espulsero dal mio Paese per 15 anni. Ebbi la fortuna di venire assunto all’UNESCO a Parigi come consulente per l’America Latina. Nei week-end studiavo l’origine e il funzionamento dell’operazione Condor. Realizzai che fu il Segretario di Stato Kissinger la mente creatrice del piano. Pinochet aveva il compito di ripulire dal comunismo lo Stato, la società civile e la politica.
Gugo Banzer, allora Presidente della Bolivia, doveva, invece, ripulire la Chiesa dai militanti della Dottrina della Liberazione.
Il mio sogno di poter portare nelle aule delle scuole e delle Università paraguaiane l’educazione liberatrice diventò un incubo.
Nel campo di concentramento di Emboscada, la dittatura ci mise tutti insieme: anarchici, socialisti, comunisti, liberali, trotskisti, atei, contadini sostenitori della Dottrina della Liberazione, indipendenti. Li ci contaminammo ideologicamente. Ne scaturì un universo di 400 detenuti, donne e uomini, dotati di un’alta coscienza critica. Se non si parte dai problemi più sentiti dalle persone, manca l’appoggio ai programmi di Governo. Tutte le riforme dell’Istruzione proposte dai centri di potere, cioè gli uffici di Washington, si chiamassero Banca Mondiale o Banca Interamericana di Sviluppo, fallirono. Il ruolo fondamentale delle forze armate è la difesa del proprio popolo. L’arma più potente nelle mani dell’oppressore è la mente dell’oppresso. Lo sapevano bene sia la Banca Mondiale, sia la Banca Interamericana. Per questo prevedevano specifici uffici per elaborare i modelli educativi, creati, ovviamente, da Washington. L’Istruzione in mano agli oppressori e l’iniqua distribuzione della ricchezza generano miseria, esclusione, disoccupazione, malattie, fame. Per questo le forze armate devono attenersi al loro solo compito istituzionale, senza mai porsi al servizio dell’imperialismo. I rappresentanti delle forze armate devono essere cittadini in divisa. Il Condor continua a volare in America Latina e cospira contro la nostra società basata sull’istruzione. Prove? I golpe in Honduras nel 2009 e in Paraguay nel 2012, dove sono stati rovesciati Governi democraticamente eletti. La decisione di istituire una Commissione per la Verità in Brasile rappresenta un passo molto importante per tagliare le ali al Condor. È arrivata, finalmente, l’ora di rivisitare il passato, analizzare il presente e immaginare il futuro. La Giustizia è lenta, ci ha messo cinquant’anni, ma condurrà ad un dibattito nazionale finalizzato a rimuovere l’impunità ed a tutelare i diritti umani di tutte le Brasiliane e di tutti i Brasiliani. Facciamo i complimenti al popolo e al Governo argentino, postisi in testa, in America Latina, nella lotta contro l’impunità, e in particolare alle Abuelas de Plaza de Mayo, sempre impegnate a ritrovare i nipoti desaparecidos.
I Paraguaiani vittime della dittatura di Stroessner, davanti all’impunità regnante nel Paese dal 1989, si sono rivolti alla giustizia argentina per sottoporre a processo 18 carnefici paraguaiani e argentini. Si sono basati sulla Giurisdizione Universale per gravi violazioni dei diritti umani e anche per il genocidio commesso contro gli Achè, una tribù autoctona. Nell’agosto scorso, il Tribunale nazionale n° 5 di Buenos Aires ha ufficialmente richiesto, per via diplomatica, gli atti al Governo paraguaiano. Secondo il giurista Carlos Slepoy “Chi ha commesso crimini contro l’umanità deve essere perseguibile nei Tribunali di tutto il mondo, indipendentemente dalla nazionalità delle vittime e dei carnefici, e anche degli interessi particolari dello Stato al quale appartengono detti Tribunali”. Questo costituisce un grande passo per la civiltà umana e un cammino certo per tagliare definitivamente le ali al maledetto Condor.

di Martin Almada
L’avvocato ed educatore paraguayano Martín Almada ha ricevuto il Premio Nobel Alternativo per la Pace nel 2002. È membro della Commissione internazionale Russell e membro della Commissione Esecutiva dell’Associazione Americana di Giuristi (AAJ). È nato a Puerto Sastre, Paraguay, nel 1937. Educatore, difensore dei diritti umani, avvocato, sindacalista, scrittore, leader del movimento “Un tetto per ogni educatore paraguayano” e della Federazione di Educatori in Paraguay. Fondatore e direttore della scuola “Juan Bautista Alberdi” a San Lorenzo. Prigioniero politico dal 1974 al 1977 durante la dittatura di Stroessner. Nel 1974 discute la tesi di dottorato “Paraguay: Educazione e Dipendenza” all’Università de La Plata, Argentina. La tesi è una critica al sistema educativo paraguayano. La sua militanza politica gli costa l’arresto da parte dei militari coinvolti nell’operazione Condor. Viene incarcerato ad Asuncion, Paraguay. La sua scarcerazione arriva dopo la pressione di Amnesty International e uno sciopero della fame di trenta giorni. Nel 1978 trova asilo politico a Panama. Ha scoperto gli Archivi del Terrore ed è uno dei massimi esperti dell’operazione Condor. Tornato in Paraguay dopo il ripristino della Democrazia, Martín Almada comincia a raccogliere documenti riguardanti il regime dittatoriale di Stroessner. Il 14 settembre 1992 presenta una richiesta di Habeas data dopo aver raccolto informazioni sulla presenza di numerosi documenti nella caserma di polizia di Lambaré; il 22 dicembre dello stesso anno, il giudice José Agustìn Fernàndez obbliga la polizia ad aprire la caserma. Vengono ritrovati i cosiddetti “archivi del terrore”, un’enorme mole di documenti redatti durante la dittatura che descrivevano la sorte di migliaia di Sudamericani rapiti ed uccisi dalla polizia e dai servizi segreti di Cile, Argentina, Uruguay, Paraguay, Bolivia e Brasile. Ha ricevuto importanti riconoscimenti in Francia, Brasile e Argentina per il suo impegno a favore dei diritti umani.

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