Angela Michela Rabiolo
Uno degli obiettivi europei per il 2020 nel settore dell’istruzione e della formazione prevede il raggiungimento della quota 82% nel tasso di occupazione di diplomati e laureati nella fascia di età compresa tra i 20 e 34 anni che non abbiano conseguito da più di tre anni l’ultimo titolo di studio. L’obiettivo finale è da riferirsi alla Ue a 27, ma ciò non toglie che ogni Stato membro sia chiamato ad elaborare delle azioni volte al suo raggiungimento.
Nel 2011 il valore medio europeo è stato del 77,2%. In Italia, il valore è del 57,6%, 20 punti in meno rispetto alla media. Dal 2008 al 2011, inoltre, la nostra Nazione è peggiorata di 8 punti rispetto agli altri Paesi europei. Solo la Spagna ci ha superati. Al contrario, la Germania, anche se ha rallentato durante la crisi, raggiunge l’88,2%.
Nonostante l’Italia si trovi indietro rispetto ai maggiori Paesi europei, il tasso di occupazione dei laureati è comunque superiore rispetto a quello dei diplomati, 66,1% contro 50,6%, ma resta comunque inferiore alla media di 81,6% di occupati laureati e 71,4% di diplomati occupati nel resto dell’area Ue. Non ci sono, inoltre, significative differenze nei valori registrati tra uomini e donne.
Le differenze tra L’Italia e gli altri Stati membri si notano soprattutto nelle opportunità riservate ai diplomati, rispetto ai quali lo scarto di occupazione medio europeo e quello italiano raddoppia nel quinquennio -da 10,2 a 20,8 punti-. Rispetto alle Nazioni capofila, il divario si accentua con la Germania e la Francia per le quali nel 2011 si riscontrano valori più alti: rispettivamente, otto ogni dieci e sette su dieci sono occupati.
La differenza tra occasioni riservate a laureati e a diplomati si fa sempre più profonda dal 2006 al 2011, passando da 5,4 a 15; la disparità è più forte per la componente maschile rispetto a quella femminile. Lo stesso gap risulta più stazionario rispetto alla media del resto della Ue: nel periodo pre crisi il divario era superiore, ma nel 2011 è risultato più contenuto.
Anche misurando il tasso di disoccupazione si nota la differenza sempre più profonda tra chi possiede una laurea e chi, invece, si è fermato al diploma: in Italia, negli ultimi cinque anni, si è passati dai 4 punti del 2006 ai 12 del 2011.
Nel nostro Paese emergono pure differenze territoriali: nel 2012 l’ampiezza del divario oscilla tra il 14 e il 17%. Il Nord ha particolarmente risentito della crisi e, all’interno di essa, i diplomati ne hanno pagato le maggiori spese: tra il 2008 e il 2012 hanno perso circa il 18% contro il 7% in termini di ridotte capacità di occupazione registrato dai laureati. Nel Centro il valore di occupazione è sceso in 4 anni del 17,5% tra i diplomati e del 13% tra i laureati, raggiungendo nel 2012 valori pari al 47,6% e 61,8%. Nel Mezzogiorno la già difficile situazione occupazionale ed economica ha fatto segnare nel 2012 quote pari al 31,3 e 48,7% rispettivamente per diplomati e laureati, i primi con una contrazione maggiore rispetto ai secondi.
Tra Nord e Sud, a parità di livello di istruzione, il divario occupazionale risulta drammatico. Per quanto riguarda le differenze di genere, i divari sono ampi e onnipresenti, con un aumento nelle regioni meridionali per i laureati e nel Centro-Nord per i diplomati.
Oltre all’abbassamento del tasso occupazionale nella fascia di età considerata, è da notare anche il cambiamento dell’offerta qualitativa relativa al lavoro. A farne le spese anche questa volta sono per lo più i diplomati. La presenza di contratti atipici è cresciuta tra il 2008 e il 2012 di 8 punti per i diplomati e di 4,5 per i laureati. Le giovani donne fanno registrare valori maggiori in relazione alla variabile considerata, 59,1% per le diplomate e 54,2% per le laureate contro 55,6 e 43,6 per le stesse categorie maschili.
È inoltre aumentata la quota di occupati in part time involontario, che nel 2012 coinvolge nove diplomati su 10 e oltre otto laureati su dieci. Infine, la percentuale dei giovani sovraistruiti, che possiedono, cioè, un titolo di studio superiore alle competenze richieste dall’attuale mansione svolta, ha registrato una forte crescita esclusivamente tra i lavoratori con diploma, raggiungendo il valore del 58,4% nel 2012 (+8% rispetto al 2008).
Angela Michela Rabiolo
Caporedattrice SocialNews