Dalla Commedia dell’Arte al Novecento: Identità nascoste

di Tiziana Mazzaglia  @TMazzaglia

Fonte: google.it

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Una mostra dedicata all’identità celata dietro le maschere, proposta attraverso tappe storiche dalla Commedia dell’Arte al Novecento. Milano, Palazzo Morando, fino al 12/01/2014.

A Milano il Palazzo Morando ospita, fino al 12 Gennaio 2014, una mostra curata da Patrizia Foglia, con il contributo della Compagnia Marionettistica “Carlo Colla & Figli”. Si tratta di un’occasione in cui si possono ammirare illustrazioni, incisioni e affiches. Il periodo storico di questo percorso parte dalla Commedia dell’Arte, ovvero, quel genere di teatro «anche se non forte come il melodramma o il nō giapponese, è impossibile prescindere da una definizione di ordine generale, per quanto discutibile e provvisoria. Secondo quella più comunemente accettata la commedia dell’arte sarebbe quel tipo di commedia nella quale intervengono personaggi mascherati, chiamati “maschere” tout-court, recitata da attori professionisti i quali improvvisano, anziché imparare a memoria le loro parti. (…) L’espressione “commedia d’arte” compare soltanto nel 1750 nella commedia metateatrale di Goldoni, Il teatro comico (…) il termine “maschere” è stato usato per identificare i personaggi caratteristici della commedia dell’arte soltanto in epoca tarda. (…) Nel Settecento le maschere sono ridotte a quattro: quelle dei due vecchi, Pantalone, il mercante veneziano e il Dottore bolognese (Graziano o Balzone), e quelle dei due Zanni o servitori, Arlecchino e Brighella»ˡ Un gioco di identità che sfocia nel Novecento, periodo in cui si sviluppano e diffondono gli studi della psicologia, ben espressi nelle opere letterarie di Luigi Pirandello, i cui personaggi si ritrovano a vivere identità celate da maschere dettate dalla società in cui vivono. Un dramma sintetizzato nell’opera “Uno nessuno e centomila”, in cui la sola vera identità umana si ritrova ad essere annullata a causa dei centomila giudizi altrui. O ancora, l’identità imposta dalla propria famiglia, come il caso di Nora, in “Casa di bambola” di Ibsen. Tutte tematiche molto affascinati ed educative non solo a livello culturale, ma anche per una propria presa di coscienza.

 

 

         1. C. MOLINARI, Storia del teatro, Laterza, pp. 103-104.

 

Per informazioni:

http://www.civicheraccoltestoriche.mi.it

 

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