Il papa ad Assisi.

 

Papa Francesco, assorto in preghiera, Porziuncola, Santa Maria degli Angeli, Assisi 04/10/2013.

Come già preannunciato, in occasione della festività di San Francesco, Papa Bergoglio ha visitato Assisi nei suoi santuari, con il seguente itinerario: Istituto Serafico alle ore 7,45 a.m.; Santuario di San Damiano alle ore 9,00 a.m.; Vescovado alle ore 9,30 a.m.; Santa Maria Maggiore ore 10,00 a.m.; Basilica di San Francesco ore 10,20 a.m.; Piazza inferiore di San Francesco ore 11,00 a.m.; Caritas di Santa Maria degli Angeli ore 13,00 a.m.; Eremo delle Carceri, ore 14,30 a.m.; Duomo di San Rufino ore 15,15 a.m.; Basilica di Santa Chiara ore 16,10 a.m.. Una giornata di festa celebrata con spirito di preghiera in un’assorta invocazione a Dio. Le parole pronunciate riecheggiano le preghiere del Santo stesso, in particolare dei momenti in cui, a San Damiano, piangeva dialogando con Dio e ripeteva “l’amore non è amato”. Ed è proprio così, che esordisce, nella Sala della Spoliazione, quella stessa sala in cui, nel 1207 Francesco spogliandosi diede segno visibile della Sua vocazione. Il 4 ottobre 2013, Papa Francesco dice: “Oggi è il giorno del pianto” e si rivolge ai poveri, agli immigrati, ai perseguitati e ancora di più, si rivolge, con dolore all’indifferenza, che regna nel mondo difronte al dolore. Tra le frasi più significative, pronunciate da Bergoglio, ricordiamo: «Mettere al centro dell’attenzione sociale e politica le persone più svantaggiate. A volte le famiglie si trovano sole nel farsi carico di chi ha bisogno»; «La società purtroppo è inquinata dalla cultura dello scarto, che è opposta alla cultura dell’accoglienza. E le vittime di questa cultura sono le persone più fragili»; «La Chiesa deve spogliarsi della mondanità, che la porta a vanità, orgoglio e idolatria. La mondanità è la lebbra e il cancro della società»; «Cessino i conflitti armati che insanguinano la terra, tacciano le armi e si ascolti il grido di chi soffre e di chi muore per il terrorismo e le guerre». Durante i dialoghi il papa ha cercato un contatto diretto con la folla, attraverso azioni di metateatro si è rivolto ai gruppi di fedeli e ha addirittura chiesto loro delle risposte a cui ha risposto, anche, con sorrisi e con un “Questo piace”. Il discorso, tenutosi nella piazza della Basilica inferiore del Santo, si è svolto senza copioni, il papa ha detto sorridendo di avere le risposte pronte ad ogni domanda, perché quelle stesse gli erano pervenute due giorni prima, ma è servito solo per tracciare una linea guida all’incontro, perché la spontaneità e l’amore del papa ha diretto l’incontro. Nel Monastero di Santa Chiara, ha avuto parte dominante la preghiera, sia per rispetto alla regola, sia per la presenza del Crocefisso di San Damiano, che racchiude in sé la vocazione alla santità. Tra le raccomandazioni del papa per i consacrati c’è stata un’ammonizione nei confronti della mondanità, che uccide l’animo, la persona e la Chiesa. Alle clarisse è stato raccomandato il sorriso, come espressione naturale dell’amore di Dio e non come espressione di saluto cordiale, ha detto: “Non sorridete come gli assistenti di volo”. Una metafora chiara di chi assiste durante un viaggio, evidenziando la contrarietà alla loro missione che è quella di sorreggere la fede, ben diversa dall’assistere con la sola presenza. Ai giovani ha detto parole evangeliche: «Non ho né oro, né argento da darvi, ma qualcosa di molto più prezioso, il Vangelo di Gesù», unico vero tesoro capace di Salvare il mondo.

di Tiziana Mazzaglia

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