Il lavoro educativo in contesti difficili

di Vincenzo Savini

La strada intrapresa è quella dell’autoformazione. La riconosciamo come forza necessaria ed unica per valorizzare le forme di pensiero che mettiamo quotidianamente in pratica, ma che spesso, per i tempi imposti dal lavoro, non riusciamo ad approfondire.

Le persone che hanno dato il via al “Lusso di Pensare” identificano la loro nascita in un precedente lavoro svolto a Bologna al Quartiere San Donato Pilastro nell’ottobre del 2011.

Il titolo di quella giornata era “Il lavoro educativo in contesti difficili”. Si è svolta in collaborazione con il Maestro di Strada Cesare Moreno. Nell’occasione, è stato affrontato il tema del lavoro educativo in contesti particolarmente complessi.

L’incontro aveva sviluppato una serie di riflessioni. Queste sono state riprese da una parte dei partecipanti che ha ritenuto importante non farle cadere, ma continuare ad approfondirle.

Da questa decisione ha preso il via un gruppo di lavoro: da allora s’incontra una volta al mese al Quartiere San Donato di Bologna, invitando anche altre persone a partecipare.

Già nel suo nome, “Lusso di Pensare”, possiamo ritrovare l’origine e la spiegazione del nostro lavoro.

Noi crediamo sia assolutamente necessario prendersi del tempo per continuare ad apprendere, malgrado tutto ciò che abbiamo attorno ci porti a pensare che questo non sia possibile.

La frase spesso ripetuta per giustificare questa condizione di “impensabilità” è, infatti, “Dove troviamo il tempo per pensare?”.

La strada intrapresa è quella dell’autoformazione. La riconosciamo come forza necessaria ed unica per valorizzare le forme di pensiero che mettiamo quotidianamente in pratica, ma che spesso, per i tempi imposti dal lavoro, non riusciamo ad approfondire.

Chi ha preso parte alle nostre attività, e le porta avanti tuttora, opera nel campo dell’educazione a vario titolo.

Vi sono educatori dei servizi scolastici dei quartieri cittadini, operatori dei servizi sociali, del privato sociale, formatori dei C.F.P. (Centri di Formazione Professionale), insegnanti dei diversi gradi di scuole, pedagogisti, genitori… Insomma… persone…

Alla base del nostro pensiero – continuiamo a ripeterlo sempre – vi è la consapevolezza che il tema dell’educazione non può essere patrimonio lasciato solo ai cosiddetti esperti.

Per questo motivo, le donne e gli uomini che si incontrano nelle riunioni mensili lo fanno sostenuti dalla ferma convinzione dell’importanza del non far finire tutto lì, del poter e dover riuscire ad allargare la partecipazione.

La necessità, perché è di questo che si parla, che ci ha portati ad incontrarci è certamente il disagio vissuto da ognuno nei propri posti di lavoro, ma anche il disagio provato da noi stessi in quanto persone ogniqualvolta ci confrontiamo con ciò che definiamo educativo.

Attraverso le discussioni, questo disagio vissuto ha iniziato a prendere forma ed è stato identificato e definito con il termine “frammentazione”.

Perché “frammentazione”?

Con tale concetto intendiamo far emergere e rappresentare gli effetti che la mancanza di una visione condivisa determina sulla condizione dell’infanzia e dell’adolescenza a Bologna. Tale disgregazione è visibile sia sul versante di chi lavora nel campo educativo, sia negli effetti visibili in chi usufruisce dei servizi, i bambini e i ragazzi.

La frammentazione/disgregazione ha l’effetto di farci smarrire d’identità, di non riconoscere più il significato di ciò che stiamo facendo e di non riconoscerci più come esseri e come esseri dotati di capacità riflessive e di pensiero, al punto da smarrire il sogno. Il sogno, invece, è identificato dal nostro gruppo come elemento indispensabile per progettare, in quanto portatore della dimensione del futuro.

Il lavoro del gruppo, dunque, è quello di orientarsi sempre più verso la pratica del confronto, allo scopo di rendere possibile la ricerca di una visione condivisa, ma anche sognata assieme.

Riconosciamo questa unione tra ricerca e sogno come forza necessaria per contrastare gli effetti, a nostro parere negativi e capaci solo d’impoverire il pensiero, tipici della frammentazione/disgregazione.

Lo spirito che anima il Lusso di Pensare è dunque quello del confronto costante che porti a ricercare ed a sognare azioni e pensieri idonei ad opporsi a soluzioni miopi e parziali. Un confronto che sappia riconoscerle contrastandole e proponendo alternative.

In questo momento, il Lusso di Pensare si sta impegnando ad organizzare una giornata pubblica dal titolo “Crescere al tempo della crisi”. Sappiamo che quella intrapresa non è certo una sfida semplice. Ma è proprio questo il lusso che ci siamo voluti prendere. Invitiamo tutti a coltivarlo.

di Vincenzo Savini
Educatore Quartiere San Donato Pilastro di Bologna

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