Un voto per l’evasione fiscale

di Tommaso Gasperotti

Quando l’evasore diventa una figura… per cui fare il tifo. Alla giostra dei loghi elettorali (ben 215!) depositati al Viminale in occasione delle ultime elezioni politiche, era comparso anche il simbolo di “Forza Evasori-Stato Ladro”, lista promossa da Leonardo Facco, editore bergamasco e fondatore del Movimento Libertario. Un simbolo che ad alcuni è suonato come un grido liberatorio e di sfida nei confronti di Stato e politica, ad altri un incitamento all’obiezione fiscale. Facco richiama, invece, l’accezione che del termine dà il vocabolario Treccani per chiedersi chi sia l’evasore. “Evade chi scappa da un luogo da cui si è rinchiusi – spiega – evadono i Cubani che fuggono dalla dittatura, evade chi si libera da una condizione da cui si viene oppressi. Anche i capitali evadono. Non è un reato, l’evasione è proporzionale all’oppressione fiscale. Accetto le tasse, ma non oltre il 10%”. Raggiunto al telefono nella sua Treviglio, il leader di Forza Evasori non usa giri di parole: “Le tasse sono un furto e non pagarle una necessità”. Il logo elettorale, però, è stato bocciato dal Ministero degli Interni, che lo ha interpretato come una sorta di apologia di reato e vilipendio. “Con Forza Evasori abbiamo un po’ scherzato – ha riconosciuto lo stesso Facco alla prima assemblea generale del gruppo, tenutasi a Bologna in gennaio – ma è stata una grande cassa di risonanza”. Senza alcun dubbio, una grande trovata di marketing: il simbolo, tra provocazione ed ironia, è finito sulle prime pagine di tutti i giornali, seguito da interviste all’ideatore sui media nazionali. “Spero vi rendiate conto – rincara la dose Facco, autore del libro “Elogio dell’evasione fiscale” – dopo vent’anni di promesse di rivoluzioni liberali in quali condizioni siamo messi. Paghiamo tra il 70 e l’80% di tasse per avere in cambio disservizi ed uno Stato di polizia. Noi non siamo provocatori, siamo coerentemente liberali: il nostro programma non è uno scherzo, ma un pentalogo secco e deciso, mirato a tagliare le spese dello Stato”. A Bologna si era messa nero su bianco un’agenda programmatica per le future elezioni “per far ripartire l’Italia riducendo il carico fiscale e rendere più liberi i contribuenti e le imprese” – si legge sul loro sito internet (http://www.forzaevasori.org/). Sul fronte delle tasse, la proposta è quella di applicare una tassa piatta al 15% sia per le persone fisiche, sia per quelle giuridiche (l’8% andrebbe ai Comuni, il 4% a Regione o Provincia, il 3% allo Stato). Gli enti locali potrebbero riorganizzarsi e ripartire gli introiti come meglio credono. Chi guadagna meno di 10.000 euro l’anno non pagherebbe imposte sul reddito. L’Iva sarebbe al 5% su tutti i prodotti e servizi pubblici e privati. Entro due anni si ridurrebbe del 50% il debito pubblico vendendo tutto ciò che è vendibile e di proprietà dello Stato. Poi, licenziamento per 2,5 milioni di dipendenti pubblici: per reinserirli nel mercato del lavoro, per i primi cinque anni non pagherebbero alcuna imposta sul reddito, per i successivi cinque pagherebbero una flat tax del 5%. Infine, privatizzazioni e forte liberalizzazione del mercato dei servizi e delle professioni.
“Lo Stato è immorale e il sistema di tassazione italiano è mal congegnato, una vera e propria aggressione” – mi spiega Carlo Zucchi, referente bolognese del movimento incontrato sotto le Due Torri. È un libertario, ha studiato Economia e ha un blog che si apre con la scritta: “L’unica mano che ti puoi aspettare dallo Stato è quella che si infila nelle tue tasche”. “Le tasse devono essere poche, altrimenti l’economia non funziona. Non pagarle è legittima difesa”. Nel suo articolo “Evasori di tutto il mondo unitevi” scrive: “Lo slogan “pagare tutti per pagare meno” non solo è fuorviante, ma anche pericoloso, perché aizza l’odio e l’invidia di alcuni verso altri. La verità è che, se tutti pagassero, non pagheremmo meno; semplicemente, i governanti spenderebbero di più per aumentare la loro rendita politica. Le dinamiche della spesa, una volta innescate, non si fermano, perché si autoalimentano e l’evasione diviene, spesso, l’unico modo per difendersi e frenare la degenerazione finanziaria di uno Stato incontinente come il nostro”.
Tra le più note battaglie del Movimento Libertario c’è quella del sostituto d’imposta, portata avanti da Giorgio Fidenato, co-fondatore del gruppo e imprenditore agricolo pordenonese: dall’inizio del 2009, ha deciso di erogare in busta paga ai suoi dipendenti lo stipendio al lordo. Ma c’è anche la campagna per piantare semi di mais Ogm, più resistenti e redditizi rispetto alle colture tradizionali. Per ora, il gruppo ha ottenuto maggiore appeal al Nord, senza riuscire, però, ad aggregare grandi masse. “Il libertario, d’altra parte – mi spiega Zucchi – è di per sé individuale”.

Tommaso Gasperotti

Massimiliano Fanni Canelles

Viceprimario al reparto di Accettazione ed Emergenza dell'Ospedale ¨Franz Tappeiner¨di Merano nella Südtiroler Sanitätsbetrieb – Azienda sanitaria dell'Alto Adige – da giugno 2019. Attualmente in prima linea nella gestione clinica e nell'organizzazione per l'emergenza Coronavirus. In particolare responsabile del reparto di infettivi e semi – intensiva del Pronto Soccorso dell'ospedale di Merano. 

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