di Daniela Capoferri e Sara Sarto
Tre chili di deducibilità, un pizzico di controlli incrociati, condono fiscale q.b. e, prima di infornare, tre cucchiai colmi di redditometro, anzi, quattro, per un risultato – si spera – più consistente. Anche in occasione delle ultime elezioni politiche, tenutesi lo scorso febbraio, non sono mancate le tradizionali ricette elettorali anti evasione, piatto forte della casa alla trattoria Italia. Ma i ristoratori conoscono davvero i gusti dei loro avventori? Oppure vantano proposte roboanti nel menù sapendo che, tanto, la scelta ricadrà su altri piatti tipici? Ce lo siamo chieste durante i mesi che hanno anticipato le elezioni, quando il tema della lotta all’evasione fiscale si affacciava, di tanto in tanto, sulle pagine dei giornali o tra i servizi al tg. La lotta all’evasione fiscale è diventata prioritaria e tanto urgente per i cittadini italiani? O si tratta, piuttosto, di una sovrarappresentazione di un problema distante anni luce dall’agenda concreta dell’elettore medio? Per sciogliere i nostri dubbi, abbiamo deciso di compiere un piccolo esperimento: perché non chiedere ai diretti interessati quali siano i primi tre temi che affronterebbero se diventassero Presidenti del Consiglio? Detto, fatto. A dieci giorni dalle elezioni, ci siamo rivolte ad un campione di 60 persone, equamente suddiviso tra donne e uomini e ripartito per tre fasce d’età (18-35 anni; 36-60; over 60) chiedendo di indicare le tre priorità del loro Governo. Abbiamo posto lo stesso interrogativo ad altri due campioni di 60 persone, selezionati con lo stesso criterio, trenta giorni dopo il 21 aprile e poi sessanta, con un Paese ancora senza Governo.
“Più lavoro ai giovani, meno spesa pubblica e più trasparenza”. Così ha risposto la maggior parte degli intervistati. Se il 24% di essi ha menzionato il tema delle tasse, solo il 20% di quest’ultima fetta di cittadini ha indicato nell’evasione fiscale un’area di azione su cui intervenire. Significa appena il 5% delle persone raggiunte. Concentrandosi, in particolare, sulle tre diverse rilevazioni, la pur sempre scarsa sensibilità nei confronti del tema della lotta all’evasione fiscale sembra aver seguito l’andamento della rappresentazione mediatica del fenomeno: maggiormente menzionato nella prima rilevazione, quando i riferimenti da parte dei politici di ogni schieramento erano frequenti, ha decisamente perso appeal a distanza di uno e due mesi. Non si notano sostanziali differenze di sensibilità tra uomini e donne. Non si può, invece, affermare altrettanto prendendo in considerazione le indicazioni provenienti dagli intervistati appartenenti a diverse fasce d’età: sembra, infatti, che siano gli Italiani di età compresa tra i 36 ed i 60 anni le persone più interessate ad una tassazione equa e proporzionale al reddito. Ben altre, tuttavia, sono le preoccupazioni ed i desiderata emersi da questo semplice esperimento. Un Italiano su tre, ad esempio, ha posto tra le proprie priorità un intervento riguardante il mercato del lavoro e numerosi sono stati i riferimenti, nello specifico, alla piaga della disoccupazione giovanile. Fra le soluzioni, c’è chi propone lo sblocco del patto di stabilità, chi chiede la pensione per coloro che hanno già raggiunto sessant’anni, chi promuoverebbe il made in Italy e chi, invece, opterebbe per incentivare il settore turistico. Se consideriamo, invece, le risposte dei cittadini over 60, l’innalzamento delle pensioni minime spicca come la proposta maggiormente riportata. Lo scontento generale e la sfiducia nei confronti della classe politica accomuna tutti gli intervistati. Vengono rivendicati più trasparenza, meno sprechi, tagli alla spesa politica, più coerenza, una maggiore preparazione della classe dirigente ed un suo deciso ricambio generazionale. Sanità ed Istruzione rappresentano le aree di intervento che seguono a ruota nella rilevazione: maggiori fondi per la ricerca, fuga dei cervelli, meritocrazia, agevolazioni agli studenti, snellimento delle procedure burocratiche e miglioramento dei livelli di prestazione della Sanità pubblica mettono d’accordo una quota rilevante degli intervistati. Tutela dei diritti civili per le coppie di fatto, reintroduzione della pena di morte per i delitti più gravi, apertura delle case chiuse, salvaguardia del patrimonio artistico ed ambientale, riforma della giustizia, lotta alla mafia ed alla criminalità organizzata, maggiore tassazione per il gioco d’azzardo, chiusura delle frontiere e rimpatrio dei clandestini completano il caleidoscopio delle agende di Governo dei Presidenti per un giorno.
Ma perché, quindi, sono così pochi a scegliere il piatto forte del menù alla trattoria Italia? Nonostante gli chef abbiano decantato per mesi gli innovativi sistemi di cottura e gli evidenti benefici per la dieta, c’è chi storce il naso. “I soldi recuperati non finirebbero comunque nelle tasche dei cittadini” – spiega una professoressa liceale dopo aver ordinato altre pietanze.
Daniela Capoferri e Sara Sarto