L’erba del vicino è davvero migliore? Il caso Francia

di Marine Delaporte

Da tema di secondaria importanza nell’opinione pubblica ad argomento del giorno in grado di conquistare le prime pagine dei media. È questa la “parabola” dell’evasione fiscale in Francia, Paese trovatosi, negli ultimi mesi, a dover fare i conti con un problema più grande di quanto avesse potuto immaginare fino a poco tempo fa. Complici i “casi” Depardieu e Cahuzac, ben diversi tra loro per natura e conseguenze, la Francia si è scoperta, tutto ad un tratto, più vulnerabile su un fronte tradizionalmente percepito come non particolarmente problematico dai suoi cittadini. Prima, a febbraio, l’attore Gerarde Depardieu ha chiesto e ottenuto da Vladimir Putin la cittadinanza russa, rifiutandosi di pagare l’imposta del 75% sui redditi superiori al milione di euro prevista dal Governo Hollande. Poi è arrivata la notizia – prima smentita con decisione, poi riconosciuta come vera dal diretto interessato – dei conti segreti in Svizzera e Singapore appartenenti al Ministro del Bilancio Jérome Cahuzac, lo stesso incaricato di portare avanti la lotta all’evasione fiscale. Il conseguente calo di fiducia nel Governo è andato di pari passo con la convinzione pubblica della necessità di rivedere gli strumenti utilizzati per contrastare l’evasione, come, tra l’altro, già suggerivano da tempo i risultati di alcuni report internazionali sul tema, nonostante il comune sentire. Se, infatti, in Europa, il costo dell’evasione fiscale ammonta a circa 1.000 miliardi di euro l’anno, come indica il giornale Ouest France, nello stesso arco di tempo (la stima si riferisce al 2009) in Francia il valore dell’economia sommersa ammonterebbe a 290 miliardi di euro (rispetto ai 418,23 dell’Italia e ai quasi 400 della Germania) con una conseguente evasione fiscale pari a 120,61 miliardi di euro (contro i 180,257 dell’Italia ed i 158 della Germania), il 15% del gettito fiscale complessivo (fonte “Tax research London” per il gruppo parlamentare S&D del Parlamento europeo). Per riconquistare la fiducia della popolazione ed arginare il problema, il Governo francese ha messo in cantiere alcune misure d’urgenza, come la pubblicazione on-line dei beni finanziari e immobiliari dei Ministri, avvenuta a metà aprile, e ha annunciato un potenziamento delle risorse destinate alla repressione delle frodi fiscali più complesse, come riportato dal sito d’informazione francese Mediapart. Molto probabilmente, la base di partenza sarà il piano d’azione messo a punto già nel giugno del 2012 dalla Commissione Europea, il quale prevede misure concrete mirate a rafforzare la cooperazione amministrativa in materia tra gli Stati membri e a promuovere una politica comune davvero efficace. In particolare, secondo quanto scrive il giornale indipendente Mediapart, Gran Bretagna, Germania, Spagna, Italia e la stessa Francia avrebbero già un’intesa con gli Stati Uniti per applicare sui propri territori di competenza la legge americana “Fatca” (Foreign Account Tax Compiance Act). Approvato dagli Usa nel 2010, il decreto, che entrerà in vigore dal primo gennaio 2014, obbliga tutti gli intermediari finanziari che operano nei Paesi firmatari a segnalare agli Stati Uniti la presenza, tra i propri clienti, di contribuenti con cittadinanza americana. Si tratta di una misura che mira a far emergere le attività finanziarie (conti correnti, quote in fondi comuni, azioni, ecc.) detenute all’estero dai cittadini americani. I cinque Paesi europei intenderebbero implementare una piattaforma comune per lo scambio automatico dei dati allo scopo di intercettare le casseforti off-shore in cui si nascondono i proventi dell’evasione fiscale. Da Bruxelles, dove, in passato, erano emersi pareri contrari ad un approccio intergovernativo in stile Fatca, l’iniziativa dei cinque Paesi europei è stata valutata positivamente nel mese di aprile: la ricerca di una soluzione condivisa in ambito comunitario per arginare fenomeni di erosione delle risorse nazionali potrebbe finalmente giungere ad un punto di svolta.

Marine Delaporte

Massimiliano Fanni Canelles

Viceprimario al reparto di Accettazione ed Emergenza dell'Ospedale ¨Franz Tappeiner¨di Merano nella Südtiroler Sanitätsbetrieb – Azienda sanitaria dell'Alto Adige – da giugno 2019. Attualmente in prima linea nella gestione clinica e nell'organizzazione per l'emergenza Coronavirus. In particolare responsabile del reparto di infettivi e semi – intensiva del Pronto Soccorso dell'ospedale di Merano. 

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