La sanità non è un lusso: prestazioni mediche in “offerta speciale”.

C’è bisogno di una visita oculistica, ma andare dal “solito” oculista costa troppo? Trovare una soluzione è più facile di quanto si pensi. Internet offre tutte le possibilità. Basta cercare sui principali motori di ricerca “visita oculistica” con accanto il nome della città dove si abita e si apre un ventaglio di opzioni variegato: siti delle Asl locali, idoctors.it che permette di comparare i costi dei vari professionisti della zona e Groupon, sì Groupon il noto sito di offerte last minute che offre prestazioni sanitarie in super offerta “solo per oggi”. I prezzi che propone il noto sito di “social shopping” sono incredibilmente vantaggiosi: una visita oculistica completa a 29 euro anziché 120, con la possibilità di aggiungere il test di Amsler e la visita ortodottica aggiungendo soltanto 10 euro, una visita con screening anti glaucoma e pachimetria corneale a 49 euro ed infine, l’opzione più completa, visita oculista con screening della chirurgia refrattiva a 59 euro anziché 310.
Questo è soltanto uno degli esempi in cui ci si può imbattere con una certa facilità navigando sulla rete, è lecito chiedersi come le prestazioni mediche siano diventate una merce come tutte le altre, sottoposta non solo alla libera concorrenza, ma anche a offerte e promozioni a basso costo e perché hanno un discreto successo.
Il caso è scoppiato nell’autunno 2011 quando era possibile pagare, per esempio, un’ecografia completa di dvd 34 euro anziché 86, l’Ordine dei Medici reagì immediatamente nei confronti dei propri membri con alcuni reclami, tanto che oggi è pubblicizzato un numero ristretto di visite e prestazioni. Secondo l’Ordine, infatti, questo genere di offerte a prezzi stracciati sarebbe una pratica commerciale scorretta: si teme che i consumatori siano indotti a credere che sia possibile ottenere prestazioni sanitarie di qualità a prezzi molto inferiori rispetto al prezzo “ordinario”. La fiducia nella classe medica ne risulterebbe compromessa e si farebbe facilmente strada l’impressione che le aziende sanitarie nazionali speculino sulle malattie dei cittadini.
Al di là del caso specifico, il successo di offerte come quella del noto sito di “social shopping” è indice di come gli effetti della crisi economica (ma non solo) che si è abbattuta sul nostro Paese si diffondano a macchia d’olio anche in settori come quello sanitario considerati inattaccabili. Curarsi sembra essere diventato per alcuni, ma il numero è in costante aumento, un lusso che non ci si può permettere. Contemporaneamente i casi di “malasanità”, la lunghezza spropositata delle liste d’attesa per le visite nelle strutture pubbliche, i costi elevati delle prestazioni elargite privatamente fanno calare la fiducia nella classe medica in generale e nella dirigenza statale, colpevole di speculare sulla salute dei cittadini.
Il sistema sanitario italiano, inoltre, sembra mostrare delle falle nell’accoglienza e nella cura degli immigrati e per questo motivo sono nati, nel 2006 a Palermo e nel 2010 a Marghera, due Poliambulatorio gestito da Emergecy. Tutte le prestazioni erogate sono gratuite e il personale medico ed organizzativo che vi lavora lo fa a titolo gratuito con lo scopo di collaborare con il Sistema sanitario nazionale. Il successo dei Poliambulatori è sancito dal numero di prestazioni effettuate: a Marghera 11.706 in un solo anno, per una media di 33 prestazioni giornaliere. La sorpresa è che non sono stati soltanto senegalesi, moldavi o rumeni a ricorrere ai servizi proposti dalla Ong, ma anche molti italiani: un paziente su cinque.
La garanzia della cura è un diritto inalienabile di ciascuno in quanto essere umano ed è prevista nelle principali norme internazionali sui diritti umani compresa la Dichiarazione Universale del 1948, anche la Costituzione italiana all’articolo 32 riconosce la salute come “fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività”. Di conseguenza è necessario osservare il successo delle offerte di Groupon così come quello delle cure gratuite offerte dai Poliambulatori di Emergency e capirne le cause perché sono, a mio avviso, due facce della stessa medaglia: la salute non può diventare un lusso né tanto meno una merce e un bene di consumo e, attualmente, questo non è un orizzonte lontano ed irreale, ma un rischio che incombe silenziosamente anche sul nostro Paese.

 

di Angela Caporale

Collaboratrice di Socialnews

Angela Caporale

Giornalista pubblicista dal 2015, ha vissuto (e studiato) a Udine, Padova, Bologna e Parigi. Collabora con @uxilia e Socialnews dall’autunno 2011, è caporedattrice della rivista dal 2014. Giornalista, social media manager, addetta stampa freelance, si occupa prevalentemente di sociale e diritti umani. È caporedattore della rivista SocialNews in formato sia cartaceo che online, e Social media manager. 

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