Perché non guardare se a casa abbiamo dei libri che ci sono piaciuti e che magari sappiamo che non leggeremo più o che accettiamo di condividere, da portare alla festa? Un’iniziativa un po’ casalinga, per lanciare una proposta di lettura a chi legge poco o non legge o non compera libri o non può farlo. Si concorda, con i partecipanti del gruppo, di portare ciascuno qualche libro da condividere con altri. Da lasciare ad altri. Per iniziare.
Un venerdì pomeriggio. Ci proviamo. Non è la prima volta, ma stavolta, forse, è diverso. Abbiamo costruito un luogo di aggregazione giovanile¹ in tre o quattro anni di lavoro, in un parco dove c’era poco: singoli, gruppetti, gente e cani, anime solitarie. Dove c’era posto perché tutti potessero stare per proprio conto. Dove qualche gruppo di ragazzi poteva stare insieme, indisturbato. Per i giovani, un piccolo deserto sociale. I ragazzi si ritrovano in un posto pian piano riconosciuto come proprio, complice un campo di calcetto in buono stato, sempre disponibile, ed almeno due educatori con cui stare. Non c’è pomeriggio in cui, in quel luogo, non ci sia un bel gruppetto di ragazzi. E un pallone, tra loro. E degli educatori da ritrovare, là, ogni giorno. Forse, però, non basta giocare, passare il tempo. Chi si preoccupa di quello che sta intorno a quel campetto, delle difficoltà, dei bisogni, delle solitudini… Proviamo, ancora una volta, a mettere insieme anche un gruppo di adulti. Genitori impegnati a scuola, referenti del quartiere, di enti ed associazioni che in quel luogo hanno speso un po’ di risorse e molte energie. Un po’ di nostalgia di quando si amava partecipare, un forte bisogno di socialità ed impegno. Le iniziative dei genitori, spesso, si stemperano nel tempo, arenandosi in difficoltà organizzative, nei tempi che difficilmente coincidono, nelle esigenze pressanti legate alla gestione quotidiana della vita di ciascuno.
Dopo una serie di incontri, ci si ritrova concordi sulla volontà di fare davvero qualcosa insieme, si condividono quattro piste di lavoro che possono costituire un terreno comune, la possibilità reale di lavorare insieme per trovare possibili e reali risposte a bisogni quotidiani propri e della comunità di quello specifico territorio. Dove e come condividere con gli abitanti del territorio questo progetto? Non attorno ad un tavolo o in una sala conferenze. Ecco perché, un venerdì pomeriggio, sul prato circostante il centro Interculturale Zonarelli, mentre si svolge un torneo di calcetto dei ragazzi della Torretta, loro spazio di aggregazione, organizziamo una festa, alla quale invitiamo i genitori del territorio, insegnanti e genitori dell’Istituto comprensivo lì a due passi, e i cui ragazzi frequentano il centro e il doposcuola. Invitiamo i gruppi e le associazioni che lavorano su questo territorio. Invitiamo gli adulti. Il contesto per parlare e condividere il progetto: una serie di tavoli imbanditi con tovaglie di stoffa, teiere e tazze di ceramica. Dolci. Tavoli per discutere del progetto del “baby sitting” nel parco e della volontà di riconquistarsi sul territorio delle “piste ciclabili” che restituiscano a bambini e ragazzi il piacere di andare a scuola in bicicletta. Tavoli per condividere un buon tè alla menta, preparato da un genitore proveniente da un Paese dove il tè lo sanno fare, dove ritrovarsi a parlare mentre il cucchiaino tintinna nella tazza. Dove accogliere interesse e volontà di partecipare. In fase organizzativa della festa, un’idea: perché non guardare se a casa abbiamo dei libri che ci sono piaciuti, e che magari sappiamo che non leggeremo più, o che accettiamo di condividere, da portare alla festa. Un’iniziativa di book-crossing un po’ casalinga, per lanciare una proposta di lettura a chi legge poco, o non legge, o non compera libri. O non può farlo. Si concorda, con i partecipanti del gruppo, di portare ciascuno qualche libro da condividere con altri. Da lasciare ad altri. Per iniziare. Ne sono arrivati più di 300
Li abbiamo esposti all’aperto, su 3 tavoli: un tavolo per i libri dei “piccoli” e due per quelli dei “grandi”. All’interno di ciascun libro, un segnalibro che spiega il perché. Qualche sedia intorno. Gratuità. Ma più di questa ha fatto lo stupore, il modo. Primi fruitori: i bambini. Si sono aggirati per qualche breve attimo intorno al LORO tavolo, hanno guardato, hanno sfogliato, hanno detto “fico!”. Dopo poco ce n’erano quattro seduti su delle sedie vicine ai tavoli, con le gambe accavallate, che sfogliavano, che leggevano… Avevamo portato anche 2 tappeti per le mamme straniere, che sapevamo preferire questo modo: queste mamme, coi bambini incollati addosso per sentire meglio il contatto e la voce, sfogliavano i libri per i loro bambini, anche i cartonati per i più piccoli, e, leggendoli, raccontavano loro le storie. Nel parco passeggiavano, passando a fianco della nostra festa, degli anziani, attratti dalla festa, ma che dicevano “è una festa loro”: il tè, i dolci, i libri gratis… Qualcuno ha superato la soglia della diffidenza e dell’abitudine a non fare parte: una fetta di dolce, un tè…e un libro. “Posso davvero prenderlo? Ma lo debbo riportare?” È passato anche il “Mister”, non manca mai. Un uomo senza fissa dimora: da anni nostro vice allenatore, vice arbitro, nostro educatore di supporto. In questo periodo non sta bene e si avvia presto verso… non lo sappiamo. Lo intercetto e gli chiedo perché va via senza un libro. Supero la sua perplessità chiedendogli cosa gli piace leggere: sceglie un libro di storia delle religioni e uno di filosofia. Se ne va con i libri sotto braccio. Progressivamente, si riduce il numero dei libri. Libri che sono stati a suo tempo scelti, tra altri, che hanno abitato case e che abiteranno nuove case. Un implicito suggerimento di lettura, un dono: non qualcosa di cui liberarsi, ma qualcosa da condividere. Libri non lasciati morire o dimenticati. Libri che possono avere ancora vita. L’entusiasmo acceso, l’interesse, forti nel momento dell’inizio, chiedono di essere mantenuti e riproposti. Progettiamo incontri di lettura, di teatro: emozioni, pensieri e sentimenti da imparare ad esprimere attraverso la condivisione che gli scrittori offrono. Negli occhi, le mamme velate con i loro bambini che ascoltano il racconto letto: un buon inizio. Nel frattempo, i libri rimasti sono esposti in una bacheca dentro il centro di aggregazione. Lo scambio, per ora, garantito l’ultimo venerdì del mese.
¹Presso la Torretta del Centro Interculturale Zonarelli, Quartiere S. Donato di Bologna, è stato avviato dal 2007 un progetto di Aggregazione giovanile sostenuto dal Quartiere, dall’Enaip Bologna, ente di Formazione Professionale, con il progetto 2YOU, finanziato dal MIUR prima e con il progetto 4YOU finanziato dalla fondazione del Monte in seguito, dall’ARCI, dalla Coop Voli impegnata nell’educativa di strada, dall’Associazione Altra Babele e da altri partner che si sono avvicinati all’iniziativa. Lo sforzo comune è stato quello di garantire la continuità e la sostenibilità dell’aggregazione.
Maria Orecchia
Progettista e coordinatrice, esperta di orientamento – consulente Enaip Bologna
Responsabile progetti di aggregazione giovanile 2YOU e 4YOU