Istituti di pena illegali

Napoli, una situazione allarmante. Poggioreale è il carcere più affollato d’Europa.

Nonostante l’indulto – l’ennesima resa dello Stato, ma che era necessario – i nostri penitenziari sono sovraffollati come non mai. Quando un Ministro della Giustizia afferma che gli Istituti di Pena sono “incostituzionali”, allora in quel Paese si è toccato il fondo. In Italia la situazione è questa. Il Governo è stato costretto ad ammettere che le carceri sono illegali. Quali dovevano essere le conseguenze politiche di una dichiarazione così grave? Giungere subito alle ragioni della situazione illecita per eliminarla. Nulla di tutto questo. Si è, invece, ritenuto che l’unico male sia il “sovraffollamento” e, con un banale ragionamento, si è varato il “Piano Carceri”, che consiste nella costruzione di altre prigioni. Se non vi è lo spazio vitale per tutti, ne creeremo di nuovi, si è detto. Senza tener conto che con una media d’ingressi di circa 1.000 detenuti al mese, si dovrebbe continuare a costruire carceri all’infinito. Gli Istituti di Pena, in Italia, hanno raggiunto punte di sovraffollamento tali da non garantire, non solo il principio costituzionale del fine rieducativo della pena (ormai del tutto abbandonato, con un educatore ogni 1000 detenuti), ma anche lo stesso diritto alla salute, in quanto non sono assicurate le più elementari norme igieniche e sanitarie. I detenuti vivono in spazi che non corrispondono a quelli minimi vitali. In alcuni Istituti, si dorme su letti a castello a tre ed anche a quattro piani e spesso manca lo spazio materiale per scendere dal letto; vi è un bagno comune, nella stessa cella, sprovvisto di porta; a volte, i detenuti dormono per terra. La sanità penitenziaria è al collasso, per mancanza di risorse e per il passaggio di competenze alle AA.SS.LL. che non sono in grado di affrontare una realtà così complessa. I detenuti sono costretti a restare in attesa per mesi, in cella, pur dichiarati incompatibili con il regime carcerario; a Poggioreale, un detenuto ha atteso, in queste condizioni, cinque mesi, prima di essere trasferito in una struttura sanitaria.

La perdita di dignità è la causa principale dei suicidi che, dall’inizio dell’anno, sono stati più di 60, con una media di un suicidio ogni 5 giorni. Gli atti di autolesionismo registrati nel 2009 sono stati più di 4.000; solo a Poggioreale, nei primi 4 mesi dell’anno, vi sono stati 3 suicidi. I rapporti tra i detenuti e la famiglia sono, di fatto, annullati; un’ora di colloquio a settimana, svolto in condizioni tali da non consentire una reale relazione affettiva. Per poter incontrare il loro congiunto nella Casa Circondariale di Poggioreale, i familiari sono costretti a file interminabili, che hanno inizio alle tre del mattino, all’esterno delle mura, per concludersi, poi, effettuando il colloquio a metà mattinata. Il 16 giugno 2009, l’Associazione “Il Carcere Possibile Onlus” della Camera Penale di Napoli, ha depositato, presso la Procura della Repubblica del Tribunale di Napoli, un esposto-denuncia sulle condizioni igienico-sanitarie degli Istituti di Poggioreale, Secondigliano, Pozzuoli e dell’Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Napoli. Il fascicolo è in fase d’indagini. La Camera Penale di Napoli ha proclamato, per l’emergenza carceri, 4 giorni di astensione dalle udienze nei giorni 16, 17, 18 e 21 settembre 2009 e l’Unione Camere Penali Italiane un’astensione nazionale per il giorno 27 novembre 2009. Inoltre, si è tenuta a Napoli, il 28 novembre, la “GIORNATA PER LA LEGALITA’ DELLA PENA”, per denunciare quanto sta avvenendo e protestare contro l’inerzia del Governo, che non ha mostrato un concreto interesse ad adottare provvedimenti che possano ridurre l’aumento di presenze negli Istituti, come la previsione di un’ampia applicazione del ricorso a pene alternative al carcere. I diritti dei detenuti, quando sono rispettati, sembrano essere privilegi. Gli obblighi dello Stato nei loro confronti, quando sono onorati, diventano concessioni. L’opinione pubblica dovrebbe fermarsi a riflettere perché l’illegalità delle carceri italiane riguarda tutti noi. La pena deve essere certa, ma scontata nel rispetto della legge.

Riccardo Polidoro
Presidente de “Il Carcere Possibile Onlus”

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