L’andamento delle stagioni turistiche negli ultimi 24 mesi ha visto una diminuzione complessiva del numero degli arrivi e ancor più delle presenze e questo dimostra che non esiste più una rendita di posizione tradizionale per il nostro Paese, e che non basta la promozione turistica classica.
L’obiettivo di un turismo economicamente valido, capace di resistere alla crisi e preparare il futuro, è strettamente legato alla sostenibilità ambientale del territorio. Questo comparto rappresenta circa il 10% del Prodotto Interno Lordo, occupa oltre 2,5 milioni di persone, si relaziona a realtà che forniscono beni e servizi. Importante anche l’indotto, fra cui spiccano settori di grande rilievo economico, come l’agroalimentare, l’edilizia e impiantistica, la logistica, lo svago ed il tempo libero. L’andamento della stagione turistica 2008 (ed i dati finora disponibili sul 2009) presentano una diminuzione complessiva del numero di arrivi e ancor più delle presenze. Questo dimostra che non esiste più una rendita di posizione tradizionale per il nostro paese e che non basta la promozione turistica classica, anche se migliorata e coordinata. Si rende necessario presentare l’Italia, con le sue articolazioni e diversità, in un contesto comune e non più nel modo generico, frastagliato e confuso come avviene oggi.
Tuttavia, se si approfondisce l’analisi delle tendenze in atto, si riscontra un significativo apprezzamento della qualità dell’accoglienza turistica. Le strutture si caratterizzano per gestioni più attente alle relazioni con altre attività del territorio, quali l’agricoltura, la fornitura di cibo, le aree protette e i parchi naturali, la tutela della natura e della biodiversità, i beni culturali, l’artigianato, le tradizioni, gli usi e i costumi, i presidi della storia locale. Per l’industria turistica, la chiave per affrontare la crisi finanziaria, climatica ed economica, e conquistare un posto nel futuro, deve misurarsi con diversi temi: l’uso razionale del territorio e dell’energia; la tutela della biodiversità; la produzione di energia da fonti rinnovabili; il sostegno all’innovazione tecnologica; l’utilizzazione corretta e la valorizzazione dell’immenso patrimonio culturale e naturale del quale l’Italia dispone; lo sviluppo e l’organizzazione di una mobilità meno impattante ed energivora; l’affermarsi di politiche agroalimentari che garantiscano la sicurezza e puntino al consumo di produzioni locali di qualità. Su questi temi, il turismo può qualificare sé stesso e fungere da stimolo per molti settori produttivi con i quali interagisce. Deve promuovere una migliore allocazione delle risorse disponibili ed una capacità organizzativa volta ad ottenere risparmi di gestione tramite un uso razionale delle risorse. Questa è la linea sulla quale si muove Legambiente Turismo, che associa ormai oltre 350 imprese in Italia con oltre 50.000 posti letto in 15 regioni e costituisce l’esperienza leader nel nostro paese e una delle prime in Europa.
Azioni di governo
Le azioni di governo devono sostenere, a tutti i livelli, diverse necessità: qualificare l’offerta delle destinazioni e delle strutture dell’accoglienza; alleggerire il carico sul territorio; ridurre gli impatti ambientali; favorire vacanze più consapevoli e ricche di qualità e comfort; promuovere verso i turisti italiani e stranieri le scelte che premiano la qualità. La fase attuale richiede un’azione decisa per promuovere scelte consapevoli e durature da parte di amministratori ed operatori. Queste devono andare oltre la mera ricerca d’immagine e mettere in pratica misure concrete atte a migliorare la gestione ed il comfort, la capacità di accoglienza e la tutela e la valorizzazione delle identità territoriali. È necessaria consapevolezza e partecipazione effettiva degli imprenditori e dei loro dipendenti, evitando omogeneizzazioni, standardizzazione e centralismi. Ciò in considerazione, soprattutto, della fortissima percentuale di piccole e piccolissime imprese che costituiscono la vera ossatura del settore in Italia e rappresentano un elemento di qualità in una realtà sempre più uniforme.
Servono quindi: 1. misure per la pianificazione e l’uso reale del territorio che garantiscano la protezione delle aree sensibili, la tutela della biodiversità, del paesaggio naturale, del patrimonio culturale, artistico ed architettonico; 2. politiche finanziarie e fiscali che pongano la tutela della diversità e la riduzione dell’inquinamento come condizione primaria per la concessione di finanziamenti alle imprese ed alle amministrazioni pubbliche; 3. stimolo e sostegno finanziario dell’Unione Europea, dei governi nazionali e regionali, alle azioni dirette a migliorare la sostenibilità delle produzioni e della gestione dei servizi turistici, la sensibilità dei consumatori ed il livello di responsabilità sociale delle comunità locali.
Luigi Rambelli
Presidente di Legambiente Turismo