Il G.L.I.C. non è un’associazione di persone ma prevede solo ed esclusivamente l’adesione di enti o strutture, pubbliche o private: fu creato con il preciso scopo di favorire lo sviluppo del settore delle tecnologie avanzate per la disabilità. La sua natura quindi doveva essere diversa da quella di una società scientifica o di una rete di operatori, che sono poi le forme di aggregazione professionale più conosciute.
In Italia operano da anni alcuni Centri o Servizi dedicati specificamente alla valutazione e consulenza sugli ausili informatici ed elettronici per disabili. Sono nati in tempi, contesti territoriali ed istituzionali differenti, perlopiù sulla base di una disponibilità locale, al di fuori di un disegno strategico di sistema, sulla spinta dell’intuizione e della possibilità di risposte efficaci ed efficienti a bisogni effettivi di autonomia di persone con disabilità. Un dato comune a questi Centri, tuttavia, è il riconoscimento dell’esigenza di confrontarsi sul piano tecnico per aiutarsi reciprocamente a qualificare sempre più gli standard di servizio. Per questo motivo, circa 12 anni fa, nel 1997, i Centri attivi all’epoca si sono quindi incontrati in una primavera bolognese per verificare la possibilità di avviare un confronto sistematico. È partito così un gruppo di lavoro informale, il G.L.I.C, che nel 2003 ha deciso di dare vita all’omonima Associazione senza scopo di lucro in un soffocante 23 giugno. Dal 1997 ad oggi, il G.L.I.C è passato dai 13 Centri iniziali presenti in 5 regioni, agli attuali 28 soci, distribuiti in 12 regioni. Il lavoro svolto dalla rete dei Centri, in questi anni, è stato intenso e diversificato.
Fra le varie attività svolte, dobbiamo senza dubbio segnalare gli aspetti di approfondimento tecnico sui prodotti, i linguaggi e le metodologie; le attività di sensibilizzazione e di formazione dei soci, per altri professionisti ed enti; la consulenza ed il supporto ad organismi istituzionali regionali e nazionali, nonché le sperimentazioni e le ricerche. In sostanza, dunque, si è trattato di azioni di crescita professionale all’interno dei Centri per promuovere la qualità e la diffusione delle risposte sul tema degli ausili tecnologici. Una parte dei nuovi Centri associatisi al G.L.I.C ha trovato proprio in esso la spinta ed il supporto necessario a svilupparsi. Il G.L.I.C non è un’associazione di persone, ma prevede solo ed esclusivamente l’adesione di enti o strutture, pubbliche o private, e questo per svariati motivi. Anzitutto, il G.L.I.C fu creato con il preciso scopo di favorire lo sviluppo del Settore delle tecnologie avanzate per la disabilità. La sua natura, quindi, doveva essere diversa da quella di una società scientifica o di una rete di operatori, le forme di aggregazione professionale più conosciute. Serviva promuovere un rapporto fra i servizi attivi sul tema degli ausili tecnologici, ma era altresì necessario che fossero realtà strutturate allo scopo di costituire una nuova entità che generasse risultati efficaci, sia complessivamente, sia localmente. Mettendo a confronto le esperienze e le competenze maturate dai Centri italiani ci apparve pertanto evidente, e fin da subito, il fatto che l’intervento per la proposta di ausili tecnologici fosse un processo complesso e multidisciplinare. Per la sua natura, esso richiede un gruppo di lavoro ed un investimento di risorse che va al di là dell’impegno di un singolo operatore, per quanto capace e volenteroso.
Per ciò che concerne invece la situazione italiana odierna del settore degli ausili informatici, bisogna anzitutto dire che i Centri Ausili rappresentano in Italia una realtà ormai di grande importanza nel quadro dei servizi inerenti il mondo della disabilità, anche se le prestazioni da essi erogate, al contrario di quanto avviene in altri paesi europei, non hanno ancora specifica visibilità istituzionale nell’organizzazione socio-sanitaria nazionale o regionale. Qualcosa però, e anche grazie al G.L.I.C, sta adesso cambiando. Alcune regioni hanno infatti riconosciuto l’efficacia dell’operato dei Centri e in alcuni casi i Centri Ausili presenti sono stati riconosciuti come punti di riferimento regionale, dotati di appositi finanziamenti. Al momento, la situazione si presenta potenzialmente suscettibile di importanti evoluzioni e tra le stesse bisogna sicuramente citare l’evoluzione del Nomenclatore Tariffario. Se la sua modifica venisse approvata definitivamente nella forma attuale, potrebbe portare ad una vera rivoluzione culturale ed economica del settore. E per ciò che ci concerne, potrebbe portare finalmente ad un riconoscimento economico dell’operato dei Centri ausili, condizione indispensabile per la loro esistenza e diffusione.
Claudio Bitelli
Presidente del Gruppo di Lavoro Interregionale dei Centri Ausili elettronici ed informatici per disabili