Della crisi finanziaria si è parlato tantissimo. In questi frangenti di grande incertezza ci sono però degli strumenti idonei ad investire piccole somme di denaro per trasformare momenti poco favorevoli in opportunità d’acquisto. Diluendo l’investimento nel tempo, si risolve il problema di individuare la situazione corretta in cui investire, soprattutto nei momenti di forte volatilità e di discesa dei prezzi azionari. Si tratta dei piani di accumulo del capitale (pac).
Questi strumenti permettono di risparmiare effettuando versamenti periodici di importo costante, a date prestabilite, alimentando fondi comuni. Nel lungo periodo si costituisce un capitale e si riduce significativamente il rischio complessivo di un investimento. Il pac è una soluzione che evita di sbagliare il “timing”, cioè il momento giusto in cui effettuare l’investimento, mediando i prezzi d’acquisto delle quote del fondo e attenuando la volatilità dell’investimento. Il vantaggio della diversificazione temporale nell’investimento azionario, nota come “dollar cost averaging”, permette, nelle fasi di ribasso caratterizzate dal calo del valore dei fondi, di acquistare un numero maggiore di quote con la stessa somma. Viceversa, se il mercato è in crescita, il numero delle quote acquistate diminuirà. Nelle fasi di ribasso, la migliore strategia è quella di aumentare la rata e acquistare più quote possibili per poter beneficiarne nel successivo rialzo. In questo modo si potranno avere in portafoglio molte più quote di quelle che si sarebbero avute investendo lo stesso capitale in un’unica soluzione e ad un unico prezzo.
Se si è costanti nella frequenza degli investimenti anche quando i mercati scendono, quando la tentazione è quella di vendere piuttosto che comprare, è possibile crearsi le migliori opportunità di investimento. Diluendo l’investimento nel tempo, il pac permette di attenuare la volatilità dei mercati azionari, riducendo il rischio. L’obiettivo non è dunque quello della massimizzazione del rendimento, ma la migliore performance nel rapporto rischio/rendimento. Un pac può essere associato anche a più di un prodotto finanziario, ad esempio un indice di mercato generale o settoriale, o abbinato ad una determinata area geografica. Può essere anche agganciato ad una valuta.
La suddivisione del capitale investito tra le diverse attività finanziarie (asset allocation) rappresenta la decisione più importante, in quanto deve essere assolutamente coerente con il profilo di rischio-rendimento desiderato o con le finalità specifiche dell’investimento. Dal momento che permette una rateizzazione dell’investimento, il pac ha dei costi più elevati rispetto all’investimento in unica soluzione, soprattutto nei primi anni. Generalmente, le società di gestione caricano la commissione di sottoscrizione prevalentemente sul primo versamento, mentre la parte restante viene spalmata in quote uguali sulle rate successive. Per questo motivo, l’investimento prevede un orizzonte temporale di medio-lungo periodo (dai 5 anni in su). La dismissione anticipata dal pac può costare molto al risparmiatore, poiché il mancato completamento del piano determina una maggiore incidenza percentuale delle commissioni. Prima di sottoscrivere un pac è necessario valutare la propria capacità di risparmio e le esigenze specifiche. Si sceglieranno così l’importo della rata, la durata del piano e la frequenza dei versamenti. Il contratto viene formalizzato in banca o tramite un promotore. La raccomandazione d’obbligo è quella di chiedere sempre come verranno applicate le commissioni e leggere a fondo il prospetto informativo.
Cristian Mattaloni
www.mattaloni.com