Le nuove povertà: le risposte delle piccole imprese

In questi mesi la crisi finanziaria si è mostrata con le sue caratteristiche di crisi economica e sociale ed ha chiarito gli aspetti di fondo che hanno determinato questa situazione sul piano internazionale. Una economia votata solo alla Finanza e alla speculazione e che non sostiene la realtà produttiva ad un certo punto esplode, creando problemi non solo alle grandi banche, ma soprattutto ai piccoli risparmiatori. Una economia votata sullo sulla frenetica spinta al consumo e non sulla capacità di risposta alle esigenze reali rischia di determinare contraddizioni di fondo che si ripercuotono prima sui mercati e poi sul quotidiano. E’ quindi necessario valutare questa crisi non solo per le conseguenze che sta determinando, ma soprattutto per le cause profonde, che possono essere rimosse solo attraverso un diverso atteggiamento della politica e dei detentori dei grandi interessi in campo. Un cambiamento quindi che è richiesto in primo luogo a chi in questi anni non ha voluto o non è riuscito a porre dei limiti alla deriva speculativa che ha coinvolto le Borse ed i mercati.

La Cna è la principale organizzazione italiana per numero di associati delle piccole imprese e delle imprese artigiane. In Italia l’impresa artigiana è al tempo stesso una vittima delle scellerate logiche speculative di questi anni, in cui il valore del lavoro è stato spesso messo in secondo piano rispetto alla finanza, ed una parte importante per la possibile soluzione. Restituire valore al lavoro significa in Italia dare spazio soprattutto alla dimensione del lavoro autonomo e di quella piccola impresa in cui il lavoro del dipendente costituisce la principale risorsa per l’imprenditore. Ridare valore al lavoro significa anche in Italia fare politiche adeguate e per questo diverse. La CNA attende da anni che i governi nazionali e regionali ( le nostre Regioni hanno infatti cospicue risorse e poteri per lo sviluppo) ed in generale la politica si sappiano sintonizzare meglio con il mondo del lavoro autonomo e delle piccole imprese. Ridare valore al lavoro rispetto alla finanza significa rapportarsi con l’impresa artigiana sapendone riconoscere le caratteristiche e le peculiarità: che la rendono davvero diversa dalle grandi imprese industriali e da quel sistema che in questi anni ha ridotto la borsa ed i mercati non come la grande piazza dell’economia reale ma il circo dell’economia virtuale. In questi mesi buona parte dei maggiori esperti ha riscoperto non a caso il valore del lavoro come antidoto alla degenerazione in corso dei fondamenti dell’economia. Ed in particolare l’attenzione si è proprio concentrata sul valore dell’ìmpresa artigiana, del saper fare, di quello che la sociologia economica chiama homo faber. Il grande economista Richard Sennet ha pubblicato il primo di una serie di saggi contenente analisi e proposte per uscire dalla crisi ed in cui si sofferma proprio sul ruolo dell’impresa artigiana. In questo testo recente, intitolato “ l’uomo artigiano”, Sennet si concentra proprio sul ruolo della dimensione del lavoro manuale, tecnico ed artigiano come antidoto ad un uso improprio della ricchezza e dell’economia.

Si tratta di una attenzione in primo luogo culturale, della necessità di riscoprire quei valori del lavoro concreto e del saper fare che non possono essere tenuti a lungo troppo lontani dall’economia. E come Galbraith ci insegna come sia importante per una società liberale tenere lontani gli imbecilli dal denaro, Sennet ci dimostra come sia essenziale tenere vicina l’economia ed il saper fare. Questo punto di vista è anche il nostro punto di vista e lo consideriamo attuale in questa fase proprio nel nostro paese. Un paese in cui mentre gli immobiliaristi speculavano e fallivano e le grandi imprese licenziavano il nostro artigianato di qualità ha provato a rinnovarsi, a rispondere alle sfide del mercato globale, ad assumere e a formare lavoratori e competenze. Noi non siamo stati parte del problema, ma siamo quindi una parte della soluzione. Una soluzione che ha evidentemente a che vedere con una idea del lavoro e dell’economia che si porta appresso un idea di società : più giusta, più attenta e più solidale. Noi siamo portatori di valori in una economia in cui altri in questi anni hanno portato soprattutto interessi. A volte la grande industria se ne dimentica, ma noi artigiani e piccoli imprenditori non possiamo non riconoscere come la nostra stessa forza competitiva non sia solo in noi e nel nostro lavoro ma arrivi direttamente dalla comunità e dal territorio in cui noi lavoriamo. Per questo motivo un imprenditore artigiano sa bene che se il suo territorio non ha servizi sociali, scuole, asili ed Università che funzionano anche lui è più debole.

Per questo motivo noi siamo molto attenti a valutare la politica partendo dalle politiche: non per partito preso, ma giudicando realmente la capacità di indirizzare politiche, servizi e strumenti alla crescita collettiva del territorio e non solo del singolo gruppo di interesse. Abbiamo visto in questi anni una economia che si avvicinava alla speculazione fine a se stessa allentandosi dal lavoro. Abbiamo visto una politica che nello stesso tempo si allontanava dall’individuo per diventare gioco di interessi e di ceti chiusi e contrapposti. Abbiamo visto enti locali ed istituzioni indifferenti rispetto all’ambiente e a custodire quella bellezza dei luoghi, delle nostre città che spesso è figlia della bellezza del lavoro artigiano ed artistico di tanti secoli della nostra storia . Tutto questo secondo noi si lega profondamente e crediamo non sia possibile uscire dalla crisi finanziaria senza entrare nel mondo del lavoro. Come non crediamo sia possibile uscire dalla crisi sociale senza entrare meglio in noi stessi, riconoscere i valori importanti e capire davvero dove vogliamo andare.

 

Ivan Malavasi
Presidente Confederazione Nazionale dell’Artigianato
e della Piccola e Media Impresa

Massimiliano Fanni Canelles

Viceprimario al reparto di Accettazione ed Emergenza dell'Ospedale ¨Franz Tappeiner¨di Merano nella Südtiroler Sanitätsbetrieb – Azienda sanitaria dell'Alto Adige – da giugno 2019. Attualmente in prima linea nella gestione clinica e nell'organizzazione per l'emergenza Coronavirus. In particolare responsabile del reparto di infettivi e semi – intensiva del Pronto Soccorso dell'ospedale di Merano. 

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