Più volte mi sono sentito ripetere che non è possibile mantenersi retti e agire in modo moralmente corretto in un sistema sociale in cui la gente non agisce in base ai principi che proclama e la scorrettezza è così radicata da apparire un fatto naturale. E ti elenca fatti difficilmente oppugnabili. È naturale che i politici ti usino come uno strumento e poi ti buttino via quando non gli servi più. È naturale che chi arriva ad avere un posto nel governo distribuisca fra i suoi accoliti tutte le cariche. È naturale che non gli importi, poi, se questi sono efficienti. È naturale che, in certe regioni, ti debba rivolgere al politico per avere un posto di lavoro e lui, in qualche mondo, lo deve creare. È naturale che ci siano legami fra politica ed affari, perchè chi fa una legge, una modifica al piano regolatore, la nomina di un manager, fa guadagnare milioni di euro: non deve beneficiarne proprio per nulla? È naturale aiutare i propri amici e parenti e, per ricevere aiuto, devi aiutare gli altri. Perciò, nei concorsi universitari, io metto in cattedra tuo figlio e tu il mio, io faccio guadagnare la tua amante e tu promuovi mia moglie. È naturale che anche i sindacalisti facciano i loro interessi come gli altri. È naturale che gli artigiani e i prestatori di servizi non facciano fattura…In Italia è così naturale che anche il pio cattolico non lo considera peccato. In realtà, non sono naturali per niente! Costituiscono un malcostume diffuso non giustificato. È ora di smetterla con queste scuse. Il paese funziona perché continuano ad esserci persone capaci, oneste, con degli ideali, che lavorano duramente. Certo, quando c’è tanta scorrettezza, chi vuol affermarsi coi suoi soli meriti deve essere estremamente bravo e preparato. Perché, alla fine, tutti, perfino i politici più spregiudicati, hanno bisogno di persone leali e costruttive. Che non faranno nemmeno fatica a dire di no alle proposte disoneste, perché non gliele faranno. I disonesti fiutano gli onesti a distanza e li tengono lontani dai loro intrighi. Naturalmente, li considerano ingenui, stupidi. Ma, credetemi, abbiamo bisogno di ingenui di questo genere. Ingenui testardi, tenaci, che non si fanno intimidire, che riescono a fare funzionare bene le cose di cui si occupano e rendono il paese un po’ più efficiente e pulito.
Prof. Francesco Alberoni