Il litigio dei gemelli siamesi

Non esiste una sola soluzione per il fabbisogno d’energia e per la difesa dell’ambiente. Occorre lavorare sui temi che da un lato garantiscano la piena sicurezza e dall’altro consentano di confrontarsi con il tema della globalizzazione.

Ci troviamo oggi di fronte a due temi importanti che viaggiano in parallelo, quello della sicurezza energetica e quello ambientale, che mi piace definire come due gemelli siamesi che litigano tra loro.

Per quanto abbia potuto leggere e studiare rapporti, studi e/o tabelle sull’argomento, non ho ancora trovato nessun teorema in grado di spiegare in che modo, da qui al 2030, questi due gemelli smetteranno di litigare. Potremo forse cercare di farli litigare meno, sperando che nella seconda metà del secolo il progresso scientifico proponga qualcosa di più risolutivo.

Non esiste, secondo me, una soluzione unica al problema. Ci sono, anzi, quattro cose su cui lavorare: efficienza e risparmio energetico, fonti rinnovabili, nuove tecnologie per i fossili e nucleare. Questi quattro argomenti ci riportano alla questione fondamentale: la governance degli effetti della globalizzazione, che pone i problemi nel paese ma non fornisce meccanismi regolativi per fronteggiarli.

Per quanto riguarda il nucleare, c’è in giro molta cautela. Ci sono, pertanto, diversi limiti nel celebrato intento di far tornare l’Italia nel club dell’atomo. E’ credibile e ragionevole lanciare in Italia un piano di produzione nucleare allo stadio di tecnologia e di sistema che abbiamo? Si parla di posa della prima pietra in cinque anni e penso si tratti di quella di un piano, non di una sola centrale. Se si fa sul serio, bisogna discuterne. Però, sul fatto se il piano sia ragionevole e credibile, devo dire di no.

La prova provata che l’Italia e’ minimamente disponibile a considerare il rientro nel nucleare verrà solo quando saremo capaci di localizzare un deposito di superficie per i rifiuti sanitari, mettendoci magari vicino anche quelli irraggiati. Se riusciamo a fare questa cosa in modo democratico, il resto si potrà pensare di realizzarlo. Oltretutto, ci vorrebbe una ragionevole valutazione di economicità. Se pensiamo ad un piano nucleare, vorrei capire in che modo si può pensare che esistano in Italia utilizzatori in grado di finanziare un progetto del genere. Allora si sta pensando ad un intervento pubblico? Altri elementi critici del piano nucleare desiderato dall’esecutivo sono legati al fatto che si tratta di una tecnologia relativamente giovane, della quale il mondo non è soddisfatto, ad esempio, sulla sicurezza: insomma, per l’atomo, nel mondo, non c’è ‘passionaccia’, ma, piuttosto, cautela. C’è poi “l’abbraccio mortale” di questa tecnologia con l’idea di Stato-Nazione, in questi tempi di globalizzazione, e la circostanza che magari “in un assetto liberalizzato, devi tornare al ruolo dello stato”, per via dei costi elevati.

E allora, per fare sul serio, non dobbiamo dimenticarci di quello che dobbiamo fare, perchè, altrimenti, le affermazioni diventano “armi di distrazione di massa”. Sono dell’idea che bisogna rimettere l’Italia nel solco di questa tecnologia. Lavorandoci bene, senza dimenticare quello che dobbiamo fare. Le cose da fare sono aumentare la produzione di energia elettrica, migliorare l’infrastrutturazione del gas, portare avanti una politica dell’efficienza e del risparmio energetico. Dobbiamo inoltre iniziare a ragionare su come gestire in Unione Europea una prospettiva di politica energetica comune, oltre che di sicurezza comune. Ma, intanto, per battere la strada dell’atomo andiamo avanti sulla questione del deposito e andiamo avanti sul serio sulla questione del decommissioning: bisogna stare attenti, se vogliamo fare le cose difficili. Prima bisogna che impariamo a fare quelle facili: deposito di superficie, decommissioning, rientro nella ricerca internazionale, riallestimento delle nostre agenzie (SOGIN, ENEA, APAT): con questi paletti, sono per lavorarci seriamente in questa legislatura.

Pierluigi Bersani
Ministro ombra” dell’Economia
già Ministro dello Sviluppo Economico,

Massimiliano Fanni Canelles

Viceprimario al reparto di Accettazione ed Emergenza dell'Ospedale ¨Franz Tappeiner¨di Merano nella Südtiroler Sanitätsbetrieb – Azienda sanitaria dell'Alto Adige – da giugno 2019. Attualmente in prima linea nella gestione clinica e nell'organizzazione per l'emergenza Coronavirus. In particolare responsabile del reparto di infettivi e semi – intensiva del Pronto Soccorso dell'ospedale di Merano. 

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