Un’arma impropria nelle mani dei nostri figli

Accanto ai pericoli della televisione, di internet e dei videogiochi si è aggiunta un’altra emergenza quella dei videofonini, ovvero dei cellulari di nuova generazione. Se ne sono resi conto benissimo anche al Ministero delle Comunicazioni, dove in seno alla Commissione per l’assetto del sistema radiotelevisivo (che ha visto nascere i codici di tutela televendite, Tv e minori e Internet e minori) è stato costituito un gruppo di lavoro per la valutazione del problema

“Papà hai visto il Tvfonino, hai visto che figo! Avere un videofonino è realmente estremamente bello”. Sarà, ma anche se ha espresso un forte entusiasmo Marco il videofonino non ce l’ha ancora e fu l’ultimo in Quinta elementare ad avere il semplice cellulare. Accanto ai pericoli della televisione, di internet e dei videogiochi si è aggiunta, infatti, un’altra emergenza per la tutela dei bambini, quella dei videofonini, ovvero dei cellulari di nuova generazione. Se ne sono resi conto benissimo anche al Ministero delle Comunicazioni dove in  seno alla Commissione per l’assetto del sistema radiotelevisivo (che ha visto nascere i codici di tutela televendite, Tv e minori e Internet e minori) è stato costituito un gruppo di lavoro alla cui guida fui chiamato nel 2006. Immediate sono risultate le audizioni attuate con i quattro soggetti gestori della telefonia mobile italiana nel corso delle quali sono emerse sostanziali differenze nelle proposte alla clientela attuate dai medesimi operatori. Ulteriore differenza è stata riscontrata anche nel livello qualitativo dei servizi proposti. S’impone anche in questo caso la necessità di porre in atto delle prevenzioni riferite a possibili contenuti nocivi nei videofonini per un corretto e armonico sviluppo del minore. In questo senso ho elaborato cinque proposte sulle quali ho ritenuto opportuno richiedere l’intervento da parte dei gestori delle telefonia fermo restante il controllo da parte dei genitori i quali bene farebbero a interessarsi pienamente di quali strumenti di comunicazioni sono in mano ai nostri figli e soprattutto quali contenuti utilizzano.

Ecco i punti elaborati:

I servizi garantiti dai videofonini permettono l’invio di filmati “fatti in casa” o “artigianalmente” che possono avere contenuto hard o addirittura pedopornografico. La realizzazione e/o l’invio di tali filmati può coinvolgere utilizzatori minorenni (magari con la promessa di garantire loro, da parte di persone senza scrupolo alcuno, ricariche per ottenere tali filmati). E’ un problema aperto, probabilmente di difficile soluzione tecnica, ma che abbisogna di verifiche e approfondimenti. “3 Italia” ha eliminato, a seguito dell’intervento del Ministero delle Comunicazioni, il servizio “manda un filmato e ti ricarichi”. Gli altri tre gestori non lo avevano previsto;

Va richiesto ai gestori che all’atto della sottoscrizione del contratto si ottiene, se maggiorenne e se richiesto, un codice PIN per disabilitare la protezione fissa, prevista automaticamente a tutela dei minorenni, su tutti i servizi a sovrapprezzo a contenuto sensibile (che oltre alla pornografia devono riguardare anche altre voci, come, ad es. la violenza).Non garantisce, invece, il sistema oppostoche prevede l’attivazione del PIN da parte del cliente che deve così richiedere egli la disabilitazione ai citati servizi che altrimenti è costantemente disponibile per tutti.

Va richiesto di attuare ogni analisi tecnica possibile riferita all’individuazione di un sistema di verifica dell’età dell’utilizzatore del videofonino come pure di prevedere l’attivazione obbligatoria di un efficace filtro che blocchi siti nocivi per la navigazione on line (inerenti pedofilia, pornografia, inviti al suicidio, istigazione all’uso di stupefacenti e/o sostanze dopanti, all’odio e alla violenza, razzismo, gioco d’azzardo, satanismo, turpiloquio);

Occorre rivedere il Codice di condotta per l’offerta dei servizi a sovrapprezzo e la tutela dei minori (al Ministero delle Comunicazioni si è giustamente pensato nel corso del 2007 a un codice unico di autoregolamentazione per Tv, internet, telefonia e videogiochi) al quale i gestori fanno riferimento anche per chi offre servizi per il loro tramite chiedendo, quindi, anche a questi ultimi il rispetto di un nuovo codice maggiormente efficace nella parte della tutela dei ragazzi;

 In attesa del codice unico per i ragazzi occorre attivare al più presto il Comitato permanente previsto dall’art. 26 del Regolamento recante la disciplina dei servizi a sovrapprezzo di cui al decreto 145 del 2.3.06 per un efficace controllo.

Si susseguono ormai senza sosta le segnalazioni di abusi perpetrati da minori su altri minori. Fatti drammatici, resi ancora più gravi dal fatto che gli episodi di violenza vengono costantemente filmati per puro divertimento col videofonino per poi essere diffusi on line. I 4 ragazzi responsabili del video girato al liceo Albe Steiner di Torino – nel quale venivano riprese le violenze su un ragazzo affetto da una grave forma di autismo – sono stati sospesi per un anno, mentre l’indagine si è allargata anche alla professoressa che, abbandonando l’aula, ha lasciato campo libero ai giovanissimi delinquenti e tutta la classe è stata sospesa per 15 giorni, 7 dei quali verranno utilizzati per aiutare il ragazzo preso di mira dalle violenze a reintegrarsi, se mai i genitori decidessero di volerlo reinserire nell’istituto. Una decisione che aiuterà i ragazzi a comprendere la gravità del loro gesto. Un’ondata di violenze che – forse perché amplificata, per lo più solo in forma cronachistica,dalla Tv e dai giornali – sembra non volersi più fermare, in una spirale di abusi e comportamenti sessualmente deviati che qualcuno ha addirittura definito ormai “una tragica normalità”.  Casi che evidenziano ancora una volta un malessere nei minori non colto dalle famiglie, tanto più che si assiste ad un’assuefazione d’immagini e a un linguaggio di un certo tipo soprattutto tra ragazzini, molti dei quali sono quasi costretti a subirlo e ad adeguarsi a stereotipi sempre più triviali.  Occorre, pertanto, che le famiglie adottino un controllo più estensivo dei figli in particolare per quanto riguarda l’uso di mezzi tecnologicamente avanzati come Internet e telefonini cellulari ma anche a una maggiore attenzione ai piccoli sintomi di ‘malessere’ manifestati dai figli, che se trascurati possono portare anche a fatti estremi. Non si tratta infatti di “mostri”, ma di ragazzini “normali”: una violenza che trascende confini regionali e sociali e dilaga da nord a sud, tra ragazzi “bene” e appartenenti a famiglie disagiate, in un degrado che non è più economico o sociale ma culturale, e con un solo denominatore comune: tutto viene filmato e trova posto in rete, magari tra i “filmati divertenti”.

E così, a Reggio Calabria, quattro minori di età compresa tra i 14 e i 16 anni abusano di una ragazzina di 12 e poi vanno a vantarsene al bar. Sono stati arrestati ma solo per uno di loro si è aperta la porta del carcere, mentre da Como arrivano su Youtube tre nuovi filmati: il primo ritrae un ragazzo che si cala i pantaloni in classe e finge di masturbarsi con alle spalle la professoressa che spiega; il secondo alza il maglione e mostra il costume ai compagni mentre è alla lavagna per una interrogazione; nel terzo, uno studente si appende e dondola alla porta della classe senza che l’ insegnante se ne renda minimamente conto. Un’escalation di stupidità a buon mercato nella quale si inserisce la decisione dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni di varare alcune misure di sicurezza in materia di tutela dei minori sui terminali mobili di videofonia. E’, infatti, necessario che gli operatori che offrono servizi audiovisivi e multimediali, il cui contenuto sia destinato a un pubblico adulto, debbano adottare un sistema di protezione (parental control) che consenta di impedire durevolmente l’accesso dei minori a tali contenuti. Tale funzione, oggetto di una specifica clausola contrattuale espressamente e separatamente firmata dall’acquirente, dovrà essere attivabile o disattivabile dal maggiorenne che stipula il contratto, tramite la digitazione sul terminale di un apposito PIN.  Dall’ultimo rapporto presentato dal Telefono Azzurro, emerge una generazione che ha in internet il suo punto di riferimento più concreto, ma anche come oggi nella rete di internet circoli molta violenza tra ragazzi.  Se, infatti, fino a ora si è indicata la rete come porto franco per pedofili e adescatori di ragazzini, si è invece sottovalutata la portata dei materiali violenti inseriti dagli stessi ragazzi. La cosa grave è che nessuno di loro denuncia il fenomeno e nessuno chiede aiuto agli adulti. Il rapporto prova come fra coetanei la violenza degli stadi ed altri episodi simili è vissuta come un fatto naturale. E allora che fare? E’ importante parlarne nelle scuole e fra coetanei. Far emergere attraverso la stampa questi problemi vuol dire cercare di creare dialogo anche nelle scuole e nelle famiglie. Occorre prevenire il bullismo ma anche cercare di aiutare le vittime e gli autori. Il bullismo nella scuola e la pedopornografia via Internet sono espressione di un disagio profondo e di una grave frattura tra mondo degli adulti e mondo dei bambini. Frattura che deve essere risanata anche attraverso una decisa azione di governo di tutte le istituzioni, nazionali e locali favorendo momenti di elaborazione culturale e politica, con un impegno serio e onesto di analisi e monitoraggio dei risultati effettivi e delle criticità.

Intanto il wrestling, ahimé, approda anche sul cellulare. Grazie al principale operatore di telefonia mobile degli Stati Uniti, di proprieta’ di AT&T, i lottatori di wrestling professionistico possono essere visti lottare anche dallo schermo di un telefonino. L’accordo è frutto di una intesa con la Wrestling Entertainment Inc.. In pratica alcuni dei video della federazione mondiale di Wrestling sono accessibili per 19,99 dollari al mese come parte del servizio multimediale offerto da Cingular.  La società vende anche un pacchetto di video “premium” a 4,99 dollari al mese, che permette di vedere le azioni migliori degli spettacoli di punta, come Wrestlemania e la Royal Rumble. Il portavoce della Cingular ritiene che un’ampia fetta dei 61 milioni di clienti siano appassionati di wrestling e che pertanto “il servizio funziona molto bene”.  In precedenza altre due societa’ americane avevano sviluppato un gioco per cellulari basato sulla federazione di wrestling WWF, famosa in tutto il mondo. Il gioco per ora è disponibile per terminali compatibili Java. Il gioco si chiama WWF Mobile Madness e permette di prendere parte a furiosi combattimenti, tipici dello spettacolare sport molto famoso negli USA, prendendo le parti di uno dei più importanti wrestler, Kane the Undertaker. Ben 21 saranno gli avversari che si potranno sfidare e si potrà anche creare un lottatore personalizzato. Certamente l’operazione sbarcherà presto anche in Europa all’insegna del profitto incuranti di quanto diseducativi siano tali combattimenti, specie per i minorenni. Ancora una volta il danaro vincerà sui valori mentre l’allarme più volte lanciato sulla pericolosità dell’uso dei new media risulta certamente fondato.

Sul sito Youtube sono visibili immagini da brivido e da schifo. Alcuni giovani triestini si sono fatti filmare, pensate, mentre si rendevano protagonisti di alcuni atti che non possono essere definiti solo delle semplice “bravate”. Non è una bravata, infatti, ma un pericoloso comportamento quello di sfrecciare sulla superstrada di Trieste raggiungendo i 250 km all’ora a bordo di una moto bolide con la telecamerina che riprende il contachilometri e la visuale del pilota che mettendo così a rischio la vita sua e di altre persone, quelle che dovevano passare per quella strada a quell’ora. Altri video evidenziano un ragazzo che si fa riprendere in mezzo a una strada del centro di Trieste salutando auto e moto, giovani che festeggiano il compleanno mostrando le proprie nudità, bevendo superalcolici e facendo la pipì sui muri e così via. Sono, poi, molte le acrobazie di automobilisti e motociclisti sulle strade: ed è inaudito. I gestori di youtube non devono permettere che tali filmati possano essere diffusi, occorre un filtro efficace ch’era, peraltro, stato promesso, anche per questi video. Altrimenti si facilita la proposta di modelli comportamentali diseducativi e pericolosi. Modelli che anche la tv ci propone come nel caso di “Distraction” dove per conquistare la partecipazione alla trasmissione ci si cimenta in azioni estreme. Le autorità verifichino, inoltre, la possibilità di risalire agli autori dei gesti fuorilegge che finiscono in rete e li perseguano a norma di legge severamente.

Daniele Damele
Giornalista esperto in tutela dei minori
Sperto in tutela dei minori

Massimiliano Fanni Canelles

Viceprimario al reparto di Accettazione ed Emergenza dell'Ospedale ¨Franz Tappeiner¨di Merano nella Südtiroler Sanitätsbetrieb – Azienda sanitaria dell'Alto Adige – da giugno 2019. Attualmente in prima linea nella gestione clinica e nell'organizzazione per l'emergenza Coronavirus. In particolare responsabile del reparto di infettivi e semi – intensiva del Pronto Soccorso dell'ospedale di Merano. 

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