Nell’ormai lontano 1989, a New York, l’Assemblea Generale dell’ONU ha approvato la “Convenzione sui diritti del fanciullo”, ratificata poi nel ‘91 da ben 191 Paesi. Un grido di allarme si è levato in quell’occasione, il timore, la certezza, che l’abuso sui minori potesse anche passare attraverso percorsi facilitati come quelli offerti dai mezzi di comunicazione creati dalle nuove tecnologie. Non più un piccolo paese, un quartiere, una città, ma uno spazio virtuale dove raggiungere tutto il mondo, che poteva trasformarsi improvvisamente in luogo di discriminazione, sopraffazione, violenza. Il protocollo facoltativo del 2000 alla Convenzione di New York, definisce pedopornografia “qualsiasi rappresentazione di fanciulli indipendentemente dal mezzo utilizzato, coinvolti in attività sessuali esplicite, reali o simulate, e qualsiasi rappresentazione di organi sessuali di fanciulli a scopi prevalentemente sessuali” Questa definizione, senza dubbio sgradevole e dolorosa anche alla sola lettura, ci presenta efficacemente la nuova, grande emergenza del nostro tempo: il rapporto tra infanzia, adolescenza e mezzi di comunicazione, vecchi e nuovi, e i grandi rischi che comporta. La Commissione Bicamerale per l’Infanzia e l’Adolescenza, che con forza si batte per la tutela dei diritti dei Minori, lavora già da tempo per studiare questo delicato rapporto e, in questa direzione, aveva programmato nella scorsa legislatura, un percorso di studio e di confronto tra i protagonisti del settore, con una serie di seminari sul rapporto tra l’Infanzia e i Media. C’è stato il tempo per realizzarne soltanto due, il seminario sul rapporto tra giovani e carta stampata e quello sul rapporto tra minori e libri. L’ampia partecipazione di editori, direttori delle principali testate giornalistiche e delle agenzie di Stampa è stato il segnale forte della volontà comune di arginare e infine eliminare il rischio dal mezzo. Come Segretaria della Bicamerale nella XV legislatura, ho avuto il compito di coordinare il Gruppo Infanzia e Media, grazie al lavoro del quale è stato possibile avviare una serie di importanti iniziative di studio, come questo percorso di seminari. Sono stati utili momenti di confronto e di riflessione, in cui la Commissione ha da subito trovato il giusto approccio multidisciplinare, l’unico in grado di fornire un valido aiuto a chi, istituzioni, associazioni, società civile, scuola, famiglie, voglia avere le armi per combattere l’orrendo fenomeno dell’abuso sui minori, amplificato dalle nuove frontiere della globalità. La Rete cela indubbiamente numerosi pericoli per i bambini e per gli adolescenti: i primi utilizzano molto presto e con grande naturalezza il mezzo, del tutto inconsapevoli dei rischi che corrono; i più grandi invece, sono spesso gelosi della propria privacy e per i genitori, non sempre abili con il computer quanto loro, è quasi impossibile capire se i figli siano in pericolo.
Gli elementi di rischio sono tanti, e spesso assolutamente inadeguati all’età di chi li guarda: bastano infatti per disturbare un bambino o un adolescente, contenuti violenti, razzisti, o addirittura insulti, offese e volgarità, un fenomeno definito flaming, una degenerazione –se ce ne fosse bisogno – del bullismo. La chat, uno dei luoghi virtuali preferiti dai giovani, è l’ambiente che più si presta ad incontri con malintenzionati. Il timore delle famiglie, purtroppo più che mai fondato, è che i figli vengano adescati in chat da sconosciuti che cerchino poi di incontrarli fuori dalla Rete, nel mondo reale. E l’adescamento di un minore purtroppo non è la sola attività che i pedofili praticano on line: infatti utilizzano Internet anche per la ricerca e lo scambio di materiale pedopornografico, e per promuovere movimenti di aggregazione, al fine di sostenersi l’un l’altro e consigliarsi sui metodi di adescamento. Le tinte fosche di questo quadro non devono scoraggiare, anzi, e il lavoro fatto sino ad oggi non deve interrompersi, deve essere intensificato, migliorato, perché si possa avere la rappresentazione più vicina possibile alla realtà, l’esatta dimensione dell’emergenza, per poi poter intervenire in maniera efficace. È auspicabile che per questo Governo e questo Parlamento la tutela dell’Infanzia sia una priorità e che il lavoro fatto fino ad oggi dalla Commissione Infanzia venga portato avanti e sempre migliorato, coordinando tutte le forze in campo. Esistono, ad esempio, una serie di comitati la cui efficacia è ridotta a causa delle scarse sanzioni e di un non adeguato coordinamento. Le risorse non sono sufficienti: l’Italia è difatti tra i Paesi in Europa in cui si spende meno per l’Infanzia. Il grande lavoro che già è stato fatto dalle Istituzioni non avrebbe potuto essere senza la collaborazione delle molte associazioni che si dedicano alla tutela dei diritti dei Minori. Vorrei tra tutte ricordare Telefono Azzurro, che ormai per antonomasia ha fatto della lotta alla violenza sui minori e alla pedopornografia, partendo dall’ascolto del bambino, la base di un lavoro che si svolge su diversi campi d’intervento. Bisogna dunque dare supporto, valore a realtà come questa e creare un raccordo costante tra le associazioni stesse e le Istituzioni. Sostegno, quindi, coordinamento e collaborazione tra le forze, ma una politica di impegno nazionale contro la pedopornografia non basta: occorrono accordi internazionali per evitare che server posti fuori dai nostri confini possano mettere in rete contenuti dannosi. Ricordo che, in occasione della giornata dell’orgoglio pedofilo, in maniera del tutto silenziosa, per non pubblicizzare ulteriormente un fenomeno vergognoso come fu quello, la Commissione Bicamerale Infanzia collaborò con la Polizia Postale, che in tempi brevissimi riuscì ad oscurare il sito incriminato, nonostante il server si trovasse fuori dai confini italiani. La Polizia Postale italiana è infatti una delle migliori in Europa e va sempre di più potenziata con risorse adeguate. È infine più che mai urgente che si arrivi velocemente all’istituzione del Garante Nazionale per l’Infanzia, una proposta di legge da me presentata come primo lavoro all’inizio della scorsa legislatura. È davvero importante che venga al più presto riproposta e approvata in tempi brevi, cosicché l’Italia possa finalmente adeguarsi agli altri Paesi Europei, dove questa figura così importante per la difesa dei minori, esiste già da diversi anni. Un grande lavoro già fatto, tanto ancora da affrontare, perché l’Infanzia sia sempre più tutelata, anche con la messa a punto di un efficace piano di comunicazione, che giunga dentro alle scuole e arrivi fino alle famiglie, perché si possa finalmente, con la collaborazione di tutti i soggetti, portare i più piccoli e i giovani ad avere un rapporto sano e costruttivo con tutti i mezzi di comunicazione a disposizione. La televisione, i giornali, Internet e i videogiochi, che tanto – e spesso a ragione – spaventano i genitori e gli educatori, devono poter diventare, con una gestione accorta dei mezzi di istruzione, un’occasione di crescita, anche attraverso il gioco, che, seppur sotto lo sguardo vigile dell’adulto, deve essere sereno, spensierato e sicuro.
On. Sandra Cioffi
Segretaria Commissione Bicamerale Infanzia XV legislatura