I dati del Registro Tumori della Regione Campania

Il Registro Tumori della Regione Campania è operativo dal primo gennaio del 1996 e copre l’intero territorio dell’ASL NA4, che comprende 35 Comuni dislocati nell’area a nord della provincia di Napoli, per una popolazione complessiva di circa 550.000 abitanti. Una parte consistente di questa popolazione vive nei Comuni immediatamente a ridosso della città di Napoli, la cosiddetta area metropolitana, per cui risente, anche nell’andamento della patologia oncologica, dei fattori che caratterizzano le grandi aree urbane, tra cui una maggiore incidenza e mortalità oncologica. Attualmente il Registro ha completato la raccolta ed elaborazione dei dati relativi ai casi di incidenza dell’anno 2005. I dati prodotti dallo stesso Registro, oltre ad essere inseriti nella Banca Dati dell’Associazione Italiana Registri Tumori (AIRTum), sono stati validati anche dalla Agenzia Internazionale Ricerca sul Cancro – Lione (IARC-OMS) ed inseriti nel volume Cancer Incidence in Five Continents – vol. IX.

Prima di descrivere i dati, si ritiene opportuno premettere due considerazioni relative ad alcune peculiarità della patologia neoplastica:

1. La patologia neoplastica non è una patologia di tipo acuto, bensì è preceduta da una lunga latenza, dell’ordine di 10 – 15 anni. Ciò significa che le neoplasie rilevate su un territorio in un determinato periodo, non si riferiscono né sono correlabili a situazioni contingenti: le possibili cause, molteplici, vanno ricercate in periodi nettamente precedenti.

2. La patologia neoplastica di un territorio non è mai determinata da un solo fattore causale, ma è dovuta a una molteplicità di fattori che agiscono in archi prolungati di tempo. Tali fattori, che possono agire in sinergia tra loro oppure per stadi successivi, possono essere rappresentati da condizioni individuali predisponenti, da abitudini e stili di vita (alimentazione, fumo di sigaretta etc.), da esposizione professionale a possibili fattori cancerogeni, dall’inquinamento ambientale.

Dati di incidenza nazionali, per macro-aree e locali

Per avere una idea della dimensione del problema oncologico nell’area di riferimento del Registro è indispensabile confrontare i dati rilevati sullo stesso territorio con quelli rilevati dai Registri Tumori sull’intero territorio nazionale e nelle tre macro-aree in cui viene solitamente distinta l’Italia: nord, centro, sud-isole. Il pool dei Registri Tumori Italiani ha rilevato a livello nazionale, per il periodo 2000/2003 e per tutti i tumori considerati nel loro insieme, un tasso di incidenza di 580 x 100.000 per i maschi e di 409 x 100.000 per le donne (tassi standardizzati sulla popolazione europea).

Nelle tre macro-aree, per lo stesso periodo, sono stati rilevati:

al nord: maschi 614 x 100.000 e donne 420 x 100.000

al centro: maschi 578 x 100.000 e donne 421 x 100.000

al sud-isole: maschi 464 x 100.000 e donne 329 x 100.000 (dati AIRTum). Il Registro Tumori Campano ha rilevato nella propria area di riferimento, per il periodo 2000/2005, un tasso di incidenza di 495 x 100.000 per i maschi e di 340 x 100.000 per le donne. I dati rilevati a livello locale, quindi, seppure lievemente più alti, sono allineabili ai dati del sud-isole e, fortunatamente, ancora distanti invece da quelli rilevati a livello nazionale e, ancor più, da quelli rilevati al centro e al nord dell’Italia.

Questi dati complessivi, nel definire con chiarezza le proporzioni generali tra l’incidenza oncologica rilevata a livello locale con quella registrata a livello nazionale e nelle tre macro-aree italiane, sgombrano il campo dal timore che più di una volta affiora nella popolazione: la presenza di una emergenza oncologica sul territorio legata all’emergenza rifiuti.

Il dettaglio della Campania

Fatta questa iniziale chiarezza, attraverso i dati del Registro Tumori è possibile entrare nel dettaglio di singoli tumori per descriverne le specificità rilevate a livello della propria area di riferimento e analizzarne il trend evidenziato negli anni.

Nell’area di riferimento del Registro Campano è possibile evidenziare che:

• mostrano tassi di incidenza più alti rispetto al Pool dei Registri

 – il tumore del polmone nei maschi (ASL NA4 97 x 100.000 – Pool 80 x 100.000);

– il tumore del fegato sia nei maschi che nelle femmine (rispettivamente tassi di 51 e 17 x 100.000 nella ASl NA4, contro tassi di 20 e 6 x 100.000 del Pool);

• hanno sostanzialmente raggiunto i tassi di incidenza del Pool le leucemie, sia nei maschi che nelle donne, e i linfomi nelle donne. Questo allineamento, però, non è un dato riferibile alla sola area locale, perché attualmente questi tumori presentano gli stessi tassi di incidenza in tutte le tre macro-aree nazionali (dati AIRTum);

• tutti gli altri tumori presentano tassi di incidenza più bassi e, alcuni, marcatamente più bassi rispetto al Pool dei Registri Tumori Italiani:

– il tumore della mammella nella donna (ASL NA4 91,5 x 100.000 – Pool 119 x 100.000);

– il tumore del colon sia nei maschi che nelle femmine (rispettivamente 33 e 23,4 x 100.000 ASl NA4 contro i 44,7 e 29,7 x 100.000 del Pool);

– il tumore del retto, sia nei maschi che nelle femmine (rispettivamente 16,6 e 10,7 x 100.000 ASl NA4 contro i 21,3 e 12,2 x 100.000 del Pool);

– il tumore della prostata (ASL NA4 45,2 – Pool 88,4); la marcata differenza dei tassi di incidenza, evidenzia a nostro avviso la ridotta diffusione tra la popolazione, fino allo scorso decennio, dell’uso del test diagnostico del PSA.

Il dato macroscopicamente più evidente è la presenza, nell’area del Registro, di tassi di tumori epatici più del doppio rispetto ai tassi del Pool dei Registri. è ben noto però come l’aumento di incidenza e mortalità per tumore epatico sia associato alle infezioni da virus per l’Epatite C e B e come in Campania ci sia una elevata prevalenza di queste infezioni. Un recente studio sulla diffusione dell’infezione da Virus dell’epatite C e B nel territorio della ASL NA4 ha riscontrato in questa area una prevalenza del 7,8% di infezione di epatite C a fronte di un tasso di prevalenza medio italiano del 1,2 %. Inoltre, all’interno della ASL la prevalenza di infezione di epatite C è più alta proprio nei Comuni che presentano tassi di incidenza e mortalità per tumore epatico superiori al dato medio dell’ASL (European Journal Cancer, in stampa). Questi dati sembrano suffragare l’ipotesi che la più alta incidenza, e mortalità, per tumori epatici sia da ascrivere essenzialmente all’endemia di Virus dell’epatite C e B presente sul territorio.

Andamento nel tempo della patologia neoplastica

Diverse, invece, le considerazioni a proposito del tumore polmonare e di altri tumori che mostrano un trend in aumento.

L’analisi dei trend dei tassi di incidenza oncologica rilevati nell’area del Registro evidenzia che:

• il tumore polmonare, che nei maschi ha raggiunto e superato il dato del Pool dei Registri, riconosce, come è noto, la principale causa determinante nel fumo di sigaretta. Nel periodo dal 2000 al 2005 i tassi rilevati nell’area del Registro non mostrano ulteriori incrementi, ma una sostanziale stabilizzazione; questo andamento segue un analogo andamento rilevato a livello nazionale, in cui l’incidenza oncologica del tumore polmonare, che ha raggiunto il picco negli anni 90, ha subito prima una stabilizzazione e ora comincia a evidenziare un trend in discesa;

• solo tre tumori, mammella della donna, prostata e colon, sia nei maschi che nelle donne, hanno avuto, e continuano ad avere, un progressivo e significativo aumento dei loro tassi di incidenza, nonostante che gli stessi tassi siano tutt’ora significativamente più bassi rispetto al Pool.

è possibile ricondurre questi andamenti a cause tra loro diverse:

– sul progressivo aumento di segnalazione di tumori della mammella della donna, oltre ad altri fattori, una quota è certamente da attribuire a un maggiore ricorso, che attualmente viene fatto da parte delle donne, alla pratica della mammografia ed altri esami diagnostici mirati alla identificazione della neoplasia in fase preclinica. Va qui ricordato che alla determinazione di tassi di incidenza più alti per questo tumore, rilevati al centro e al nord, ha contribuito anche la consolidata pratica, che lì esiste, di anticipazione diagnostica dovuta agli screening di popolazione;

– il trend in marcato aumento del tumore della prostata, (passato da un tasso di 27,4 x 100.000 del periodo 1997/2001, a un tasso di 48 x 100.000 nel periodo 2002/2005) è da attribuirsi quasi totalmente a un aumento diagnostico, dovuto alla attuale diffusione, pressoché sistematica nella popolazione maschile anche nell’area di riferimento del Registro, del test del PSA;

– il trend in significativo aumento negli ultimi dieci anni del tumore del colon, invece, non sembra dovuto in modo determinante a un aumento diagnostico, bensì a un reale aumento dei casi. D’altra parte, il fatto che la coorte di popolazione in cui maggiormente si è evidenziato questo trend sia quella nata dagli anni ’50 in poi, interessando molto meno coloro che sono nati nei periodi precedenti (anni ’20 -’40), avvalora l’ipotesi che l’aumento dei tumori del colon sia dovuto principalmente alla progressiva perdita del fattore protettivo che la dieta ha storicamente avuto in Italia meridionale.

Sopravvivenza oncologica

L’analisi dell’andamento della patologia oncologica nell’area di riferimento del Registro Tumori Campano, non può prescindere da alcune considerazioni relative alla sopravvivenza oncologica. è questo, a nostro avviso, un nodo cruciale che la Campania si trova ad affrontare in campo oncologico: in Campania, rispetto al Pool dei Registri Tumori, si rileva un minor numero annuo di nuovi casi di tumori, ma si assiste a una maggiore mortalità per cancro. Questa apparente contraddizione si spiega con il fatto che la sopravvivenza oncologica, sia per i maschi che per le femmine e per tutti i tumori considerati nel loro insieme, è significativamente più bassa rispetto alla sopravvivenza rilevata dal Pool dei Registri Tumori Italiani. Nella Regione Campania la sopravvivenza a cinque anni dalla diagnosi di tumore è per i maschi del 39,5% e per le donne del 53,6%, contro una sopravvivenza del Pool del 47,1% per i maschi e del 60% per le donne (sopravvivenza al 2004 dei casi di incidenza del periodo 1996 / 2000).

Scendendo nel dettaglio dei singoli tumori è possibile identificarne quattro tipologie che presentano diversa sopravvivenza:

• tumori a cattiva prognosi (polmone, vie biliari) che presentano una sopravvivenza sovrapponibile a quella del pool;

• tumori la cui sopravvivenza è fortemente modificabile dalla attivazione e corretta pratica degli screening di popolazione (cervice uterina, mammella, colon-retto) che presentano una sopravvivenza marcatamente più bassa, di circa 7 – 10 punti percentuale, rispetto al Pool;

• tumori non soggetti a screening ma la cui sopravvivenza risente della qualità complessiva dell’approccio diagnostico e terapeutico (stomaco, tiroide, testicoli) che pure presentano una sopravvivenza percentualmente più bassa;

• i tumori ematologici (leucemie, linfomi) che presentano una sopravvivenza in linea con quella del Pool dei Registri. Da sottolineare che relativamente ai tumori ematologici si assiste a una minore dispersione dei ricoveri con una attrazione dei casi verso pochi centri di eccellenza regionali.  Sul deficit di sopravvivenza pesano notevolmente, a nostro avviso:

• Il ritardato avvio e la attuale bassa compliance degli screening della cervice uterina e della mammella e il mancato avvio, ancora al momento, di quello del colon retto;

• le difficoltà di accesso alle strutture sanitarie di diagnosi e cura da parte delle fasce di popolazioni più deboli e a rischio;

• l’enorme frazionamento dei percorsi sanitari (migrazione, notevole presenza di strutture sanitarie private convenzionate) in assenza di uno standard di qualità di riferimento sia di tipo diagnostico che terapeutico. Ciò impedisce, tra l’altro, la realizzazione di una analisi oltre che dei costi anche della qualità delle prestazioni rese.

Conclusioni

I dati presentati permettono, a nostro avviso alcune considerazioni:

• non risulta, attualmente in Campania, alcuna evidenza di una correlazione tra l’andamento della patologia oncologica sul territorio e lo stato di crisi dello smaltimento dei rifiuti solidi urbani;

• la rilevazione di tassi di mortalità oncologica più alti rispetto alla media nazionale nonostante vengano rilevati tassi di incidenza oncologica più bassi è spiegata, a nostro avviso, da una sopravvivenza oncologica significativamente più bassa rispetto al pool dei Registri Tumori. Questo dato orienta a non più utilizzare, come fatto per il passato, e ancora in alcuni ultimi studi, i dati di mortalità oncologica come “indici” di rischio, perché molte sono le variabili che attualmente intervengono, e modificano, il percorso di una malattia neoplastica;

• stiamo assistendo, in Italia meridionale e in Campania in particolare, a una progressiva modifica della patologia oncologica sul territorio, legata a una modifica dei possibili fattori di rischio. La molteplicità dei possibili fattori (condizioni individuali predisponenti, abitudini e stili di vita, esposizione professionale a possibili fattori cancerogeni, inquinamento ambientale), anche diversi per diverse neoplasie, e le interazioni che tra di essi si possono determinare, sconsigliano fortemente le facili semplificazioni che il più delle volte finiscono per essere fuorvianti.

  A cura del
Ministero della Salute

Massimiliano Fanni Canelles

Viceprimario al reparto di Accettazione ed Emergenza dell'Ospedale ¨Franz Tappeiner¨di Merano nella Südtiroler Sanitätsbetrieb – Azienda sanitaria dell'Alto Adige – da giugno 2019. Attualmente in prima linea nella gestione clinica e nell'organizzazione per l'emergenza Coronavirus. In particolare responsabile del reparto di infettivi e semi – intensiva del Pronto Soccorso dell'ospedale di Merano. 

Rispondi