Gli ex-esposti al rischio amianto

Fra tutte le possibili malattie conseguenti all’esposizione all’amianto, le neoplasie (della pleura e del polmone) sono quelle che sicuramente evocano maggiore preoccupazione. Sappiamo però che i possibili effetti sulla salute dovuti ad esposizione ad amianto possono essere anche di tipo non tumorale, come le patologie benigne pleuriche e l’asbestosi

Il primo problema che ci si deve porre quando si intende programmare la sorveglianza sanitaria degli ex-esposti all’amianto è quello relativo alla definizione degli esposti. La possibilità di considerare esposizione anche la semplice generica presenza di amianto nell’ambiente di lavoro senza una possibile determinazione delle modalità effettive di inalazione indurrebbe,  per esempio, ad un errore. è necessario sempre valutare o almeno stimare una reale esposizione. Un altro importante aspetto propedeutico alla predisposizione di un programma di sorveglianza sanitaria degli ex-esposti all’amianto è quello relativo agli obiettivi che si vogliono raggiungere con questo strumento. Non si può intraprendere la sorveglianza sanitaria di popolazioni di ex-esposti senza considerare gli obiettivi che si vogliono raggiungere e senza una valutazione dei costi (anche e specialmente in termini anche di esposizioni indebite alle radiazioni) degli accertamenti in funzione della loro utilità reale. Anche per questi motivi un programma ideale di sorveglianza non può non tener conto dell’EBM. Fra tutte le possibili malattie conseguenti all’esposizione all’amianto le neoplasie (della pleura e del polmone) sono quelle che sicuramente evocano maggiore preoccupazione, sia per la natura stessa della malattia, sia per le difficoltà spesso determinate dal problematico riconoscimento della loro origine e dall’attribuzione di responsabilità che ne consegue. Sappiamo però che i possibili effetti sulla salute dovuti ad esposizione ad amianto possono essere anche di tipo non tumorale, come le patologie benigne pleuriche e l’asbestosi. Fino ad ora sono stati pochi i contributi per un approfondimento metodologico rivolto specificatamente alla sorveglianza sanitaria degli ex-esposti all’amianto. La sorveglianza periodica degli ex-esposti può avere molti obiettivi, anche di tipo preventivo. In alcuni casi (vedi il caso del tumore del polmone), i dati degli studi eseguiti mostrano risultati incoraggianti a questo proposito. La sorveglianza sanitaria può far riconoscere altre malattie professionali e no (non asbesto correlate), in una popolazione che ha sicuramente lavorato in condizioni di rischio. La sorveglianza sanitaria può inoltre essere un buon veicolo per promuovere stili di vita corretti in soggetti sicuramente a rischio.

In sintesi i principali obbiettivi di una sorveglianza sanitaria degli ex-esposti si possono cosi sintetizzare:

1) Diagnosi precoce delle principali patologie correlate all’amianto. La rilevazione di placche pleuriche bilaterali potrebbe avere un’utilità dal punto di medico-legale ai fini del riconoscimento di malattia professionale, ma può avere ripercussioni sulla qualità di vita del paziente ingenerando in questo paure spesso ingiustificate. Bisogna comunque tenere conto che, secondo le Linee Guida ATS, a parità di esposizione nei soggetti con placche pleuriche il rischio di mesotelioma e di tumore del polmone appare più elevato in rapporto ai soggetti senza placche. Per l’asbestosi, è possibile, attraverso la sorveglianza sanitaria, giungere ad una diagnosi precoce della malattia permettendo l’adozione di provvedimenti utili a rallentare la progressione della malattia (per esempio indurre i pazienti fumatori a smettere di fumare). Inoltre tale diagnosi ha implicazioni medico-legali per il riconoscimento di malattia professionale. Per il mesotelioma la sorveglianza sanitaria ha principalmente lo scopo del riconoscimento di malattia professionale in quanto, come noto, non è disponibile al momento alcuna terapia efficace per variare la prognosi. Recentissimi progressi inducono comunque ad un modico ottimismo. La possibilità di iniziare la terapia in uno stadio più precoce della malattia fa prefigurare per il futuro risultati prognostici migliori.

2) Counselling per i lavoratori

Il counselling consiste nel fornire al lavoratore una serie di informazioni su:

– sulle patologie legate alla esposizione ad asbesto

– sulla possibile attività di prevenzione primaria: cessazione del fumo, sospensione dell’esposizione a polveri o irritanti delle vie respiratorie

– sul possibile riconoscimento medico-legale di eventuale patologia riscontrata e sull’entità dello stesso

– sulla necessità di ritornare, nel caso di comparsa di sintomi respiratori, presso un sanitario di fiducia comunicando la pregressa esposizione, per reinquadrare la situazione e procedere agli eventuali accertamenti del caso

3) Certificazione di malattia professionale

è necessario inviare il referto e il primo certificato per tutte le patologie asbesto-correlate. Mentre per alcune di queste il nesso è stato accertato (patologie pleuriche benigne, atelettasie rotonde polmonari, asbestosi, mesotelioma maligno, tumore del polmone), per altre sussistono ancora dubbi (bronchiolite cronica, carcinoma del colon, carcinoma della vescica, carcinoma della laringe).

4) Effettuazione di studi epidemiologici

 Al di là delle motivazioni sopraesposte, la prosecuzione della sorveglianza sanitaria per gli ex-esposti ad amianto è comunque prevista dalla normativa italiana (D.Lgs 277/91).

Alfonso Cristaudo
medico del lavoro – direttore sezione autonoma medicina
preventiva del lavoro  azienda ospedaliero-universitaria pisana
tratto da
www.medicocompetente.it

Massimiliano Fanni Canelles

Viceprimario al reparto di Accettazione ed Emergenza dell'Ospedale ¨Franz Tappeiner¨di Merano nella Südtiroler Sanitätsbetrieb – Azienda sanitaria dell'Alto Adige – da giugno 2019. Attualmente in prima linea nella gestione clinica e nell'organizzazione per l'emergenza Coronavirus. In particolare responsabile del reparto di infettivi e semi – intensiva del Pronto Soccorso dell'ospedale di Merano. 

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