Preoccupazioni e contraddizioni

Si tratta di un escamotage giuridico ideato nel 1991 da Luisanna del Conte, magistrato minorile, ora presidente del Tribunale per i minorenni delle Marche e realizzato concretamente dal Ce.I.S. Ancona ONLUS e da chi scrive questo contributo

La storia, l’origine, la radice.
L’Affido Internazionale nasce come “intuizione” nel 1991, precisamente nel dicembre del 1991, 6 mesi dopo l’inizio del conflitto serbo-croato-bosniaco. Un genocidio europeo: combattuto a meno di 100 km dall’Italia, dimenticato dalle superpotenze militari americane e Nato, spesso anche dalle organizzazioni internazionali per la tutela dei diritti umani. I figli di quella guerra, i bambini ammassati nei campi profughi realizzati nelle strutture turistiche della Dalmazia in Croazia, fuggiti dalle regioni più interne e dalla vicina Bosnia, avrebbero potuto avere solo una via di fuga: il mare Adriatico. E questa banale intuizione preludeva alla ricerca di una soluzione per quei bambini: se avessero potuto scappare, dove si poteva accoglierli temporaneamente in sicurezza, ed in maniera adeguata, tutelante, sicura? Così nasce l’Affido Internazionale, trasponendo il diritto di tutela a bambini senza accudimento o in temporaneo stato di abbandono: e sorvolando sul fatto che quei bambini (oltre 9.000) li saremmo andati a prendere noi (leggi Ce.I.S. di Ancona ONLUS) accogliendoli presso altrettante famiglie affidatarie. Per chi fosse interessato a conoscere le origini dell’Affido Internazionale è possibile scaricare gratuitamente da questo Link – http://www.loretobambino.it/PDF/libro.pdf l’intero libro.

I requisiti dell’Affido Internazionale
L’Affido Internazionale nasce quindi come risposta artigianale ed efficace ad una situazione di emergenza, unendo una necessità di accoglienza temporanea (minori in grave rischio) ad una disponibilità consapevole ed adeguata, sotto la vigilanza dell’autorità giudiziaria minorile.
Uno strumento trasparente che unisce alcuni elementi incredibilmente semplici:
• Il minore deve essere in stato di temporanea difficoltà
• Del minore si deve conoscere la situazione familiare e lo status giuridico
• La famiglia deve essere stata valutata e ritenuta idonea per l’esperienza dell’affido
• La famiglia affidataria preferibilmente deve avere figli, magari della stessa età del minore accolto
• La famiglia affidataria deve essere informata dal Servizio Sociale di quali siano gli elementi fondamentali di una accoglienza internazionale e deve dimostrare di averne compreso ed accettato tutti gli aspetti
• Il Tribunale per i Minorenni competente per territorio deve possedere tutte le informazioni che riguardano i minori accolti e le famiglie accoglienti, il tempo della permanenza, modi e tempi del rientro in patria.
Questi elementi essenziali, direi banalmente necessari, scompaiono nelle nuove forme di accoglienza di bambini stranieri.

L’Affido Internazionale oggi
Ad oggi l’affido internazionale appare una delle metodiche più contraddittorie e preoccupanti che riguardano il mondo dell’infanzia in Italia. Non essendo un Istituto giuridico definibile e definito con procedure certe, si è trasformato anche nel paradiso per i peggiori imbroglioni. Sono così nate specifiche organizzazioni che traghettavano bambini di ogni età, anche piccolissimi, senza controllo alcuno, dalle aree dell’est Europa. Adozioni clandestine mascherate da accoglienza per soggiorni terapeutici, hanno trovato per anni, e mi pare di capire ancora adesso, la felice unione di dubbi personaggi di pochi scrupoli e di coppie italiane disposte a trucchi ed illegalità pur di avere un figlio “loro”: solo loro. Non è stato tutto così, naturalmente: sono migliaia le famiglie che hanno accolto bambini in maniera responsabile e generosa, soprattutto dopo il disastro nucleare in Bielorussia ed Ucraina. Ma resta la vergogna delle tante storie che hanno usato l’Affido Internazionale come paravento e facciata, per coprire un traffico clandestino di adozioni facili ed illegali. Non a caso quasi tutte le organizzazioni che “praticavano” l’accoglienza temporanea si sono o si stanno trasformando in Enti autorizzati alle Adozioni Internazionali. Un passaggio di livello, quindi, o semplicemente la naturale trasformazione in quello che si era anche prima.

Che cosa si fa istituzionalmente ora per l’Affido Internazionale
Al convegno nazionale 2007 dei magistrati minorili svoltosi a Paestum, il Ministro Bindi ha affrontato sommariamente anche il tema delle accoglienze temporanee, dei bambini bielorussi e dell’Affido Internazionale, spiegando che ”Le coppie affidatarie sono le coppie che non adottano. è arrivato il momento di una normativa sull’affido internazionale. è fondamentale arrivare presto ad una regolarizzazione di questa materia, che si ripresenta ogni tre mesi”. Anche il Ministro Bindi trova opportuno affrontare la questione, puntando addirittura ad una normativa, magari nuova, magari di difficile o improponibile applicazione, senza però voler apparentemente risolvere e stroncare una metodica che è chiara e sotto gli occhi di tutti: la mancanza di correttezza e di chiarezza nell’operato di molte delle organizzazioni che si “dedicano”, con profitto, anche alle accoglienze temporanee.

Serve ancora l’Affido Internazionale?
Ma davvero serve ancora l’Affido Internazionale, cioè un sistema legittimo e controllato di accoglienza di minori stranieri in temporaneo stato di difficoltà? Direi proprio di sì, purtroppo, pensando ai tanti bambini che vivono in difficoltà in nazioni a noi vicine. Ma non posso non pensare alla colpevole disattenzione delle tante città italiane verso i bambini e le bambine che vi vivono, alla mancanza di Servizi Sociali capaci di applicare realmente quelle leggi come la 184/83 e la 149/01 che vogliono la tutela dei bimbi italiani ma che normano anche le accoglienze di quelli stranieri. Un paradosso, quindi il fiorire di tante iniziative verso i bambini di terre lontane, mentre si dimenticano consapevolmente i diritti di tutela dei bambini italiani. E questo, ancora di più, apre dubbi e perplessità sulla trasparenza di molti di questi progetti di accoglienza di bimbi stranieri, spesso soli ed adottabili. L’Affido Internazionale ha avuto le sue origini nel 1991, in un periodo dove in Italia si investiva sulla prevenzione primaria, e dove l’attenzione alla qualità della vita del bambino italiano e straniero era il vero obbiettivo primario di tutte le agenzie educative e dei suoi operatori. Dopo quasi venti anni non c’è più la medesima qualità intellettuale verso la tutela di tali diritti, e spesso i discorsi che si fanno sono semplicistici, scialbi, incolori. Discorsi ed affermazioni banali che non convincono e che soprattutto non portano mai a concrete ed efficaci soluzioni. Sarebbe auspicabile che i Ministri approfondissero la storia, le origini degli argomenti di cui trattano ed addirittura legiferassero per arrivare ad aiutare realmente i bambini italiani ed anche quelli stranieri.

Alessandro Maria Fucili
Direttore Ce.I.S. di Ancona ONLUS

Massimiliano Fanni Canelles

Viceprimario al reparto di Accettazione ed Emergenza dell'Ospedale ¨Franz Tappeiner¨di Merano nella Südtiroler Sanitätsbetrieb – Azienda sanitaria dell'Alto Adige – da giugno 2019. Attualmente in prima linea nella gestione clinica e nell'organizzazione per l'emergenza Coronavirus. In particolare responsabile del reparto di infettivi e semi – intensiva del Pronto Soccorso dell'ospedale di Merano. 

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