Se lo conosci lo eviti!

Un atleta amatoriale è abbandonato alla libera iniziativa, talvolta all’improvvisazione, in carenza, se non in assenza, di controlli sanitari. Negli sport amatoriali si diffondono notizie su sostanze da assumere che spesso non hanno fondamenti scientifici e sono basate su esperienze di singoli individui. Tutto ciò trasforma il “doping” da problema dell’etica sportiva a fenomeno che coinvolge drammaticamente l’ambito della salute pubblica

Limitare la lotta al doping al solo mondo del professionismo sportivo, dove l’atleta assume sostanze chimiche per migliorare le proprie prestazioni non è oggi più possibile. Si rende infatti necessaria una sua estensione a tutti quegli ambiti cosiddetti “amatoriali”, in cui gli atleti possono, per varie ragioni, essere esposti maggiormente ai pericoli del doping. Un atleta professionista ha, alle proprie spalle, una società, una federazione, un preparatore atletico, uno o più medici sportivi, uno staff insomma, efficace ed efficiente, che lo può informare, formare ed aiutare in ogni momento ed in ogni evenienza. Un atleta amatoriale è abbandonato alla libera iniziativa, talvolta all’improvvisazione, in carenza, se non nell’assoluta assenza, di controlli sanitari. Negli sport amatoriali si diffondono notizie su sostanze da assumere che spesso non hanno fondamenti scientifici e sono per lo più basate su esperienze di singoli individui. Tutto ciò trasforma il “doping” da problema esclusivo dell’etica sportiva, a fenomeno che coinvolge drammaticamente l’ambito della salute pubblica in senso più ampio.

Gli agenti dopanti sono in prevalenza dei farmaci e quindi la loro assunzione può avere sia degli effetti terapeutici che collaterali. Gli effetti terapeutici di un farmaco sono quelli desiderati, mentre quelli collaterali possono essere indesiderati e, a volte, avversi. I farmaci, prima della loro immissione in commercio, vengono sperimentati sull’animale (fase pre-clinica) e sull’uomo (fase clinica) con lo scopo di valutarne le migliori indicazioni, la dose terapeutica, gli effetti collaterali ed avversi. Ogni farmaco alla fine del percorso sperimentale, viene immesso sul mercato con una o più “indicazioni”, ovvero deve essere impiegato per trattare un determinato sintomo od una malattia. Va da sé che impiegare i farmaci per indicazioni diverse da quelle terapeutiche o utilizzarli in dosi non sperimentate può essere dannoso per la salute. Purtroppo chi pratica sport spesso impiega farmaci in maniera non corrispondente alle indicazioni oppure non ne segue il corretto utilizzo (dose più elevata e maggiore frequenza di assunzione). Gli effetti di un farmaco sono in genere correlati alla dose, ovvero aumentando la dose si aumenta l’effetto terapeutico fino a raggiungerne il massimo. A questo punto aumentando ulteriormente la dose, come spesso capita nel mondo dello sport, non si aumenta l’effetto terapeutico ma possono comparire effetti da sovradosaggio.

Questo non corretto impiego dei farmaci può provocare, a breve, medio e anche a lungo termine, rischi, talvolta danni, per la salute.

Essendo l’attività fisica consigliata dalla medicina nella prevenzione e nella cura di diverse patologie, non è infrequente trovare tra gli sportivi amatoriali soggetti già in terapia farmacologica con le più varie indicazioni. In questi individui, l’assunzione di farmaci a fini dopanti, potrebbe portare ad interazioni farmacologiche con ricadute sfavorevoli sulla terapia in atto, come l’aumento o la riduzione dell’effetto farmacologico. Spesso mi viene chiesto se assumere integratori alimentari possa essere considerato doping. Certamente non lo è quando queste sostanze sono assunte per reintegrare ciò che si perduto con un’attività fisica intensa. Il fatto che queste siano già introdotte nell’organismo con una dieta equilibrata in una quantità idonea al fabbisogno corporeo, è un dato ignorato dai più, sottolineando come certa pubblicità e le leggi del mercato abbiano avuto la meglio su buon senso e corretta informazione.

L’impiego degli integratori alimentari è molto diffuso tra gli sportivi, che spesso li assumono senza sapere che, per la maggior parte di essi, manca un razionale scientifico che ne avvalori l’utilizzo in ambito sportivo. C’è anche chi assume integratori alimentari di uso veterinario che hanno dosaggi molto più elevati, essendo calcolati per il peso di un cavallo o di una mucca gravida. In questo caso, poiché lo scopo è raggiungere dei risultati migliori ed in minor tempo, va da sé che parliamo di doping! Dosi esagerate di sali minerali, aminoacidi e vitamine possono essere non compatibili con i nostri meccanismi fisiologici di metabolismo ed eliminazione e possono a lungo termine provocare danni fisici. Sta emergendo il problema dei prodotti adulterati ed immessi illegalmente in commercio ma che sono oramai facilmente acquistabili mediante internet. Si tratta di integratori alimentari e prodotti fitoterapici che contengono farmaci. Lo sportivo quindi può doparsi assumendo prodotti non considerati dopanti.

L’argomento come si vede è molto complesso e le possibili interazioni tra attività sportiva, salute, farmaci, integratori ed altro sono poco conosciute dall’opinione pubblica e spesso anche da chi opera nel settore. Una corretta informazione accompagnata da una formazione degli operatori è la base di qualsiasi intervento che abbia come obiettivo principale quello di prevenire degli eventi dannosi alla salute. Al fine di rendere più capillare la lotta al doping, il Ministero della Salute ha quindi previsto di sviluppare in ambito regionale, integrando le attività di competenza statale e degli organi sportivi, delle attività sul piano della prevenzione e della repressione. Ecco perché il 1 Dicembre 2005, a seguito di un Atto di Convenzione tra Regione autonoma Friuli Venezia Giulia e Università degli Studi di Udine, è stato costituito il Centro per lo Studio, l’Informazione e la Formazione sul Doping (CSIFD), che ho il piacere di dirigere. IL CSIFD, realtà regionale ben inserita nel mondo universitario e sportivo, realizza efficaci azioni di prevenzione, informazione e formazione sugli effetti nocivi da un punto di vista fisico, psichico e socio-culturale dell’uso di sostanze dopanti. Il centro ha attivato un numero verde INFO-DOPING 800 838 800, anonimo e gratuito per il FVG, funzionante nei giorni di martedì ore 14.00-17.00, mercoledì ore 09.00-13.00 e giovedì ore 14.00-17.00, che è stato attivato per consentire ad atleti, allenatori, insegnanti, studenti e genitori di accedere ad informazioni qualificate su un tema importante e ancora troppo poco conosciuto.

Le persone che hanno usufruito del servizio sono state per la maggior parte uomini con un’età compresa tra i 19 e i 55 anni (media di 33 anni), frequentatori di palestre o ciclisti amatoriali. Proprio l’estrazione degli utenti fa capire come le sostanze dopanti siano facilmente reperibili in palestra o tramite la rete web, nonostante siano vietate dalle leggi italiane. Inoltre, i soggetti che hanno chiamato per informazioni su prodotti specifici proposti in palestra o consigliati e acquistati via internet, non erano minimamente consapevoli che tali sostanze fossero non solo proibite, ma anche pericolose per la loro salute e venivano, invece, da loro considerate alla stregua di integratori alimentari o poco più. Rimanevano perplessi nello scoprire come tali prodotti contenessero sostanze quali steroidi anabolizzanti, di gran lunga tra i principi attivi vietati quelli maggiormente utilizzati. è inquietante che l’utilizzo di queste sostanze sia molto diffuso tra frequentatori di palestre e nei ciclo amatori, persone che dovrebbero esercitare uno sport esclusivamente per la propria salute psicofisica. L’attività del numero verde INFO-DOPING ha rilevato che le persone che utilizzano steroidi anabolizzanti vogliono a tutti i costi migliorare il loro aspetto fisico, nell’incoscienza più totale di quello che può accadere sia a breve termine (insonnia, ansia, tachicardia, ecc.) che con l’utilizzo cronico (tumori testicolari, ginecomastia).

Alla fine della telefonata, che mediamente dura una decina di minuti, il cittadino risulta di solito molto soddisfatto del servizio ricevuto, apprezzando l’utilità di aver potuto conoscere in modo rapido la natura dei prodotti assunti e di poter avere una coscienza critica della scelta fatta. Le persone che hanno chiamato da fuori regione, hanno spesso sottolineato l’opportunità di estendere il servizio su tutto il territorio nazionale. Il CSIFD si propone come punto di riferimento per la divulgazione delle conoscenze scientifiche sull’argomento, da attuarsi anche nelle scuole di ogni ordine e grado e con corsi di formazione per insegnanti.

Anche i genitori, coinvolti in un’indagine epidemiologica sulle conoscenze sul doping, hanno dimostrato una significativa sensibilità all’argomento e la consapevolezza del pericolo dei danni alla salute che il doping può arrecare ai loro figli. Secondo i genitori, le notizie fornite dai mezzi di informazione non sono sufficienti a scoraggiarne la pratica. Se un genitore scopre che il proprio figlio utilizza sostanze dopanti, come si comporta? Dalla nostra indagine si evince che i genitori in queste circostanze si trovano disorientati e non hanno un punto di riferimento preciso e comune. Sicuramente il Medico di Medicina Generale può essere un utile ausilio (42% si rivolgerebbe al Medico) ma la stessa percentuale di soggetti ha auspicato l’esistenza di un centro specializzato INFO-DOPING. Oltre all’informazione ed alla formazione, si ritiene necessario attivare dei Laboratori Antidoping Regionali (LAD), così come previsto dall’art. 5 della Legge 14 dicembre 2000 n.376, che hanno il compito di garantire l’attività di controllo antidoping e di tutela della salute dei praticanti l’attività sportiva, andando così a ricoprire un ruolo attivo e capillare di prevenzione su quelle attività a livello locale che attualmente si sottraggono a qualunque forma di controllo.

In conclusione, la disinformazione è uno dei principali fattori che predispongono all’uso improprio ed all’abuso di supplementi dietetici, farmaci e prodotti fitoterapici soprattutto nello sport amatoriale. Le normative ed i controlli sono indispensabili, ma fondamentale è promuovere un corretto stile di vita, fornendo una corretta e capillare informazione.

Bisogna trasmettere ai giovani il concetto che il doping è senza dubbio una procedura scorretta e non etica ma che, soprattutto, può nuocere gravemente alla salute. “Se conosci il doping lo eviti, informati sul doping.

Telefona al 800 838 800”.

 Massimo Baraldo
Professore associato di farmacologia,
direttore del Centro per lo studio,
l’informazione e la formazione sul doping – università degli studi di Udine

Massimiliano Fanni Canelles

Viceprimario al reparto di Accettazione ed Emergenza dell'Ospedale ¨Franz Tappeiner¨di Merano nella Südtiroler Sanitätsbetrieb – Azienda sanitaria dell'Alto Adige – da giugno 2019. Attualmente in prima linea nella gestione clinica e nell'organizzazione per l'emergenza Coronavirus. In particolare responsabile del reparto di infettivi e semi – intensiva del Pronto Soccorso dell'ospedale di Merano. 

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