A livello inconscio, il “corpo-scudo” funge da fattore protettivo, in quanto demarca una linea di confine immaginaria che dovrebbe salvaguardare dall´invasione del proprio campo da parte degli altri
Nell´osservare un body builder, si ha l´impressione di trovarsi davanti ad una massa di carne umana dove ogni singolo centimetro è stato sottoposto ad allenamento minuzioso per apparire esattamente così come lo si vede. Chi pratica questo sport, ostenta una massa, intesa come “volume” muscolare, che porta a pensare che si tratti di esseri dalla forza sovrannaturale. Un esempio lampante è quello dato dai wrestler, lottatori diventati miti televisivi dei bambini, che in un susseguirsi di finzioni sceniche, si sfidano a suon di calci e pugni.
E´un dato di fatto che gli attuali canoni di bellezza maschile, prediligono una fisicità snella, tonica, con addominali scolpiti e muscoli di una “misura standard”, che non vadano cioè oltre un certo volume, superato il quale, diventano “grotteschi”; perché allora sono frequenti i casi caratterizzati da una ricerca ossessiva della “muscolarizzazione”? Nel `93, Pope con alcuni collaboratori, fu il primo a studiare questo fenomeno, che venne descritto come una particolare dismorfobia, la cui peculiarità è proprio quella di voler ottenere ad ogni costo un fisico estremamente voluminoso.
Stiamo parlando di fisici che ambiscono ad evidenziare potenza fisica, ma che nascondono una fragilità interiore e un´insicurezza personale di notevole entità: il confronto con gli altri, è possibile solo attraverso un corpo che fa da scudo e che come tale, deve per forza di cose diventare sempre più esteso; a livello inconscio, il “corpo-scudo”, funge da fattore protettivo in quanto demarca una linea di confine immaginaria, che in teoria, coloro che posseggono una fisicità “normale”, dovrebbero preferire non oltrepassare. In realtà, il body builder, proprio a causa del suo essere enorme, assume spesso movenze goffe che suscitano ilarità e lo portano ad ottenere un risultato opposto a quello sperato: il “corpo-scudo”, che dovrebbe salvaguardare l´invasione del proprio campo, diventa il canale d´accesso più rapido per un confronto dove la derisione la fa da padrona; il senso di inadeguatezza che ne consegue, dà il via ad un meccanismo secondo il quale si crede di non essere stati in grado di tener testa a chicchessia, perché non ancora sufficientemente “grossi”. Per quanto si tenti di modificarla, la propria immagine corporea non risulta mai essere quella ideale.
Ai frequentatori di palestre, sarà capitato di sentire qualcuno che implora di essere aiutato ad aumentare la massa muscolare: se dopo un paio di mesi, si rivede la stessa persona, si nota che quello che sembrava essere un fisico “non felice”, si è trasformato in qualcosa di piacevolmente tonico e ben strutturato. Se ne deduce, che il lui in questione, ha svolto un allenamento sano e ha seguito una dieta corretta e bilanciata con l´obiettivo di migliorarsi. In alcuni casi però, si assiste ad una trasformazione totale, dove non si parla più di tonicità, ma di aumento di volume esagerato della massa muscolare a tempo di record: la dismorfobia prevede oltre che continui allenamenti in palestra e un´attenzione eccessiva per la dieta, anche, e oserei dire soprattutto, il ricorso abituale a steroidi e anabolizzanti. I soggetti colpiti vivono in un costante stato di ansia in quanto non riescono mai ad essere soddisfatti della loro condizione fisica: la continua e disperata corsa verso un corpo sempre più muscolarizzato che non corrisponde mai a quello voluto, implica il bisogno di far uso di sostanze dagli effetti collaterali devastanti.
Il grado di insoddisfazione è tale da pregiudicare qualsiasi tipo di rapporto: più alto è il grado di sofferenza dato dalla situazione che si viene a creare, maggiore risulta il bisogno di cercare una soluzione definitiva attraverso sostanze dopanti. La gravità di questa patologia, che a partire dal `97 è stata denominata, dallo stesso Pope, come “reversa anoressia” (in quanto le caratteristiche di tale disturbo appaiono opposte rispetto a quelle della reverse anorexia), sta anche nel fatto che chi ne è affetto è a conoscenza dei danni fisici e psicologici correlati all´assunzione di sostanze quali gli anabolizzanti: nonostante possa andare incontro ad impotenza, sterilità, cancro al fegato e nella peggiore delle ipotesi alla morte causata da arresto cardiaco, il body builder è inarrestabile. Non sono un freno nemmeno i disturbi dell´umore, talvolta associati a sintomi psicotici che scaturiscono in pesanti forme di irascibilità e manie persecutorie. Il desiderio di aumentare sempre di più la massa muscolare, rende ciechi a tal punto da preferire di correre rischi altissimi, piuttosto che accettarsi per quello che si è, o perlomeno, porsi dei limiti per salvaguardare la propria salute fisica e mentale. Fra le possibili cause della Dismorfia muscolare, vi è la teoria della “mascolinità minacciata” (“threatened masculinity” – Mishkind e collaboratori, 1986), nella quale gli Autori ipotizzano che un corpo muscolarizzato rappresenterebbe il tentativo da parte del maschio di riappropriarsi del proprio ruolo rispetto alla femmina, che ormai ha acquisito una parità tale da non consentire più distinzione tra “sesso forte e debole”. L´ostentazione di un fisico esagerato, potrebbe significare quindi la volontà da parte dell´uomo di dimostrare la sua virilità e nello specifico, il suo essere dominante in quanto maschio. è verosimile ritenere che il body builder attui una specie di “corteggiamento silenzioso”, che purtroppo per lui, non solo viene raramente apprezzato dal gentil sesso, che sembra non prediligere simili caratteristiche fisiche, ma che cosa ben più triste, non vengono apprezzate nemmeno da chi le possiede. In questi casi, oltre al danno creato da steroidi e anabolizzanti, vi è anche la beffa.
Cinzia Lacalamita
Responsabile delle relazioni pubbliche
del gruppo di ricerca “Body-Image”