Le ragazze spesso chiedono una dieta ipocalorica a prescindere da qualunque valutazione razionale. Il loro obiettivo è una bellezza non meglio determinata e di fatto solo descrivibile in termini di “effetto” sugli altri. Queste ragazze sono pronte a rimetterci in termini di buona salute, pur di arrivare a essere un qualcosa di non meglio specificato
Icambiamenti di tipo fisico, psicologico e sociale dell’adolescenza rappresentano eventi determinanti per la formazione di un’identità stabile. I più visibili e meglio riconoscibili sono, indubbiamente, quelli fisici che si manifestano nella progressiva trasformazione in un corpo adulto e sessualmente maturo. Aumenta in questo periodol’interesse degli adolescenti per il proprio corpo, il peso e l’aspetto esteriore che rappresentano il veicolo più importante attraverso il quale mediare la relazione sociale e l’appartenenza al gruppo. I ragazzi sperimentano, soprattutto, l’aumento della propria massa muscolare e la comparsa dei caratteri secondari maschili, mentre, nelle ragazze il processo di modificazione del corpo interessa il seno, le gambe, i fianchi. In particolare in questi distretti corporei femminili si assiste ad un normale aumento del grasso corporeo; ciò talvolta provoca insoddisfazione per il conflitto con l’ideale di corpo perfetto e, soprattutto, magro.
Spesso l’adolescente si trova impreparato ad attribuire un significato ai cambiamenti in atto e risulta, quindi, necessario fare ricorso alle norme, agli ideali e ai valori della cultura dominante per delineare gli standard di bellezza ed adeguatezza che inevitabilmente condizionano la percezione del proprio corpo. Il modello culturale di riferimento è divulgato attraverso messaggi veicolati da riviste, films, televisione e pubblicità (media) che riconducono il rispetto e l’amabilità di una persona alla “perfetta forma fisica”. Essere magre assume, così, il significato di corrispondere all’ideale di magrezza propagandato dalla moda (un’identità standardizzata) e insieme rinnegare le caratteristiche femminili del corpo, sentite come poco rispondenti ai requisiti di forza ed efficacia, che così spesso si richiedono alla donna di successo odierna.
Una situazione del genere contribuisce alla comparsa dei disturbi del comportamento alimentare che interessano anche il mondo maschile, seppure in minoranza, evidenziando l’evoluzione di un contesto culturale che riduce sempre più le differenze tra i ruoli maschili e femminili. Il mondo femminile è maggiormente soggetto a queste patologie poiché si sottopone più frequentemente a diete, spesso “fai da te”, che aumentano la probabilità di sviluppare disturbi dell’alimentazione. Nella pratica dell’ambulatorio di scienza dell’alimentazione i concetti generali si trasformano in nomi e cognomi, in dettagli di vita vissuta che difficilmente lasciano indifferenti. Ho sperimentato più volte che le ragazze adolescenti richiedono la dieta (intesa come regime ipocalorico) a prescindere da qualunque valutazione razionale. Il loro obiettivo, mi è sembrato, è una bellezza non meglio determinata e di fatto solo descrivibile in termini di “effetto” sugli altri.Queste ragazze sono disposte ad accettare qualunque alchimia nutrizionale nonostante siano molto ben informate sui cardini di una sana alimentazione e della classificazione del peso corporeo. Nonostante queste conoscenze sono pronte a rimetterci, consapevolmente, in termini di buona salute pur di arrivare a essere un qualcosa non meglio specificato. Nei loro sguardi intravedo una determinazione che lascia sgomenti, facendo intendere che se non saranno accontentate faranno a modo loro, cioè faranno come hanno sempre fatto: fare la fame. Le famiglie rivolgendosi dallo specialista ten
Posso immaginare che pur avendo discusso (litigato) mille volte con le loro figlie non sono più in grado di trovare una soluzione o, al peggio, imporre un antiquato “no” secco a richieste assurde e pericolose. Queste famiglie si sono arrese senza condizioni alle loro figlie e tentano di delegare un enorme problema famigliare, sociale e relazionale al nutrizionista che, naturalmente, può fare ben poco e in molti casi niente. Queste esperienze, seppur parziali e riferite ad uno specifico ambito, mi hanno fatto pensare all’estrema debolezza di queste famiglie che si contrappone alla enorme forza ricattatrice delle adolescenti.
Si badi bene che il più delle volte si tratta di famiglie di elevato livello socio-culturale, il che dovrebbe significare buone frequentazioni, libri, tv tematiche, viaggi e quant’altro. è evidente che a queste adolescenti tutto questo appare insignificante e preferiscono il facile gioco dell’apparire quale che sia il prezzo da pagare. Sembra, con tutte le cautele e considerazioni del caso, che la stupidità sia preferita a qualunque altra cosa. Non più rivoluzione contro i genitori ipocriti e bacchettoni, non più ribellione allo status quo, niente voglia di Beat generation, Beatles e Rolling Stones ma solo la fredda determinazione per un nulla patinato. Mi chiedo quando è iniziato tutto questo e soprattutto quando finirà.
Mauro Destino
Specialista in scienza dell’alimentazione CRN – Centro Ricerche Nutrizionale