E ora lavoriamo sulla giustizia minorile

Insieme al Ministero delle Politiche per la Famiglia istituiremo una commissione interministeriale di studio per disegnare un nuovo organo giudiziario che unirà le diverse competenze per assicurare una pronta e adeguata risposta alle famiglie e ai minori lesi  in un loro diritto. Questo permetterà di tutelare le garanzie essenziali di difesa, di contraddittorio, l’ascolto delle parti e dei minori. Semplificherà i procedimenti  e disciplinerà il ruolo dei servizi. Affronterà la questione della specializzazione dell’avvocato e dei periti e introdurrà l’istituto della mediazione familiare

 L a giustizia minorile, in quanto risposta che il nostro ordinamento e il nostro sistema giudiziario garantiscono alla famiglia e al soggetto minorenne, ha una funzione fondamentale nella nostra società, oggi più che mai per la complessità che la attraversa.

Per migliorare il funzionamento della giustizia minorile ritengo necessaria una azione riformatrice sia nel settore civile che in quello penale. In entrambi il Governo e il mio ministero intendono impegnarsi per individuare gli interventi più adeguati e proporli al Parlamento.

Mentre nel campo penale ormai da tempo tutte le competenze per i reati commessi da persone che, all’epoca del fatto, erano minori di età sono assegnate al tribunale per i minorenni, c’è in materia civile una evidente frammentazione delle competenze fra le diverse autorità giudiziarie: tribunale per i minorenni e tribunale ordinario e, all’interno di questo, fra giudice tutelare, tribunale, giudice dell’esecuzione. Ciò non solo contrasta con un elementare principio di economia processuale, ma provoca nelle persone e nei difensori incertezze sull’organo competente, genera conflitti di competenza, crea disorientamento e aggravio economico nella utenza, allunga i tempi della risposta giudiziaria che spesso diviene contraddittoria, perdendo così la sua autorevolezza e divenendo talvolta addirittura non eseguibile. Appare quindi necessario e improrogabile intervenire prevedendo un nuovo organo giudiziario che accorpi le diverse competenze: e una commissione di studio sarà istituita proprio per disegnarlo. Sarà questa commissione a definire, nel rispetto delle garanzie irrinunciabili dettate dalla nostra Costituzione, procedure più snelle e semplificate, che dovranno essere attivate per assicurare una pronta e adeguata risposta giudiziaria alle famiglie e ai minori lesi in un loro diritto. E poiché oggi il ministero delle Politiche per la Famiglia è interessato quanto noi a tale programma politico, si tratterà di una commissione interministeriale che vedrà i due ministeri lavorare insieme in piena sintonia.

 Nel campo civile penso ad una riforma che assicuri le garanzie essenziali di difesa, di contraddittorio; preveda i principi generali relativi all’ascolto delle parti e dei minori nei processi che li riguardano; semplifichi i procedimenti per abbreviarne la durata; disciplini il ruolo che possono avere i servizi nei procedimenti e nell’esecuzione dei provvedimenti civili relativi ai minori; affronti la questione della specializzazione dell’avvocato del minore e della famiglia; introduca, oltre che nei processi di separazione e divorzio, nei quali è stato di recente previsto, l’istituto della mediazione familiare anche per gli altri procedimenti che attualmente sono attribuiti al tribunale per i minorenni e al giudice tutelare.

Occorrerà anche intervenire su specifiche materie regolamentate da apposite leggi di settore, come sul tema delle adozioni nazionali ed internazionali, al fine di semplificare le procedure e ridurre i tempi di attesa.

Anche nella materia penale si dovranno verificare le semplificazioni possibili, favorendo l’applicazione delle pene sostitutive del carcere, che ne evitano gli effetti negativi e possono meglio legarsi ad interventi educativi. Penso anche che la risposta di abbassamento dell’età imputabile da 14 a 12 anni non appare congrua alle istanze di difesa sociale, perchè tale proposta non risolverebbe il problema dell’aumento della criminalità degli infraquattordicenni, per il cui recupero, stante la giovanissima età, sono auspicabili misure ben diverse dalla privazione della libertà.

Ritengo anche sia improrogabile, essendo il nostro Paese ancora inadempiente a livello europeo, l’inserimento, nelle disposizioni del processo penale minorile, della mediazione fra autore del reato e vittima.

A più di trenta anni dalla prima grande riforma dell’ordinamento penitenziario, che espressamente all’art. 79 rimandava ad un regime penitenziario ad hoc per i minorenni, nulla è stato fatto, nonostante i molteplici richiami della Corte Costituzionale. L’istituenda commissione si occuperà perciò, organizzandosi in sottocommissioni, anche di questo settore dell’ordinamento penitenziario penale minorile, che dovrebbe disciplinare sia i tipi di pene per i minorenni (non solo il carcere) sia le modalità della loro esecuzione, che devono rispondere alle esigenze educative e relazionali del minorenne.

Quanto ai ragazzi stranieri, ritengo si debba lavorare, anche in sinergia con il ministero del Lavoro e delle Politiche sociali e con il ministero della Solidarietà, per individuare le risposte adeguate, perchè se restano nel nostro Paese è bene che siano seguiti, sostenuti e indirizzati da chi è in grado di segnare loro un cammino corretto, piuttosto che farli aggregare a gruppi devianti di loro connazionali per essere addestrati al furto, alla rapina o allo spaccio. Il Dipartimento per la Giustizia Minorile è, dal punto di vista organizzativo, il pilastro portante del sistema giudiziario minorile. Esso oggi necessita di un pensiero forte, stratificato ed insieme unitario. Sono cosciente delle attuali difficoltà del Dipartimento e sono impegnato a pervenire ad un progetto riconosciuto e condiviso sulla giustizia minorile. Ritengo che bisogna intervenire con un forte cambiamento della linea politica ed aprirsi culturalmente a nuove sperimentazioni e ad esperienze innovative.

Clemente Mastella
Ministro della Giustizia

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